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Il RiSveglio della Kundalini:sintomi e ascensione

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Il risveglio della kundalini e la trasformazione della coscienza




L’ascensione della kundalini ha un rapporto con la trasformazione del nostro organismo materiale in un organismo spirituale e divino ?
Assolutamente !Questa domanda è molto importante per il vostro divenire, perché quando la kundalini salirà, non si fermerà al centro di forza coronale. Si fermerà sul momento all’ottavo centro di forza. E’ il serpente di energia che, rizzandosi, inonderà la colonna vertebrale e tutti i centri di forza e sveglierà interamente la parte spirituale dell’essere. E’ la kundalini che permetterà il passaggio tra l’umano e il divino.
Quello che bisogna sapere, è che la kundalini anche per la Terra. 

Ovviamente, non passerà nella colonna vertebrale come per voi. Ma il suo fuoco interno andrà fino al centro spirituale e inonderà completamente ogni sua materia. Sarà lo stesso per gli esseri umani, ma per loro passerà attraverso la colonna vertebrale inondando tutto il loro corpo di materia.

Quando la kundalini si sveglia e l’essere non è pronto a livello vibratorio per subire il risveglio, si possono generare quello che chiamate le combustioni spontanee.
Quando la kundalini si sveglierà per la maggior parte dell’umanità, un aiuto sarà dato dai fratelli dell’Universo, dai nostri fratelli delle Gerarchie della Luce affinché tutto venga gestito nella perfezione per ogni essere umano.

Potrete avere una ascensione della kundalini senza rendervene conto. Non è per forza il fuoco che divora di cui spesso vi hanno parlato. Lo capirete con una immensa apertura spirituale e una immensa apertura di cuore.

E’ ugualmente una preparazione per la grande transizione. »



Si tratta di un’energia primordiale che si mantiene assopita, avvolta nella base della spina dorsale, attorno all’osso sacro.
L’accesso a questa energia era la maniera di raggiungere la sapienza occulta dei popoli dell’antichità. La Kundalini é un’energia che praticamente comincia nel chakra di base, l’ingresso di energia nella base della colonna, e che sale attraverso di essa fino ad arrivare alla parte superiore della testa, nel chacra della corona.

Il movimento del Kundalini può portarci emozioni diverse che devono essere sentite e assimilate. Il processo di ascensione implica in percepire le proprie emozioni e non più quelle del prossimo, essendo ognuno di noi responsabile solo delle proprie emozioni, liberando quindi tutto il peso che non sia suo.

Da un po' di tempo, molti di noi hanno sentito dolori in tutto il corpo, che in molti casi vengono presi per fibromialgia.
Mentre nuove forme organiche sono in formazione, il vecchio comincia a deteriorarsi, in un processo che é automatizzato dal nostro DNA, che passa anche lui per una trasformazione
Per alcune persone sensibili, questa esperienza può essere molto penosa, perlomeno fino a quando una parte sufficientemente grande della forma sia stata trasformata, diventando più cristallina.
I dolori del corpo corrispondono alle regioni del corrispondente eterico che sono bloccate o danneggiate. Il movimento della Kundalini aiuta - e molto - ad alleviare questi dolori, che cominceranno a diminuire un po’ alla volta. Quanto più intensa sarà questa Kundalini, meno i dolori si faranno presenti. Esercizi come Yoga, meditazione, Cromoterapia e Reiki aiutano molto in questo processo.
Questo sconforto é temporaneo e per questo motivo non disperatevi, al contrario, elevate il pensiero sul fatto che questa é la maggior fonte di luce che noi stessi possiamo produrre.

Un altro sintomo é la stanchezza, l’affaticamento che ci fa dormire più ore per notte, ad esempio, o a sentire sonno improvvisamente. In questo processo é comune anche l’insonnia. Vi consiglio di dare al vostro corpo quello di cui ha bisogno. La scelta per l’ascensione é individuale e spirituale, e realizza una vera e propria risurrezione di quello che si trovava malato nella forma, ancorando un forte paradigma di una nuova coscienza umana. Questo compromesso, assunto coscientemente, può fare si che tu venga a collocare la tua Giornata Spirituale al di sopra di altri fattori che ritenevi importanti. Per esempio, quelli che sentiranno più sonno sostituiranno le loro nottate per un po' di ore in più di sonno; quelli che sentono lo stimolo di lavorare per aiutare il prossimo, saranno intimamente obbligati a prendere le redini di questa missione, lasciando al secondo posto altri valori. Questi individui avranno coscienza del proprio compromesso con il processo di ascensione e così potranno sopportare meglio questi sintomi.

É comune un diagnostico medico di sindrome di fatica cronica e ciò si deve al fatto che ogni volta che il corpo eleva la sua vibrazione, esso richiede più energia vitale Chi per sopportare questi cambiamenti. Grandi fonti di energia Chi sono il Tai Chi o la Yoga, che insegnano ad assorbire il Chi, fondamentale in questo momento. Un’altra interessante informazione: camminare al sole, all’aria aperta, per una ventina di minuti. Il sole ci rinnova e contiene l’energia della 5ª dimensione. Per questo motivo, restare al sole ci dà la sensazione di essere fuori dal tempo.
Alimentatevi con alimenti freschi, sempre che sia possibile, poiché sono fonte di energia Chi. É utile inoltre l’uso di erbe (in bagni) e tè, e anche di oli essenziali. É consigliabile bere molta acqua.

E qui chiedo ai miei amici fumatori che cerchino di eliminare questa dipendenza chimica, così nefasta tanto quanto l’alcool e le altre droghe: e ciò é fondamentale.
Affinché abbiate nozione di ciò che dico, per il piano spirituale, i fumatori e coloro che ingeriscono carni e alcool, senza parlare delle droghe pesanti, mostrano, quando ricevono trattamento in un Centro spirituale, una densa cappa di fuliggine, una pesante e appiccicosa nuvola che blocca l’entrata dei fluidi benefici.
Immaginate i Canalizzatori e i curatori di ogni tipo che usano queste sostanze... cosa non distribuiscano ai loro pseudo-beneficiati!
Oltre a non raggiungere le condizioni di sintonizzare i piani superiori più sottili, trovandosi soggetti a energie più dense, trasferiscono ai loro pazienti un’energia sporca e densa.

Attenzione non solo a quello che collocate in bocca, ma a quello che ne fate uscire. Le parole sono poderose energie che si disperdono e si raddoppiano nell’etere. Siate responsabili per il bene o per il male che causano, senza usare la scusa di non conoscere le leggi universali.

Un altro aspetto che si verifica nell’ascensione é l’apparizione di virus. Durante la trasformazione cellulare del processo di ascensione, alcuni virus possono venire a galla per essere eliminati, potendo causare eruzioni cutanee maggiori o minori. I virus che più frequentemente appaiono sono i responsabili per l’erpes e la mononucleosi.

Vi chiedo comunque di non entrare in panico, essendo tutto passeggero. Per chi utilizza tecniche energetiche di cura, che provocano una ‘pulizia’ del corpo nei primi 21 giorni, queste eruzioni ed altre forme di eliminazione di tossine saranno maggiori.

L’argento colloidale in sospensione acquosa é molto effettivo con virus e batteri. Si raccomanda inoltre il consumo di erbe come la Valeriana e il Kava Kava (Il tutto usato con i dovuti riguardi). Bagni con erbe di protezione come ruta, rosmarino, sale grosso ed altri sono pure molto indicati.

I sudori notturni e le ondate di calore durante il sonno, che ci svegliano anche durante le notti fredde, e che ci fanno sudare e sentir caldo di giorno, si devono al Kundalini che si movimenta, il che é ottimo, anche se sgradevole...

Il desiderio insaziabile di grassi e zucchero, specialmente cioccolata, si deve al fatto che l’ascensione richiede nutrienti specifici in ogni fase del processo. É anche comune il fatto che certe persone dimagriscano ingerendo molta pasta e cioccolato, essendo enorme il consumo di calorie nel processo.
Con la forma che passa ad essere più cristallina, le cellule ricevono uno strato di grasso la cui base é colesterolo, che sopporterà una vibrazione più elevata di quella della proteina, che nel corpo attuale regge le pareti o le membrane cellulari. Altra gente, comunque, aumenta di peso senza cause apparenti, il che é pure parte della trasformazione organica, dovuto allo squilibrio fra energia e materia.


Ci sono diversi sintomi di una Kundalini attiva. Buona parte di essi sono soggettivi, e dipendono anche dal livello a cui ci si trova e da quanto si sia vicini ad innalzare completamente la Kundalini stessa.

Il serpente Kundalini è caldo. Se siete prossimi al suo completo risveglio, i sitomi possono essere i seguenti:

  • Sentire che la vostra aura è in fiamme.
  • Svegliarsi di notte e sentirsi allo stesso modo, in particolare con i piedi “in fiamme”.
  • Sentirsi caldo dappertutto.
  • Riuscite ad avvertire il ronzio dell’energia dopo lo yoga, o quando state seduti, intorno a voi. Diviene anche un ronzio costante che avvertite la maggior parte del tempo.
  • Insonnia. Una volta che la Kundalini è completamente risalita, in casi estremi, addirittura si potrebbe non dormire per mesi.
  • Improvvisi aumenti di energia estremamente intensa.
  • Sentirsi irritabile ogni tanto.
  • Una senzazione di pressione nella spina dorsale, o al chakra di base.
  • La spina dorsale diventa molto calda.
  • Si avverte la sensazione di sapere le cose prima che accadano.
  • Vengono amplificate l’intuizione, ed altre abilità psichiche.
  • L’aura o la pelle pizzicano; sensazione di bruciore.
  • Vibrazioni dall’interno che formano energia.
  • Sensibilità fisica estrema ai rumori ed altre cose che ci circondano.
  • Sentirsi in estasi e molto felici.

Questi invece sono i sintomi di una Kundalini che è stata attivata:

  • Formicolio intenso
  • Sentire di voler utilizzare posizioni di yoga a testa in giù.
  • Prurito.
  • Distaccamento dalla realtà (non a livello di indifferenza come cercano di convicervi alcuni libri, ma una sensazione di pace e calma interiore, dove le cose che normalmente ci farebbero arrabbiare non causano alcuna reazione fisica, come nodi allo stomaco etc.).
  • Desiderio sessuale intensificato, oppure diminuito (di solito non dura a lungo).
  • Problemi a concentrarsi (per chi non ne aveva in precedenza).
  • Sentire la mente confusa, sentirsi come nello spazio (anche questo non dura molto).





La Liberazione involontaria dell'Energia Kundalini

 ( materiale tratto dal libro di Genevieve Lewis Paulson “Kundalini e Chakras” )


Ci sono momenti nella giornata o nella Vita in cui percepiamo dentro di noi una grande energia. Momenti in cui siamo pervasi da un profondo e totale senso di potenza in cui la “paura” non ha più nessuna ragione di “essere”. Possono essere paragonati senza ombra di dubbio a sensazioni di onnipotenza. Le onde di energia giungono a ritmi serrati e riescono a polarizzare la nostra “regione” per un certo periodo di tempo in maniera perlomeno costante. Una "esposizione" alla musica, "pura" o in "forma" di colonna sonora di un film, dove la sinergia di più aspetti messi insieme colpiscono a livello immaginifico, è in grado di scatenare un tipo di energia molto vigoroso e diverso da quello che si può definire una scarica di adrenalina. 

Ma cosa è questa energia? Come la si può “descrivere”? Perché la sentiamo? Cosa ci fa capire?

È l’energia Kundalini,È un flusso di energia capace di trasformarci in esseri multidimensionali,La sentiamo perché è una nostra naturale proprietà, solo bloccata “temporaneamente”.Ci fa comprendere la nostra vera natura divina

Nel corso del processo vitale naturale vengono liberate onde successive di energia, a seconda dell’evoluzione e della disponibilità individuali. Il movimento ondulatorio è talmente impercettibile che la maggior parte degli individui non lo percepisce, pur provando una sensazione di calore (movimento energetico) nella zona dell’osso sacro prima che inizi la liberazione, mentre chi ha una sensibilità più spiccata percepisce il flusso di energia lungo la colonna vertebrale, accompagnato anche da pressione o dolore in presenza di un blocco, oppure di anormalità nell’energia stessa. Molti strati di Kundalini attendono di essere liberati. Il fenomeno può essere paragonato all’azione dello sbucciare una cipolla. Nel corso di una Vita, è possibile liberare uno o più strati; chi conosce Kundalini è libero di decidere se liberarne più d’uno al fine di accelerare la propria evoluzione personale; in casi estremi si può giungere alla liberazione di fuoco allo stato liquido o di un fortissimo calore



Qualora Kundalini, lungo il suo cammino ascendente, trovi degli ostacoli, costituiti da energie improprie o negative, oppure se il corpo non è stato preventivamente preparato e purificato, può accadere che molti giorni dopo discenda nuovamente per poi ricominciare un’ascesa lenta e dolorosa del corpo, purificandolo e affinandolo. Tale processo può causare danni molto gravi e disturbi fisici, emotivi o mentali. Al senso di “beatitudine” che si può provare durante la liberazione di più strati, di solito abbastanza breve, fa seguito il processo di purificazione: a questo punto l’individuo “cade” in un senso di vuoto e fa fatica a fare qualsiasi cosa, chiedendosi come mai o dove sia andata a finire tutta quella magica sensazione di appartenenza alla Vita. Il processo si evolve naturalmente in questa maniera e non deve indurre a false o precipitevoli conclusioni. In presenza di blocchi profondi non vivremo il senso di beatitudine ma “subiremo” subito il processo di purificazione.


I blocchi energetici derivano da:

repressione di atteggiamenti, sentimenti
antiche "ferite" interiori o mentali
assunzione di posture scorrette o da traumi fisici.

Se il sistema psico-corporeo non è preparato ad accettare tale potente energia, il processo può durare anni.
Chiediamoci tutti noi: “Siamo preparati ad accettare questa energia?”. No! Rispondo io; ma se non sappiamo nemmeno che esiste! Di certo il medico di famiglia non ci può dare avvertenze in quanto non la conosce nemmeno lui, perché nessuno lo ha reso “partecipe” nemmeno all’Università, perché nemmeno in quell’ambito lo si spiega, perché non si crede all’esistenza di questa energia, perché fa comodo così all’Antisistema.
Dopo la liberazione non si può tornare indietro! È infatti impossibile invertire l’evoluzione, anche se talvolta la si può rallentare. Diciamo che tutti noi subiamo un processo di rallentamento da parte delle condizioni a “terra”, oppure di blocco che non permette all’energia di liberarsi.
Blocco e rallentamento. Nel caso di libera decisione di arrestare la crescita Kundalini, quest’ultima può causare l’insorgere di congestioni e di malattie che possono avere anche fatali conclusioni. Solitamente il processo di completamento della purificazione è abbastanza lungo, prima di raggiungere lo sviluppo “pieno” dei poteri psichici o spirituali. Occorre pertanto saper gestire l’energia e disporre di un corpo, una mente, uno spirito sani e aperti. A ogni incarnazione è necessario apprendere nuovamente il modo con cui controllare e sfruttare l’energia. Questo è uno degli scopi principali dell’infanzia: i bambini hanno bisogno di essere guidati nel loro comportamento e nei loro atteggiamenti in modo tale da impiegare adeguatamente le loro energie che, se lasciate incontrollate, causano problemi nella Vita quotidiana e ostacolano la crescita futura.


La liberazione involontaria di Kundalini può avvenire:

a seguito di uso di sostanze stupefacenti
di superlavoro
di una violenta contusione o di una ferita nella zona dell’osso sacro
a causa di un dolore, di un trauma o di paure eccessive
per troppo insistite pratiche di meditazione
smodati esercizi per la crescita spirituale
eccessi sessuali (anche prolungando i preliminari sessuali oltre misura, senza poi raggiungere l’orgasmo, si può causare la liberazione spontanea dell’energia).Col termine “involontaria” non si intende necessariamente “non voluta” , bensì solo spontanea.

L’età dell’acquario è caratterizzata da una forte intensità di energia che accelera enormemente l’evoluzione individuale e lo sviluppo in tutti i settori della Vita.

Fonte tratta dal sito .

La chiave per il cambiamento è dire addio alla paura

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Vorrei che la paura non fosse altro che una parola, un vocabolo privo di qualunque effetto sulle persone. Un’entità astratta che assumesse in noi le sembianze di un ricordo, una vaga intuizione di ciò che vorrebbe impossessarsi del nostro essere, ma che non ha le capacità reali per farlo. Un’idea lontana ed incapace di colpirci.
Sfortunatamente, la paura è molto più che una parola. È uno stato d’animo, un sentimento, un’emozione ed una sensazione terribile, capace di imprigionare il nostro cuore in uno stato d’inerzia, di sofferenza e dolore. Una presenza che ci impedisce di muoverci, che ci trasforma in esseri disgraziati e persi nel divenire della vita.

Il grande potere della paura

Il potere che la paura ha su di noi è immenso. Ci rende piccoli, ci toglie il sonno, ci trasforma in persone peggiori, ci spinge a tradire, ad omettere la verità e a credere che il fine giustifichi i mezzi. Può causare azioni talmente ignobili, che la paura stessa fa paura di fronte alla capacità che ha di seminare il male negli uomini.
paura
Se avete un lavoro che vi consente di sfamare la vostra famiglia, vivrete nella terribile paura di perderlo. Pur di tenervelo stretto, sarete capaci di qualsiasi cosa, persino di tradire altre persone. Allo stesso modo, chi è sopra di voi si potrà approfittare della situazione per giocare con voi, con i vostri sentimenti e le vostre necessità.
La paura è un potente strumento che le persone senza scrupoli utilizzano di continuo per inculcare negli esseri umani l’immobilità, il rifiuto verso il cambiamento, un senso di accettazione verso ciò che si ha, il timore di guardare avanti alla ricerca di un futuro migliore, il bisogno di essere felici in questa vita…
“Quando soffrire sarà più difficile che cambiare, cambierai”
-Robert Anthony-

Se ci priveranno di tutto, perderemo la paura

Siamo sommersi in una società in cui il possesso, il consumo e l’avere la proprietà su qualcosa o qualcuno giocano un ruolo fondamentale. Di conseguenza, ciascuno di noi ha molto da perdere: più possediamo, più cresce il timore di perdere ciò che abbiamo.
Chi, in questo mondo, non è padrone di un posto di lavoro, un luogo, una famiglia, un’automobile? Chi non ha paura di perdere tutto quello che ha coltivato negli anni, il frutto di tutti i suoi sforzi? Chi non possiede anche solo una piccola proprietà? Chi non ha paura della privazione?
Eppure liberarsi di quello che ci tiene legati ci spingerà a lasciar andare la paura. Colui che sarà in grado di abbandonare la paura di perdere qualcosa, riuscirà in ultimo a far sparire la paura stessa. Chi non ha nulla da perdere, non ha nulla da temere.
donna-farfalle
Siamo abituati a riempire il nostro bagaglio di esperienze e di cose materiali, ed è raro soffermarsi a riflettere sul proprio carico. Eppure, se prestassimo maggiore attenzione, noteremmo come la nostra valigia sia in realtà piena di elementi che, in fondo, non ci servono a nulla.
Tuttavia, avere il possesso su qualcosa ci aiuta evidentemente a provare quella falsa sicurezza che si rivela essere, in realtà, effimera. Quest’effetto ci impedisce di capire che per cambiare ed essere felici, per crescere ed avanzare lungo il cammino della vita, non c’è bisogno di un bagaglio grande e ricolmo.
Esiste un detto popolare che dice che non è più felice chi più ha, bensì chi ha bisogno di meno. Pensandoci bene, questa semplice frase conferma una grande verità, ossia il fatto che stiamo creando intorno a noi una società consumistica che ci incita di continuo all’acquisto di oggetti e beni di cui, in realtà, non abbiamo alcun bisogno.
Il consumo sta consumando la volontà di molti di noi, ci sta rinchiudendo all’interno di un mondo basato sull’avere. È in questi casi sempre più frequenti, che la paura di perdere ciò che si ha spunta fuori repentina. Così come l’incapacità di cambiare per paura di non avere.
“Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la consapevolezza dell’esistenza di qualcosa di più importante della paura stessa”
-Ambrose Redmoon-

Liberarsi della paura per cambiare

Il giorno in cui saremo consapevoli di essere sopraffatti dalla paura di perdere ciò che abbiamo, il giorno in cui riusciremo a superarla, allora potremo dare il via al cambiamento che ci consentirà di dare il giusto valore a quei beni di cui l’essere umano ha davvero bisogno.
Emozioni come l’amore, l’amicizia, la bontà e la solidarietà, non producono paura; esse sono sincere, intangibili, appartengono al cuore. Sono queste le emozioni che consentono di cambiare il pianeta, quelle che ci riempiono l’anima e ci fanno vedere la bellezza del mondo che ci circonda.
Non aspettate oltre, unitevi al cambiamento. Abbandonate i possedimenti fisici di cui non avete davvero bisogno. Sentitevi coraggiosi, amate coloro che se lo meritano con anima e corpo. Lasciatevi alle spalle la paura, siate felici oggi stesso.
Fonte tratta dal sito .

JACK COONER è MICHAEL JACKSON

Il SuperCosciente

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La realtà del SuperCosciente non ha bisogno di essere dimostrata; 
è una esperienza.




Nello studio della costituzione psichica dell'essere umano, è arriva­to il momento di prendere in esame la parte superiore dell'inconscio: il supercosciente e il Sé spirituale.


Anzitutto bisogna affermare la realtà del supercosciente, poiché essa non è ancora generalmente rico­nosciuta e, soprattutto nel campo della scienza e della psicologia, è per molti una terra ignota. Ma la realtà del supercosciente non ha bisogno di essere dimostrata; è una esperienza e, quando ne diventiamo consapevoli, costituisce uno di quelli che il Bergson ha così bene chiamati 'dati della coscienza', i quali han­no in se stessi la propria evidenza e la propria prova. È un'esperienza diretta come quelle di un colore, di un suono, di un sentimento. Nessuno può, né ha bisogno di 'dimostrare' la sensazione del rosso o del verde, della gioia o del dolore; per chi ne ha l'esperienza, sono una realtà psicologica.

A questo proposito occorre evitare un possibile malinteso e chiarire un dubbio. Come si può parlare di esperienza, di consapevolezza, di ciò che è al di fuori o al di sopra della coscienza? La risposta è facile ed è la stessa che si può dare per ogni altro aspetto o livello dell'inconscio. Noi possiamo avere l'esperienza cosciente di elementi, attività, contenuti psichici che abitualmente esistono al di fuori della no­stra consapevolezza, quando, in certi momenti o condizioni, essi entrano nel campo della coscienza.

Vi è un continuo scambio, una 'osmosi', fra coscienza e inconscio. In un dato momento quello che era supercosciente diviene cosciente, resta tale per un po' di tempo più o meno breve o lungo, e poi ritorna a essere supercosciente. Ricordo a questo proposito che 'supercosciente', 'inconscio', 'cosciente' sono aggettivi, sono cioè condizioni temporanee di un fatto psichico.

L'entrata del supercosciente nella coscienza può avvenire in due mo­di: il primo, e più frequente, si può chiamare 'discendente': è l'irruzione di elementi supercoscienti entro il campo della coscienza, quali intuizioni, illuminazioni improvvise, ispirazioni. Spesso sono sponta­nee, inattese, ma talvolta costituiscono la risposta a un appello, a un'invocazione, consapevole o no. 

Il secondo modo si può chiamare 'ascendente'; consiste nell'elevazione del nostro centro di coscienza, dell'io autocosciente, a livelli superiori a quelli ordinari, fino alla sfera del supercosciente.

Le testimonianze dell'esperienza del supercosciente sono innumerevoli, di ogni tempo e di ogni luogo, antiche e moderne, orientali e occidentali. Esse sono di vario genere; vi sono anzitutto quelle che rientrano nel campo religioso, soprattutto le esperienze mistiche; ma è bene notare che non sono le sole; ci sono esperienze supercoscienti che hanno altri caratteri, non religiosi. Se le esperienze supercoscienti sono un fatto, devono naturalmente prestarsi a un'indagine scientifica, come qualsiasi altro ordine di fatti, e invero essa è stata iniziata, ma è poco sviluppata in confronto all'enorme importanza e al valore umano e spirituale del supercosciente. Mentre ci sono migliaia e migliaia di psicologi in tutto il mondo che studiano gli altri aspetti della na­tura umana (soprattutto quelli inferiori!) pochissimi sono quelli che si occupano del supercosciente.

Quali sono le cause di questo strano fatto? Anzitutto il materiali­smo fondamentale dell'essere umano, soprattutto il materialismo teo­rico e pratico dell'uomo occidentale; egli è come ipnotizzato dalle sensazioni prodotte dal mondo esterno e da quelle del proprio corpo. Egli è fondamentalmente estroverso, tende ad agire verso l'esterno; il mondo interno in tutti i suoi aspetti gli fa paura, o si trova poco a suo agio in esso. Perciò tende a evadere, a sfuggire a tutto ciò che lo por­ta all'interno, al confronto con se stesso. Un'altra ragione è la paura di essere anormali, o di essere considerati taliChi ha certe esperienze supercoscienti teme di 'perder la testa'; soprattutto quando sono irru­zioni improvvise, inattese, diverse dalla piccola, ristretta normalità quotidiana, si teme che siano morbose, anormali, mentre sonosuper-normali. Infine nel campo scientifico l'ostacolo maggiore è il precon­cetto ostinato che quelle esperienze non siano oggetto di scienza. La psicologia, come la più giovane delle scienze, si è appoggiata, o meglio è rimasta legata, alla metodologia delle scienze naturali, la quale non le conviene affatto ed è per essa un 'letto di Procuste'. Invece ha il diritto e il dovere di usare metodi altrettanto seri e scientifici: ma adeguati alla sua natura.

Vi è stato però un gruppo di pionieri coraggiosi che hanno osato avventurarsi nel campo del supercosciente e che hanno cercato di studiarlo scientificamente. Il primo è stato il grande psicologo americano William James, il quale in una serie di conferenze, riunite poi nel volume Varieties of Religious Experience, ha fatto un acuto esame delle esperienze religiose, con simpatia e apprezzamento, ma in modo imparziale e obiettivo. Questo è tanto più apprezzabile in quanto il James riconosce di non aver avuto egli stesso queste esperienze; quindi ha dovuto fare un notevole sforzo scientifico per studiarle attraverso quel­le altrui.

Le conferenze del James sono state tenute alla fine del secolo scorso (XIX secolo – ndr). Poco dopo, un medico americano, il dottor Bucke, dopo aver avu­to un'esperienza improvvisa e inattesa di illuminazione spirituale che lo aveva scosso profondamente, si mise a studiare le testimonianze di quella che, con un termine discutibile, egli chiamò 'coscienza cosmica'. Ne raccolse e commentò molte, di ogni tempo, e ne diede una sua interpretazione nel libro Cosmic Consciousness,pubblicato nel 1901.

Un altro medico, Winslow Hall, ha fatto una raccolta di testimonianze di illuminazione il cui valore sta nel fatto che si tratta di men of the street, di 'persone qualunque', che non possedevano alcuna altra caratteristica superiore, e che pure avevano avuto esperienze di carattere supercosciente molto notevoli.

Fra gli psicologi moderni, vi è Jung secondo il quale in quello che egli chiama 'inconscio collettivo' esistono elementi che hanno un carattere superiore, superpersonale. Il sociologo Sorokin ha dedicato. un capitolo del suo libro The Powers and the Ways of Altruistic Love al supercosciente. Il Frankl, neurologo di Vienna, ammette pienamente l'esistenza di esperienze supercoscienti. Lo psichiatra Urban di Innsbruck parla della 'psicologia dell'alto'. Infine, un'ampia indagine sul supercosciente è stata fatta da uno psicologo americano, A. Maslow, professore alla Brandeis University, che ne ha esposto i risultati nelsuo libro Towards a Psychology of Being (Verso una psicologia dell'essere, Astrolabio, Roma 1971). Egli chiama 'essere' l'insieme delle esperienze che noi chiamiamo supercoscienti, poiché uno dei loro ca­ratteri è di dare un senso di 'pienezza di essere', di intensità di esistere e di vivere. Il Maslow ha raccolto una serie di dati importanti median­te interviste personali e l'uso di un questionario.

Questo ci porta a parlare dei metodi d'indagine del supercosciente. Anzitutto occorre raccogliere i documenti che già esistono: biografie, autobiografie, epistolari, ecc., di ogni tempo; poi procurarne altri me­diante colloqui personali e questionari.

Il secondo stadio dell'indagine scientifica, è l'esame, la classifica­zione, l'interpretazione, la valutazione dei dati così raccolti. Il terzo metodo, il più interessante, è quello sperimentale, cioè l'uso dei metodi psicologici, sia di quelli atti a facilitare la discesa di elementi supercoscienti nel campo della coscienza, sia di quelli che promuovono l'asce­sa del centro di coscienza nelle luminose regioni superiori.

Vediamo quali sono i dati finora acquisiti nell'indagine del supercosciente, cioè quali sono i caratteri di quei livelli superiori, o degli stati di coscienza che essi producono quando entrano nel campo della coscienza. Ne ho elencati e descritti tredici. 

Il primo è un senso di approfondimento; in varie testimonianze si parla di arrivare alla radi­ce, alla base del proprio essere, di lasciare la superficie ordinaria della coscienza, di arrivare al fondo di se stessi. 
Un altro è il senso di interiorizzazione, il procedere dall'esterno all'interno, dalla periferia al cen­tro del nostro essere. 
Il terzo è quello dell'elevazione, dell'ascesa; il 'salire' a un livello più alto. Il simbolismo di scalare una montagna, di arrivare su di una cima, si trova spesso nelle testimonianze, e viene col­legato col sentiero, con la via, da percorrere. 
Il quinto carattere è quello dell'espansione, dell'allargamento, talvolta vertiginoso, della coscienza: i limiti ristretti dell'io separato sono trascesi, annullati per il momento, e si ha il senso di partecipare a una coscienza più vasta. 
Il sesto è lo sviluppo, l'attivazione, il senso di eliminare dei 'viluppi', dei veli, ciò che chiude, che ostacola, e quindi un 'fiorire', un emergere. 
Il settimo è il potenziamento; si sente un'energia più potente operare in noi, ci si sente più forti, più dinamici; si prova la pienezza, l'inten­sità di essere, di esistere, già accennata. Un altro carattere frequente dell'esperienza è quello del risveglio. In molte testimonianze si trovano espressioni come le seguenti: "Mi sono risvegliato a una realtà superio­re", "Sono uscito dalle tenebre dei sensi", "Sono passato dallo 'stato sognante' della vita ordinaria a uno stato di veglia superiore".

Si ricordi che il nome proprio del Buddha era Gautama e che 'Buddha' significa 'il Risvegliato', 'il Perfetto Svegliato'. È anche molto frequente il senso di illuminazione di una nuova luce, non terrena, che trasfigura il mondo esterno, nel quale appare una nuova bellezza; che illumina il mondo interno, 'getta luce' sui problemi, sui dubbi e li dissipa; è la luce intuitiva di una coscienza superiore. A questa gene­ralmente si accompagna anche un senso di gioia, di letizia che arriva a stati di beatitudine. E con questi, o indipendentemente, un senso di rinnovamento, di rigenerazione, della 'nascita' di un nuovo essere in noi. Vi è poi il senso di resurrezione, di assurgere a uno stato prece­dente perduto, dimenticato. Infine il senso di liberazione, di libertàinterna.

Questo insieme di caratteri corrisponde in gran parte a quelli delle testimonianze raccolte e studiate dal Maslow, il quale indica quattordici caratteristiche, che egli chiama i 'valori della coscienza dell'essere'. 

Sono: senso di pienezza, di integrazione, di totalità; senso di perfezione, di completezza, di vitalità, d'intensità di vita; senso di ricchezza insieme anche un senso di semplicità; senso di bellezza, coscienza della bontà, assenza di sforzo, spontaneità, gioia, giocosità, 'humour'; senso della verità, dellarealtà dell'esperienza, cioè l'esperienza rivela qualcosa di vero, di più vero di quello che possa conoscere la coscienza ordinaria. Infine un senso di indipendenza, di libertà interiore, cioè di non aver bisogno di poggiare su null'altro; autosufficienza in senso superiore, spirituale.

Il Maslow dice giustamente che tutte queste manifestazioni sono interpenetranti e collegate: "Sono tutti aspetti dell'essere, più che parti di esso".

Questo fa sorgere il desiderio di avere esperienze tanto belle e affascinanti. Come possono venire favorite o provocate? Ora però devo dare qualche pennellata più scura, cioè dire che anche tali esperienze possono presentare inconvenienti e pericoli. Questi possono insorgere sia a causa della erronea comprensione e valutazione delle esperienze, sia a causa della loro intensità. L'erronea valutazione consiste, come ho accennato, nel considerarle come qualcosa di strano, di anormale, che possa essere segno di squilibrio mentale, ma a parte questa falsa interpretazione, l'irruzione, soprattutto se improvvisa e molto intensa, di elementi supercoscienti, disturba il preesistente equilibrio (più o meno reale) della personalità ordinaria e può produrre in essa reazioni, o di eccessiva eccitazione, o di disorientamento. E anche nello sviluppo, nell'ascesa verso i livelli superiori possono prodursi incidenti e disturbi.

D'altra parte, i vantaggi, il valore, di quelle esperienze sono di gran lunga superiori ai disturbi che possono, in un primo tempo, produrre. Esse aiutano in modo efficace a risolvere, o avviare alla soluzione, tutti i problemi umani, individuali e sociali. Lo fanno inquadrandoli in una realtà più vasta, riducendoli alle loro giuste proporzioni, valu­tandoli in modo diverso e più giusto. In tal modo quei problemi, o non preoccupano più e si dissolvono, oppure sono illuminati da una luce superiore in modo che le soluzioni si presentano chiare.

Ne darò qualche esempio. Una delle maggiori cause di sofferenza e di errori di condotta è la paura; sia l'angoscia individuale, sia le paure collettive che possono spingere fino a una guerra. Ebbene, l'espe­rienza della realtà supercosciente annulla la paura, ogni senso di ti­more è incompatibile con la realizzazione della pienezza e della perma­nenza della vita. Un'altra causa di errori e di mali è la combattività, che è basata sulla separatività, sull'aggressività, su sentimenti di osti­lità, di odio. Ma nella serena atmosfera del supercosciente quegli impulsi e quei sentimenti non possono esistere. Chi ha un allargamento della coscienza, una partecipazione, un senso di unità con tutti gli esse­ri, non può combattere più, lo trova assurdo, sarebbe come combatte­re contro se stesso! In tal modo i problemi più gravi, più angosciosi, vengono risolti, eliminati, dallo sviluppo, dall'allargamento, dall'ascesa della coscienza al livello di una superiore Realtà.








fig.1




Prima di finire il nostro esame, sia pur sommario, del supercosciente è necessario mettere bene in chiaro la distinzione fra esso e il Sé spirituale, che è indicata nel nostro schema della costituzione psicologica dell'essere umano. Spesso questa distinzione non viene fatta, poiché i contenuti del supercosciente, soprattutto nei suoi livelli superiori, sono molto prossimi al Sé e quindi partecipano in qualche misura delle sue qualità. Ma vi è una differenza fondamentale:nel supercosciente vi sono elementi, 'contenuti' di vario genere, attivi, dinamici, mutevoli, che partecipano alla corrente della vita psichica nel suo insieme. Invece il Sé è immobile, stabile, immutabile; quindi diverso da essa.

È opportuno tener presente tale differenza, anche perché questo senso di permanenza, di stabilità è trasmesso, per quanto in modo attenuato e velato, dal Sé spirituale al suo riflesso, l'io cosciente, personale; è questo che ci dà il senso di permanenza, di identità personale, attraverso tutti i cambiamenti, e l'avvicendarsi degli stati d'animo, dei mutevoli contenuti della coscienza. Per quanto noi ci identifichiamo successivamente con vari 'personaggi', con le varie sub-personalità, con le varie emozioni che via via occupano il campo della coscienza, pure in fondo ognuno sa di essere sempre se stesso. Se talvolta qualcuno dice: "Non mi riconosco più", quando è avvenuto un mutamento importante nella sua vita, ciò in realtà significa: "Quello con cui mi identificavo prima è scomparso e ora m'identifico con qualcosa d'altro". Ma proprio il dire: "Non mi riconosco più" implica, paradossalmente, un oscuro, latente senso di una sottostante con­tinuità. Se questa non ci fosse, non potrebbe neppure esservi il senso di non riconoscersi, che è basato su di un paragone, un confronto fra lo stato di coscienza precedente e quello attuale. Quindi il carattere essenziale dell'autocoscienza è la continuità, la permanenza; ma quella dell'io cosciente è soltanto un pallido riflesso della perenne, immortale essenza dell'Io spirituale, del Sé.

Il Sé, nel diagramma, è posto all'estremo superiore della periferia della personalità, in parte entro di essa, in rapporto di continuità col supercosciente, in parte al di fuori. Ciò sta a indicare la sua duplice natura: individuale e universale, allo stesso tempo. Questo sembra paradossale, incomprensibile alla mente, alla coscienza personale, ma è uno stato di coscienza che può essere, ed è, sperimentato, vissuto,in certi momenti di elevazione, di 'uscita' dai limiti della consapevolezza ordinaria. In esso si prova un senso di allargamento, di espansione senza limiti, pervaso da intensa gioia e beatitudine. È essen­zialmente ineffabile, non esprimibile in parole.

Qui si viene a contatto col Mistero, con la Realtà suprema. Di questo non posso parlare; è oltre i confini della scienza, della psicologia. Ma la Psicosintesi può aiutare ad avvicinarsi, ad arrivare a quella soglia, e questo è già molto.



Abbiamo detto che ci sono due modi diversi e in un certo senso opposti per l'esplorazione del supercosciente. Il modo più frequente è quello che si può chiamare discendente: consiste nell'afflusso, nel­l'irruzione nel campo della coscienza di elementi superiori. Si potrebbe considerare quale una forma di telepatia verticale; telepatia, poiché fra l'io cosciente e il Sé c'è una notevole distanza. Quegli afflussi si manifestano sotto forma d'intuizioni, ispirazioni, creazione geniale, impulsi all'azione umanitaria ed eroica. Vi sono anche fenomeni specificamente parapsicologici, alcuni dei quali indurrebbero ad ammettere che col tramite dell'inconscio a tutti i suoi tre livelli arrivino alla coscienza influssi e impulsi aventi origine extraindividuale.

L'altro tipo di rapporti e contatti che possiamo stabilire col supercosciente è quello ascendente. Esso consiste nell'elevazione dell'io cosciente, e con esso dell'area della coscienza, a livelli più alti, fino a penetrare nella zona che normalmente ignoriamo poiché è al di sopra del livello ordinario della nostra consapevolezza Questo è indicato chiaramente nel nostro schema (vedi fig. 1).

La zona al centro rappresenta il livello e l'area normale di consapevolezza, con al centro l'io cosciente. Nell'ascesa interna tutto ciò si sposta e sale al livello del supercosciente e quindi l'area della coscienza viene a includere il contenuto del supercosciente e ad avvicinarsi sempre più al Sé spirituale.

Oggi mi soffermerò su questo secondo modo.

Ho chiamato tale ascesa 'alpinismo psicologico' e questa designa­zione non è soltanto un paragone più o meno suggestivo: essa indica un'analogia sostanziale e uno stretto rapporto simbolico; nell'illustrarlo mi varrò, fra l'altro, di alcuni appunti di un valente matematico e non meno valente alpinista: il professore Ettore Carruccio.

Una prima analogia è quella riguardante i diversi moventi che pos­sono indurre e incitare alle ascese, tanto a quelle fisiche, quanto a quelle interne. "Talora", come dice giustamente il Carruccio, "la pas­sione alpinistica assume una forma che la collega con la concezione del superuomo, nel senso di Nietzsche, in una esasperata affermazione di potenza individuale, nel superamento di estreme difficoltà non di­sgiunte da gravi pericoli". Analogamente la spinta a lasciare i livelli consueti della vita psichica può consistere in una ricerca e in un'af­fermazione di superiorità, nel desiderio di sviluppare facoltà mediante le quali dominare gli altri: la nietzscheiana 'volontà di potenza', la brama di acquistare poteri supernormali, 'magici'. È un movente essenzialmente egoistico, anche se talvolta si nasconde sotto espressioni pseudospirituali.

Un altro movente comune a entrambi gli alpinismi è l'evasione dalla vita ordinaria, dalla realtà comune considerata, sentita, come meschina, noiosa, penosa, cioè in vari modi insoddisfacente. È una reazione frequente alle costrizioni e alla prosaicità della vita moderna, soprattutto nelle grandi città.

Un terzo movente è quello del fascino che esercita direttamente l'ignoto, lo straordinario, il misterioso, che ha sempre spinto gli uomini alla conquista, l'esplorazione, la conoscenza del nuovo, di ciò che è al di là, a fare esperienze diverse da quelle consuete. Questo mo­vente, questo impulso imperioso, talvolta irresistibile, è stato impersonato da Omero nella figura di Ulisse e tutta l'Odissea svolge que­sto tema. Le sue manifestazioni moderne sono la ricerca di esperienze straordinarie e si usano tutti i mezzi per averle, comprese le varie droghe. Occorre tener conto di questo movente per comprendere molte cose che avvengono attualmente.

Un quarto movente è l'attrazione, il fascino dell'avventura, della difficoltà, del rischio per se stesso, indipendentemente dai risultati e dei compensi dell'impresa; per esempio alcuni casi recenti, come quello del 'navigatore solitario' che ha attraversato gli oceani in una barchetta. Questo avviene appunto nell'alpinismo detto 'accademico', cioè nella ricerca e nei tentativi di percorrere vie nuove, e le più dif­ficili, per arrivare sulla cima di una montagna, sulla quale si può arrivare in modi meno pericolosi.

Questo movente si associa talvolta al precedente, e ciò spiega come su molti giovani non facciano presa gli avvertimenti, e la dimostrazione dei rischi ai quali si espongono e tanto meno i divieti e le costrizioni esterne. Il riconoscimento di questo fatto è importante, poiché dimostra che nell'opera di prevenzione e di cura di coloro che si drogano, occorre ricorrere ad altri modi, fare appello ad altre molle psicologiche. Non ci si illuda che indicare i rischi, i danni di quello che fanno, basti a distoglierli; ma non posso soffermarmi su questo.

Un quinto movente, spesso molto forte, e che non deve essere con­fuso con i precedenti, anche se non di rado può essere associato in varie proporzioni con essi, è l'attrazione, il fascino di quello che è veramente superiore, che ha un valore più alto, di natura genuina­mente spirituale. Sotto questo aspetto l'alpinismo, scrive il professor Carruccio, "è inteso come un ramo dell'ascetica in relazione col senti­mento religioso nelle sue varie forme, dall'antichità ai nostri giorni". Guido Rey pensava con spirito poetico a un convento di alpinisti: "Le vette attorno", egli ha scritto, "sono gli altari ove si vanno a compiere i riti misteriosi, lontani dalla vista degli altri uomini, terri­bili talora, e quindi si è compiuto il rito più terribile e il più santo".

Questa affermazione è molto significativa. Indica la ragione dell'in­tensa attrazione, del fascino che hanno sempre suscitato le montagne e il carattere sacro a esse attribuito da tutti i popoli, e gli stati d'en­tusiasmo, di elevazione interna provati dagli alpinisti.

Ecco qualche espressione significativa riportata da un ottimo studio di Edoard Monot-Herzen su questo tema, intitolato "Ad summum per quadratum" (per quadrato intende la base di una piramide che è un simbolo geometrico ascendente) pubblicato nella rivista Action et pensée, dicembre 1956. "La guida Joseph Pession, entrando nel rifugio superiore del Cervino, mi disse: 'Entrando qui si abbandonano tutte le miserie terrene... ora entreremo in un mondo del tutto nuovo'. E un portatore, quando arrivò sulla cima, disse che 'sentiva la voce degli angeli e che ormai poteva morire contento'".

Il pittore Alberto Gross, riferisce il figlio Carlo, provò per circa 70 anni un amore appassionato per il Cervino, trasfigurato da una specie di mistico sentimento. "Questo", dice il Monot-Herzen, "si applica allo stesso Carlo Gross e a Guido Rey, che entrambi scris­sero un libro sul Cervino, o a me stesso, che in 50 anni feci 19 ascensioni al Cervino, riportandone ogni volta una nuova rivelazione e un nuovo incanto".

È noto che gli indiani consideravano le vette dell'Himalaya come la dimora degli Dei, e che per i greci le loro divinità abitavano sul monte Olimpo. Il grande pittore giapponese Hokusai dipinse più di cento volte il sacro nome Fuji, considerato quale tempio della divi­nità detta 'La Principessa del Fiore-Sbocciato', che allude alla rosa e al suo sbocciare. In uno di questi quadri di Hokusai si vede la cima del Fuji scintillante al sole, mentre a metà costa imperversa il tem­porale. Altre testimonianze sono i templi che si trovano sui monti, la rivelazione sul monte Sinai a Mosè, la trasfigurazione del Cristo sul monte Tabor, il suo discorso sulla montagna.

Vediamo più da vicino le analogie più precise fra i vari stadi dell'Ascesa esterna e interna. Prima dell'ascesa occorre in entrambi i casi un'adeguata preparazione. Quella degli alpinisti è l'allenamento dei muscoli in pianura, con la ginnastica e altri mezzi per rafforzare i mu­scoli. Prima di salire bisogna essere forti in pianura; sarebbe assurdo tentare un'ascesa mentre riesce faticoso fare del podismo, della gin­nastica. Questo è ovvio; invece non è riconosciuto e attuato per le ascese psicospirituali, che spesso vengono tentate senza alcuna preparazione.

Nella Psicosintesi noi insistiamo sempre che occorre una adeguata psicosintesi personale, il dominio e l'uso delle energie e delle funzioni normali dell'uomo prima di sviluppare quelle superiori, prima di sali­re a esplorare il supercosciente. Quando questo non viene fatto si possono produrre squilibri psichici, anche gravi.

Ma la preparazione fisica o psicologica non basta, occorre una cono­scenza almeno teorica della regione nella quale stiamo per avventu­rarci. Per i monti, fuorché nei casi di montagne su cui si sale per la prima volta, ci sono carte topografiche, informazioni e descrizioni di chi vi è già stato. Nel campo psicologico ciò corrisponde alle cono­scenze già acquisite riguardo al supercosciente per mezzo degli scritti di coloro ché hanno avuto esperienze di quei livelli superiori. Ancora più utili sono i rapporti personali con chi ha esplorato quelle altezze: gli Istruttori spirituali genuini; dico genuini, poiché molti che si pro­clamano tali, non lo sono.

Con questa duplice preparazione si può affrontare l'ascesa. È un'ascesa, non è un volo; quindi ha vari stadi e tappe. Ci sono due de­scrizioni, entrambe molto istruttive e illuminanti, di questa salita gra­duale: una è la salita di Dante sul monte del Purgatorio, che è l'oggetto della seconda cantica della Divina Commedia. Letta dal punto di vista psicosintetico e anagogico, può dare anche ora molte indicazioni utili e sempre attuali, poiché gli ostacoli e le difficoltà da superare sono in gran parte le stesse.

L'altra è la salita al monte Carmelo, che è descritta in un grosso volume di san Giovanni della Croce. Questo ha un carattere specificamente ascetico e mistico, ma anche in esso ci sono vari tesori di conoscenza psicologica e di istruzioni che, tradotte in linguaggio mo­derno, e tolte da certe inquadrature dell'epoca, possono essere molto istruttive. Ne darò solo un esempio: san Giovanni della Croce descrive minutamente gli stati di aridità, di freddezza, di 'notte oscura' che seguono alle prime esperienze gioiose, calde, ricche di sentimento. Esse corrispondono al freddo e alla nebbia fitta in cui un alpinista a un certo punto dell'ascesa entra, prima di arrivare alla vetta irradiata dal sole.

Questo simbolismo della montagna e dell'ascesa è stato utilizzato in vari metodi psicoterapici. Un professore di clinica medica a Darm­stadt, che ha fatto uso attivo della psicoterapia, Carl Happich, presentava tre situazioni simboliche che chiamava Meditazione del prato, della montagna e della cappella.

Questo metodo dell'ascesa interna mediante l'immaginazione di una salita su una montagna è stato usato, fra altri, dal Desoille nella sua tecnica del (rêve éveillé', e poi sviluppato e modificato, coi nomi di 'Imagerie mentale' e 'Oneiro-thérapie' dal dottor Virel.

Anche col metodo del disegno spontaneo si hanno non di rado im­magini di montagne da salire già conquistate.

L'importanza dei simboli quali specchio e tramite di realtà spirituali, è indicata nello schema seguente:




fig.2




In questo schema vi è un centro esterno che può fare da specchio del Sé spirituale.

Talvolta, anzi, è più facile percepire un riflesso del Sé spirituale, non con l'ascesa diretta, ma col suo rispecchiarsi in un centro esterno.

Questo può essere il terapeuta stesso, come modello ideale, ma ancheun simbolo come quello della montagna. Vi sono varie categorie disimboli e vari simboli anagogici di ascesa che possono essere utilizzati.

Nella Psicosintesi usiamo esercizi di questo genere: uno, quello suaccennato del monte del Purgatorio. La Divina Commedia può essere considerata come il poema della psicosintesi, perché descrive i suoi tre grandi stadi: prima la discesa all'Inferno, che è la fase psicoanalitica, la discesa nell'abisso dell'inconscio inferiore; poi la salita al Purgatorio che rappresenta l'ascesa interna; poi il Paradiso che indica stadi sempre più alti di realizzazioni spirituali.

Un altro gruppo di simboli è usato nell'esercizio sulla leggenda del Graal. Esso è descritto nel mio libro: Principi e metodi della psico­sintesi terapeutica (pp. 171-173).

Questi simboli non hanno soltanto efficacia terapeutica; sono non meno efficaci, se non più, per conquistare le altezze luminose del supercosciente, per scoprirne tutte le meraviglie e per utilizzarne i tesori.

Come per salire su un monte ci sono varie vie, così ci sono varie 'vie interne', adatte ai vari temperamenti, ai vari tipi psicologici, per salire sulle vette del supercosciente e venire in contatto col Sé spiri­tuale. C'è la via mistica, la via dell'amore, la via estetica espressa da Platone nella sua famosa scala della bellezza, la via meditativa, ecc.

Ora dirò qualcosa soltanto della via meditativa, che rientra più di­rettamente nel campo della Psicosintesi.

La prima fase, che in un certo senso corrisponde alla preparazione suaccennata, è quella del raccoglimento, della concentrazione dalla periferia al centro, della disidentificazione, cioè la liberazione del campo di coscienza dai contenuti ordinari. La nostra coscienza in generale è dispersa in vari punti del campo di coscienza; inoltre riceve continuamente messaggi, 'informazioni' come si suol dire ora con linguaggio cibernetico, dai vari livelli dell'inconscio e dal mondo esterno. Quindi prima di tutto occorre 'rientrare in sé', cioè ritirare la coscienza nell'io cosciente in mezzo al centro dell'area cosciente, al livello normale.

Occorre fare silenzio, non solo esterno, ma anche interno; a questo proposito citerò una risposta arguta di un Istruttore. Un suo discepolo diceva: "Io chiudo gli occhi, non guardo l'esterno, chiudo le orec­chie a ogni parola o rumore, eppure non ho nessuna realizzazione". L'Istruttore gli rispose: "Prova anche a tenere la bocca chiusa, a faresilenzio, non solo esterno ma anche interno". Infatti se noi ci osserviamo, ci accorgiamo che continuamente qualcosa in noi parla, ci sono continue voci dalle nostre sub-personalità, dal nostro inconscio, continui clamori interni; perciò non basta il silenzio esterno, mentre si può essere raccolti anche in mezzo ai rumori esterni.

La seconda fase è quella della meditazione vera e propria. Anzitutto meditazione sopra un tema formulato con una frase o indicato da una parola. Il suo primo stadio è la riflessione intellettuale, ma a questa segue qualcosa di più profondo e vitale. È un percepire, realizzare coscientemente la qualità, il significato, la funzione, il valore di quello su cui si medita, sì da sentirlo quasi vivere e agire in noi. Invece di parole si possono usare immagini, simboli, osservati ester­namente e visualizzati internamente.

Ancora più alto è lo stadio della contemplazione e di questa è difficilissimo, quasi impossibile, dire con parole in che cosa consiste; si può solo accennare che è uno stato di identificazione così intima con ciò che viene contemplato che si perde la coscienza di ogni dualità; è la fusione del soggetto e dell'oggetto in un'unità vivente. Quando poi non si usa alcun tema, la contemplazione è uno stato di perfetta calma, di silenzio interno, un 'consistere' nella pura coscienza di essere.

Allora si raggiunge con piena coscienza la regione e la sfera che normalmente è supercosciente. In questo stadio si può avere l'esperienza delle varie qualità, e delle attività psicospirituali che si svolgono nel supercosciente. Esse non sono qualcosa di astratto, di vago, di evanescente, come potrebbe ritenere chi non le conosce; sono qualcosa di vivo, d'intenso, vario, dinamico, che si percepisce come più reale delle esperienze ordinarie, sia interne che esterne. I suoi principali caratteri sono:

Una percezione di luce, una illuminazione, sia in senso generale, sia luce su problemi e situazioni di cui si rivela il significato.
Un senso di pace, di pace completa indipendente da qualunque cir­costanza esterna e stato interno.
Un senso di armonia e bellezza.
Un senso di gioia, di letizia: la letizia così bene espressa da Dante.
Un senso di potenza, della potenza dello spirito.
Un senso di grandezza, di vastità, di universalità, dell'eterno.

Tutte queste qualità s'interpenetrano, non sono separate l'una dal­l'altra e anche questo Dante l'ha detto mirabilmente.

Questa esperienza contemplativa così alta non può naturalmente essere permanente, ma anche dopo che è finita produce effetti, cambiamenti spesso profondi nella personalità ordinaria. Fra l'altro essa favorisce una graduale stabilizzazione del centro di coscienza personale e dell'area della coscienza normale a livelli via via un poco più alti; o tale area può arrivare a trovarsi quasi sulla linea di demarcazione (non di divisione, ma di distinzione) fra inconscio medio e supercosciente, in modo che la coscienza di veglia resta sempre illuminata in qualche misura.

Questo poi facilita e rende più frequente la discesa di intuizioni di ispirazioni. Il culmine, il simbolico arrivo alla vetta è l'unione del centro di coscienza personale col Sé spirituale. Faccio osservare che nello schema la 'stella' che rappresenta il Sé spirituale è tratteggiata in parte dentro e in parte fuori dell'ovale; questo indica che il Sé partecipa dell'individualità e dell'universalità, è in contatto con la Realtà trascendente.

Un altro effetto di queste esperienze è l'azione ispirata, l'impulso potente ad agire. Anzitutto esprimere, effondere, irradiare, far partecipi gli altri dei tesori scoperti e conquistati. Poi collaborare con tutti gli uomini di buona volontà, con tutti coloro che hanno avuto simili esperienze, a dissipare le tenebre d'ignoranza che avvolgono l'umanità, a eliminare i conflitti che la dilaniano, per preparare l'avvento di una nuova civiltà in cui gli uomini, lieti e concordi, attuino le meravigliose potenzialità latenti delle quali sono dotati.
Fonte tratta dal sito .



Roberto Assagioli

Il nostro corpo cambia frequenza vibratoria di Monique Mathieu

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Vivete accanto alla vita ma non vivete nella vita!
di Monique Mathieu 


 
«I problemi di salute, perlomeno le sofferenze fisiche, hanno molti motivi per manifestarsi. Uno di questi è il profondo disagio, è una sofferenza non accettata; a volte è anche tutta la rabbia espressa oppure no. Voi conoscete queste cause ma ciò non significa che a volte non cadiate in queste trappole.

Un altro motivo, molto importante, è il cambiamento vibratorio del vostro corpo, del vostro pianeta, di tutto ciò che vive. Abbiamo parlato molto spesso di questo cambiamento vibratorio, di questa preparazione alla transizione, ma ne parleremo ancora.
È molto più complicato di quanto pensiate perché tutto deve trasmutare in voi, sia a livello del vostro corpo fisico che del vostro corpo energetico, per potersi adattare alle energie straordinarie delle dimensioni superiori.

Finché nei vostri corpi vi è una resistenza cosciente o incosciente, vi è automaticamente somatizzazione e sofferenza.
La malattia non esiste! Considerate tuttavia che una particolare malattia corrisponde ad una particolare entità. In questo momento molti di voi vengono colpiti a livello delle vie respiratorie, della gola; tutto ciò può essere considerato come un’entità che corrisponde a queste malattie e che frena la vostra trasformazione, la vostra preparazione alla transizione. Dovete avere una grande volontà, una grandissima comprensione e soprattutto molto Amore per potervi preparare a questa immensa transizione senza effetti secondari sul vostro corpo fisico sui vostri corpi energetici.

Come manifestare la vostra volontà? Unicamente essendo consapevoli di ciò che siete, sorvegliando i vostri comportamenti, pensando il più possibile a sostenere le vostre salite vibratorie e ad agevolare la trasformazione dei vostri corpi verso questa vibrazione molto più alta.

Può essere una fortuna per voi subire tutto questo, perché avrete una consapevolezza più profonda che in voi accade qualcosa, perché vivrete una trasformazione interiore. Alcuni non avranno bisogno di questa manifestazione per vivere questa trasformazione interiore. L’hanno vissuta in un modo diverso o la vivranno un po’ più tardi.

Siate il più consapevoli possibile di questa immensa trasformazione che state vivendo. Queste grandi stanchezze che vi prostrano sono talvolta anche un segno della vostra trasformazione vibratoria! Non è così facile come supponete accedere all’ottava superiore. Sapete di essere essenzialmente energie ma in ciò che siete, esse hanno frequenze diverse e dovete poterle accordare all’ottava superiore. Non è facile per voi, Terrestri, perché non solo affrontate la vostra stessa trasformazione ma affrontate anche tutte le energie che vi circondano e quelle provenienti dall’Universo che possono talvolta destabilizzarvi.

Verrà un momento in cui comincerete a sentirvi più leggeri, dove tutto andrà a posto nel migliore dei modi. In quell’istante, non sarete più deboli poiché non sarete più in profonda trasformazione. Diciamo deboli nei confronti di certe energie. Quindi resisterete molto meglio a tutte le gigantesche emanazioni di energie che vi sommergono.

Per una maggiore comprensione, dovete avere questo in mente: non pensate più alla parola «malattia», pensate alle parole «trasformazione» e «trasmutazione».
Bandite la parola «malattia» dal vostro vocabolario e dite semplicemente: il mio corpo si trasforma, le mie energie si alleggeriscono ma perché tutto ciò si possa verificare, questo a volte mi provoca disagio.
Vi abbiamo parlato spesso dell’essere Divino che è in voi, ognuno di voi ne è completamente consapevole, gli parla anche, ma la connessione non si è ancora verificata, quindi ricevete solo un aiuto molto parziale del suo immenso potere.

Dovete assolutamente riarmonizzare i vostri corpi nella vibrazione più alta. Quello che vi crea tutti questi problemi sgradevoli, è una disarmonia fra la frequenza vibratoria del vostro corpo fisico e quella dei vostri corpi sottili.

Diciamo a coloro che operano con le energie che tutto ciò non ha niente a che vedere con quanto conoscete a livello energetico; questo accade unicamente nel suono, nella frequenza vibratoria che emette un suono particolare.

Vi basta semplicemente connettere la vostra coscienza al vostro corpo fisico e a tutti i vostri corpi energetici, vi basta anche chiedere il nostro aiuto, di abbandonarvi a noi e di abbandonare tutte le vostre preoccupazioni e tutte le vostre ansie. Se siete assorbiti dalle vostre preoccupazioni, dai vostri pensieri, senza lasciarvi andare, il lavoro che potrete compiere non sarà molto importante.

Tuttavia ognuno può farlo a modo suo; vi lasciamo liberi di riarmonizzarvi attraverso l’Amore che potete avere per il vostro corpo, della consapevolezza che potete avere del Divino che è in voi e che è onnipotente. Noi non vi imponiamo niente, vi diamo semplicemente delle possibilità.
Sappiamo quanto è difficile per voi vivere questa transizione! Molti esseri umani vivono questa trasformazione in modo estremamente difficile, semplicemente perché non sono consapevoli di ciò che accade loro, perché sono nella ribellione, nel risentimento, nella violenza e nella non accettazione.

Quindi, anche se vivete qualche disturbo, siate coscienti della fortuna che avete. Siate inoltre coscienti del notevole aiuto che vi possiamo apportare.

Voi non pensate sufficientemente a noi o dubitate. 

Potete dire: certo ci aiutate ma questo non ha un effetto significativo perché sono sempre molto stanco, perché ho sempre questo raffreddore che non vuole lasciarmi, perché ho sempre mal di gola, perché, perché… e noi, noi risponderemo: cosa fate realmente voi? Avete sufficiente Amore per il vostro corpo, per tutti coloro che vi circondano, Amore per l’Universo. Siete consapevoli di ciò che vivete? Siete consapevoli delle vostre capacità? 

A volte siete compianti e assistiti e non comprendete la notevole forza che dimora in voi.
Chiedete agli altri di darvi ciò che non possono darvi o che vi danno con il loro Amore, mentre in ciascuno di voi si trova una forza straordinaria.

Naturalmente, potete farvi aiutare, questo è nobile e puro se viene fatto nell’Amore! Tuttavia non dimenticate che nel più profondo di voi stessi si trova la forza che può essere attivata per aiutarvi nell’immensa trasformazione che tutti vivete attualmente.
Non un solo essere vivente, sia che appartenga al regno minerale, al regno vegetale, al regno animale o al regno umano sfugge a questa immensa trasformazione vibratoria! Tutto deve trasformarsi o morire, tutto deve prepararsi per la nuova Terra, per la nuova vita!

Questo ha una considerevole importanza. Vivete accanto alla vita ma non vivete nella vita! Vivete nelle vostre preoccupazioni, noi lo comprendiamo perché la vita sulla Terra è molto difficile nell’attuale epoca.

Se tutti gli umani riuscissero a vivere molto più serenamente, molto più saggiamente, tutto accadrebbe in modo migliore per ognuno di loro.»
Fonte tratta dal sito .

Il periodo degli sconvolgimenti non durerà ancora a lungo

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L’Amore rende accettabile ogni cosa di Monique Mathieu


Il periodo dei traumi e degli sconvolgimenti non durerà ancora a lungo. L’umanità è sul punto di capovolgersi verso un’altra coscienza, ma prima rimangono ancora degli scalini da salire.

Alcuni di voi si interrogano su ciò che è accettabile od inaccettabile, a livello individuale o globale.
La soglia che rende una cosa accettabile od inaccettabile varia a seconda delle persone : ciò che è accettabile per una persona non lo è per l’altra e viceversa.
Ad ogni modo, a partire dal momento in cui avete fatto un certo lavoro di accettazione e di mollare la presa, la vita e tutto ciò che vi si presenta diventa assolutamente accettabile. Ogni cosa diventa inaccettabile solamente quando siete nel rifiuto.
E’ evidente che nella vostra attuale società la vita di molti esseri umani sia completamente inaccettabile, e noi lo capiamo.
Perché in questa attuale epoca c’è così tanta sofferenza, ingiustizia e violenza ? Perché gli esseri umani non sanno gestire la propria vita, la dirigono in modo completamente errato, e questo rende le loro esperienze di vita molto difficili, creando sofferenza e violenza, sia a livello di gestione di un paese che di gestione individuale.
Perché tutto questo ? Semplicemente per mancanza di Amore ! A partire dal momento in cui gli uomini diventano molto meno egoisti, molto meno ripiegati su loro stessi, a partire dal momento in cui imparano a vedere i loro fratelli veramente come dei fratelli, tutto è semplice, tutto è facile.
Direte che non siete voi a fare le leggi, ma sono i governi ad idearle e a renderle effettive. Anche in un mondo molto tormentato, se siete in pace dentro di voi, le leggi inadeguate cadono da sole !Quando siete in rivolta e vi urtate ad ogni difficoltà, quelle leggi persistono. A partire dal momento in cui siete nell’accettazione e coinvolti in un’azione di Amore e di fratellanza, le leggi caduche crollano da sé.
Tuttavia un singolo essere umano non può cambiare da solo questo stato di cose, ci vuole un numero maggiore. Ma quando una maggioranza di uomini infelici non è coinvolta nell’azione bensì nella ribellione e nella sofferenza, diventa molto difficile far cambiare gli atteggiamenti e le leggi, così le difficoltà permangono.
Come fare allora per accedere alla nuova dimensione, per accedere alla vita che vi abbiamo tanto promesso, a quella vita di serenità, di fratellanza, di pace e di Amore ?
Cercando di capire bene chi siete ! In ogni situazione c’è un punto di rottura, vale a dire che se siete più numerosi ad amare, se siete più numerosi a capire che l’altro è un altro voi stessi, a capire che se amate voi stessi amate ed aiutate gli altri, non vedete più gli altri come dei nemici ma come dei fratelli. In questo modo, un piccolo numero di persone diventa in grado di cambiare tutto.
Non è stata una maggioranza di persone ad avere fatto le rivoluzioni ! Ma sono sempre partite da un piccolo numero di persone. A livello spirituale è esattamente la stessa cosa ! Non sarà una maggioranza di chiese di ogni religione che farà cambiare il mondo, ma una minoranza di persone che pensano ed amano nel modo giusto, molto semplicemente una minoranza di persone vere.
Adesso avete gli strumenti per fare parte di questa minoranza. Avete tutto in mano per agire, ma ancora non osate, perché siete nel dubbio, perché vi dite che non è possibile, che non ne avete la capacità, quando invece avete ogni capacità, ogni possibilità.
Troppo spesso dimenticate che tutti voi avete l’infinito potere della Parte Divina che vive dentro di voi, ma voi non la lasciate esprimersi perché non la riconoscete, quando invece lei aspetta di essere riconosciuta per potersi manifestare. Quando comincerete a riconoscere e ad esprimere l’Amore, attorno a voi ogni cosa cambierà ! Potete stare certi che questa è la realtà, la verità !
State andando incontro alle persone, offrendo semplicemente loro il vostro sorriso, per dire loro con gentilezza e semplicità che li amate ? Non osate, perché la vostra cultura viaggia nella direzione opposta a quella della fraternità. L’Amore gratuito è così semplice !
Quando arriverà il giorno in cui una minoranza di esseri umani oseranno, grazie alla loro azione trasformeranno la loro famiglia, il loro paese ed il resto del mondo. L’azione di una minoranza che agisce nell’Amore e nella fraternità farà crollare ogni legge ed ogni violenza inadeguate. Sarà così, perché questa minoranza di Amore e di fraternità sta crescendo. Ogni giorno ci sono persone che si aprono, ogni giorno ci sono persone che capiscono, ogni giorno ci sono persone che si offrono per aiutare gli altri per amicizia e per Amore.
I vostri canali di informazione non vi mostrano altro che tristezza, violenza e difficoltà, perché è un modo per mantenere le persone nell’ignoranza. Gli umani si dicono fra sé che la bontà e la generosità non esistono, perché non vengono mostrate loro. E’ naturale che i governi non ve le mostrino, perché nell’attuale stato di cose governano grazie alla paura, alla sofferenza e alla miseria che installano nei paesi. Voi avete la possibilità di non accettare e di aiutare i vostri fratelli, di vedere in loro la stessa Parte Divina che c’è in voi stessi. All’inizio ciò richiede solo un piccolo sforzo, in seguito tutto si mette automaticamente in moto, e allora guardate voi stessi e gli altri con occhi diversi.
L’accettabile e l’inaccettabile dipendono dal vostro modo di essere. Per una persona piena di Amore, ogni cosa diventa accettabile, perché vive il momento presente senza farsi domande. Per una persona che rimugina in continuazione, che vede la miseria e la sofferenza attorno a sé, ogni cosa diventa inaccettabile, perché non ha capito che l’Amore rende accettabile tutto !
Perché l’Amore rende accettabile ogni cosa ? Perché vi rende consapevoli che ogni essere umano è venuto per vivere le sue esperienze e che la sola cosa che potete fare per aiutarlo è di amarlo.
Non dovete ribellarvi alla vita. La vita vi insegna continuamente, vi offre ciò che vi aspettate da lei. 

Fonte tratta dal sito .

Il potere dell'immaginazione

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IMMAGINARE: 

"IN ME MAGO AGERE"

LASCIO AGIRE IL MAGO CHE è IN ME





CREARE UN NUOVO MONDO E' POSSIBILE

Semplicemente basta andare oltre tutto ciò che ci hanno imposto, che ci hanno ordinato, obbligato, delegato, che ci hanno fatto credere fosse cosa giusta per noi, per tutti, per le apparenze, da quando siamo nati sino ad oggi. Fin da piccoli ci hanno fatto credere che per vivere felici in questa realtà era necessario seguire le regole, ma la domanda fondamentale e necessaria da  porsi è: Regole di chi? Regole per chi? Queste regole mi hanno reso felice? Tutte queste imposizioni hanno creato un mondo migliore? Vedo intorno a me persone felici? Ed io sono felice? 

Tutto questo può sembrare un atto estremo di ribellione, ma non è così, è semplicemente un bisogno interiore e senza dubbio per porsi queste domande ci vuole molto coraggio. "A volte, la cosa peggiore che può capitare alle domande è la risposta" scrisse Romain Gary, ne "L'angoscia del re Salomone" nel 1979. 
Il nostro intelletto, il nostro spirito ha bisogno di porsi queste domande ed ha un estremo bisogno di darci le risposte. Dentro di noi giace un potenziale inesauribile, una scintilla mai accesa che vuole ardere e scàlpita ed aspetta di essere liberata. Molti di noi stanno iniziando ad affacciarsi sul davanzale della propria coscienza, questa finestra è solo un piccolissimo spazio di essa ed affaccia in un infinito mondo di possibilità, di idee mai pensate, di desideri mai richiesti; ed ogni tanto, quando siamo stufi del mondo in cui viviamo, spostiamo la tenda e sbirciamo oltre. Ma l'altezza ed il vuoto che si cela lì dietro ci spaventa, ci fa venire dei capogiri, non riconosciamo più il mondo fuori di noi, forse, non riconosciamo più neanche noi stessi e subito dopo ritiriamo la testa dentro, ma là fuori, OLTRE quella finestra, possiamo tutto.

L'immaginazione è la voce dello spirito che attraverso l'intuizione vuole connetterci alla nostra coscienza. Questa connessione avviene tutte le volte in cui ci rendiamo conto che il mondo là fuori non ci basta più, non ci piace più e senza accorgercene iniziamo ad immaginare come vorremmo che fosse. La società, le culture hanno sempre fatto in modo di bloccare questo processo, mettendo paletti nella nostra "testa", hanno creato le famose "regole", dando spiegazioni errate sul potere dell'immaginazione, perchè un essere umano che non ha paura di guardare fuori da quella finestra è totalmente libero di immaginare, di interrogarsi, di "ascoltarsi" e quindi di creare nuove realtà. 



L’uomo è nato per creare. La vocazione umana è quella di immaginare, inventare, osare nuove imprese.

(Michael Novak)


Immaginare deriva dal greco “In me mago agere” che significa: faccio agire il mago che è in me.

Roberto Assagioli, psichiatra e teosofo italiano, fondatore della Psicosintesi, ha scritto dieci leggi che descrivono come funziona l’essere umano. La prima, in particolare, ben descrive questo nostro importante potere: “Ogni immagine ha in sé un impulso motore; le immagini o figure mentali e le idee tendono a suscitare le emozioni, a produrre le condizioni fisiche e gli atti esterni ad esse corrispondenti.”

Ogni volta che immagini dai un impulso, dai il via a qualcosa che poi si crea nella realtà.

In verità, ogni movimento richiede una sua immagine che lo preceda. Funzioniamo così: immaginiamo, visualizziamo cosa fare nella nostra mente e agiamo. 

Immaginazione. Una parola che è come uno scrigno in cui sono racchiuse meraviglie. Un contenitore di bellezze sempiterne scolpite nella assenza di cose, oggetti, materia. Nell'immaginazione esistono cose, parole, pensieri, immagini, mai esistite ed il mondo per evolversi ha bisogno di tutto questo. Ad oggi, in questo periodo storico della nostra evoluzione, vediamo nel mondo come se ci fosse un blocco, percepiamo che c'è qualcosa che non va, questo qualcosa è la mancata fiducia nella nostra immaginazione, nella nostra facoltà di creare ed il nostro spirito "piange", si "dispera" e la conseguenza è un malessere collettivo. Le persone che hanno paura di immaginare si sono arrese perchè la società ci ha detto che non basta immaginare per migliorare. Eppure, quando immaginiamo, ci sentiamo liberi e da quella finestra trapela una tiepida luce: la luce della coscienza, la strada che porta verso "casa".

L’immaginazione crea ciò che non esiste, scompone la realtà e la rimescola, evoca immagini indipendentemente dalla presenza dell’oggetto cui si riferiscono. Se ci fermiamo ad osservare la vita in ogni suo aspetto, ci accorgiamo che tutte le realizzazioni umane discendono da una intuizione. E che cos’è l’intuizione, se non un germoglio dell’immaginazione? Essa si colloca, per esempio, alla base di tutte le creazioni artistiche, ne è il fondamento imprescindibile, se non ci fosse stata questa superiore facoltà umana il mondo non sarebbe mai stato quello che conosciamo e quindi l'immaginazione è capace di "creare" un mondo: chi immagina può creare un mondo, un nuovo mondo.

La dimensione sensibile rappresenta il nutrimento dell’immaginazione e attraverso i nostri sensi percepiamo il mondo, comunichiamo con esso.

Nella storia del pensiero occidentale vi sono quattro grandi sistemi filosofici: Platonico, Aristotelico, Kantiano ed Hegeliano. Ebbene, ciascuno è nato da un’immagine, dall’esigenza di cercare la verità e di definire il mondo ordinandolo. Agli albori del Novecento l’immagine divenne l’emblema dei movimenti Avanguardistici, nei campi dell’arte ma anche del pensiero speculativo. La prima volta che sentimmo pronunciare la frase l’immaginazione al potere, era il 1909 e il Futurismo cominciò a farsi largo: si creò cosi un nuovo modo di vedere il mondo.
Negli anni sessanta il filosofo/politologo tedesco Herbert Marcuse, riprese il concetto dell’immaginazione al potere donandolo agli studenti sessantottini. I quali attribuirono a quella locuzione un significato profondamente rivoluzionario. Il piedistallo su cui si erge il monumento dell’arte, in tutte le sue declinazioni, è l’immaginazione. I paesaggi dell’anima hanno preso forma grazie alle intuizioni artistiche.


Ho visto un angelo nel marmo e non l’ho scolpito finché non l’ho liberato.
(Michelangelo)

L’immaginazione nutre l’arte e dall’arte discendono i contorni di ciò che non si vede. Tutto ciò che vi è di superiore nell’uomo, gli invisibili spazi interiori, i panorami della nostra spiritualità, sono il felice esito di tutte le figure/immagini che attraversano la nostra mente. Michelangelo e Raffaello, Leonardo e Leon Battista Alberti devono ringraziare il loro ingegno immaginifico.



Il progresso dell’umanità in campo scientifico è legato a questa facoltà, tutto nasce da un’immagine e intuizione.

L’estrema religiosità che appartiene alla musica. Potrei continuare ricordando che se la pittura ha disegnato l’immagine di Dio, la musica lo ha evocato illuminando la sua essenza. Nella forma musicale del “Requiem” ha raggiunto vette espressive assolute: Mozart, Verdi e Brahms. L’accrescimento perpetuo dello spirito, sostenuto dall’immaginazione, ha trovato un luogo privilegiato anche nel teatro. Nelle opere di W. Shakespeare, del nostro L. Pirandello, A. Checov, H. Ibsen sino ad arrivare, attraversando gli anni, al teatro di Eduardo De Filippo, Carmelo Bene e la coppia Fo/Rame. 


In conclusione, quella che si è soliti definire come la facoltà di elaborare liberamente e con fantasia i dati dell’esperienza e i pensieri, è in realtà una cosa più semplice: 
il motore della vita
Fonte tratta dal sito .

Ciò che è oggi dimostrato fu un tempo solo immaginato.

(William Blake)

“Élite satanista, mi han coinvolto nel ’sacrificio’ di bambini”

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Sacrifici umani – vittime, i bambini – per poi ricattare a vita i partecipanti, membri della super-élite finanziaria internazionale. E’ il contenuto della scioccante video-intervista realizzata dalla giornalista olandese Irma Schiffers per il network indipendente “De Vrije Media Tv”. Nel filmato, pubblicato su YouTube, a vuotare il sacco è un uomo dall’aspetto giovanile, il connazionale Ronald Bernard, esperto in “psicologia della finanza”, settore che si occupa della “persuasione del cliente”. Decisamente scosso, Bernard, quando rievoca l’esperienza che sostiene di aver vissuto: si sarebbe rifiutato, all’ultimo istante, di abusare di minori, durante riti “satanici” organizzati da esponenti, insospettabili, del massimo potere. Gli occhi gli si riempiono di lacrime. «Bambini…», dice, a mezza voce. Sembra sconvolto, al ricordo. «Ti è stato chiesto di farlo?», gli domanda l’intervistatrice. «Sì, ma io non ho potuto». S’interrompe, non riesce quasi più a parlare. Poi si riprende: la sua coscienza, dice, si è come «scongelata», e allora ha detto di no. «Quando si entra così profondamente in queste cerchie – racconta – ti fanno firmare un contratto a vita: non devi divulgare i nomi delle imprese, delle organizzazioni o delle persone. Penso sia per questo che sono ancora in vita», sostiene Bernard, che infatti si guarda bene dal fare nomi.
La sua lunghissima intervista, sottotitolata in francese e tradotta in italiano sul blog di Maurizo Blondet, illumina retroscena allucinanti come quelli esplorati dal romanzo “Nel nome di Ishmael”, per il quale l’autore – Giuseppe Genna – ricevette Ronald Bernardcomplimenti da Francesco Cossiga, che al telefono gli disse: «Bravo, Genna. Vedo che ha capito come funziona, quel sistema». La trama del romanzo “svela” un’organizzazione segreta, Ishmael, dietro cui si celano i vertici del potere planetario: economiafinanzapolitica, militari, servizi segreti. Il loro “metodo”? Assassinare leader scomodi, facendo precedere l’attentato dal sistematico ritrovamento del cadavere di un bambino, a volte anche neonato, orribilmente abusato e “sacrificato”. «La maggior parte di quelle persone – dice oggi l’olandese Bernard – aderisce a una religione speciale», che lui chiama “luciferina”. Nel 2016, fece scalpore – in Svizzera – la sconcertante performance “artistica”, musicale e multimediale, messa in scena per l’inaugurazione del traforo ferroviario del Gottardo: una coreografia spettacolare, con decine di figuranti dall’aspetto sub-umano, ridotti a schiavi, in adorazione di un dio-caprone. Il tutto, sotto lo sguardo impassibile delle massime autorità europee.
«Io ero in contatto con questi circoli, queste reti», racconta Bernard alla Schiffers. «Per me non erano che clienti», spiega. «Quindi ho frequentato dei posti chiamati “Chiesa di Satana”», ma solo «come visitatore: un invitato, lasciato in disparte». E quelli? «Facevano le loro “sante messe” con donne nude e alcolici». All’epoca, continua l’olandese, «tutto questo semplicemente mi ha divertito». Niente di serio, insomma. Ma poi, un giorno, Bernard racconta di esser stato «invitato, all’estero, a partecipare a dei sacrifici». E qui l’uomo comincia a crollare: parla di bambini, dichiara di esserne rimasto sconvolto. Fra interruzioni, imbarazzi e commozione, lascia capire di essersi rifiutato di partecipare a qualcosa di abominevole. «Dopo questo, ho cominciato lentamente a crollare». Eppure, dice, quello era il mondo nel quale si era trovato: «Così ho iniziato a rifiutare incarichi  professionali: non potevo più eseguirli». Il suo rifiuto, dice, l’ha messo in pericolo: «Questo ha La cerimonia di inaugurazione del Gottardofatto di me una minaccia – per loro, ovviamente. Non riuscivo più a funzionare in modo ottimale, vacillavo, rifiutavo alcuni compiti. Non avevo partecipato…».
Lo scopo di quei riti tenebrosi? «E’ di tenere tutti in pugno, col ricatto. Devi poter essere soggetto al ricatto. E lo fanno attraverso i bambini. Questo mi ha sconvolto», scandisce Ronald Bernard, tra le lacrime. «Purtroppo – aggiunge – la verità è che ciò avviene nel mondo intero, e da migliaia di anni». Il finanziere olandese cita la Bibbia e parla di Satana, aggiungendo di aver studiato teologia «per dare un senso a tutto questo», dopo esser stato un “numero uno” in tutt’altro campo, quello della “psicologia delle masse” applicata al business: «Ero capace di manipolare le situazioni a mio vantaggio». L’intervistatrice evoca il Tavistock Institute, il controllo mentale, progetti Cia come l’Mk-Ultra. Bernard annuisce: «Sì, esattamente, ma questo fa parte del mio lavoro». E spiega: «Quando fate transazioni, dovete anche manipolare i media; dovete manipolare molte cose, perché niente può essere lasciato al caso. Tutto è falsato. Ci si abitua a vedere la gente come un gregge di pecore. Usate qualche cane da pastore per mandarle dove volete voi. E francamente, vedo che questo continua dappertutto. La gente non capisce di essere manipolata, è completamente assorbita in un meccanismo di sopravvivenza – e questo è programmato. E scoprite com’è facile, manipolare le masse in una direzione, quando a tirare i fili siete voi».
Puro cinismo, nel super-vertice evocato dal “pentito” Bernard: in quei circoli esclusivi, dice, «noi le persone  le mastichiamo: sono solo un prodotto, spazzatura». E così tutto il resto: «La natura, il pianeta, tutto può bruciare, tutto per noi può essere distrutto: sono solo parassiti inutili. Servono solo a farci crescere, a farci raggiungere i nostri obiettivi». I super-malvagi, secondo Bernard, agiscono per odio puro, in purezza ascetica e fanatica: odio per il genere umano, la natura, la “creazione”. Devastazioni orrende, a ogni livello – dal “sacrificio” di minori a quello, economico, di interi popoli – compiute come fossero “offerte votive” per la contro-divinità a cui questa oligarchia sarebbe devota. «Sono pochi quelli che non sottovalutano la gravità di tutto questo», insiste Bernard. «Perché questa è una forza annientatrice, che odia l’umanità. Odia la creazione, odia la vita. E farà di tutto per distruggerci completamente. E il loro modo per farlo è dividere l’umanità: “divide et impera” è la loro Irma Schiffersverità». Bernard denuncia il largo impiego dei servizi segreti, per produrre terrorismo e guerre allo scopo di «creare una quantità di sofferenza e miseria in questo mondo».
Traffico di droga, di armi e anche di esseri umani: sono metodi, dice ancora Bernard, attraverso i quali si implementano i fondi neri delle strutture di intelligence incaricate di organizzare “l’inferno in Terra”. Dice: «L’intero mondo che crediamo di conoscere è una illusione». Quello che «ci vien fatto credere», aggiunge, è integralmente falso. Lui sostiene di averlo scoperto grazie al tiopo di lavoro che ha svolto. «Tutto è finanziato», insiste, alludendo per esempio all’Isis. «C’è tutto un mondo invisibile», dice Bernard, che ammette di aver da poco “scoperto” i Protocolli dei Savi di Sion, storico falso documentale, fabbricato per alimentare l’antisemitismo. Un capolavoro di manipolazione, fabbricato in Russia dall’Okhrana, la polizia segreta zarista, e pubblicato nel 1903. Dopo oltre un secolo, Ronald Bernard lo trova interessante: «Se lo studi e lo capisci, è come leggere il giornale della vita quotidiana». Ma, a parte le anticaglie del razzismo europeo pre-hitleriano, il finanziere olandese che denuncia i “riti satanici” dell’élite, col “sacrificio dei bambini”, appare sinceramente scosso e allarmato: «La gente non si difende, non si oppone. Non capisce cos’è davvero la realtà». Ancora, cita il Satana della Bibbia, ormai demistificato dall’esegesi: nell’Antico Testamento, il “satàn” era un ruolo sociale, quello dell’oppositore giudiziale, nel caso di controversie. Questo però non toglie che, ai piani alti del potere, si possa credere che esista davvero, il “principe del male”: cui magari “sacrificare” innocenti?
Fonte tratta dal sito .

Nuovo documento Majestic 12, rivela che gli Stati Uniti hanno relazioni diplomatiche con gli extraterrestri

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E’ trapelato un nuovo Documento Majestic 12, rilasciato il 14 Giugno, che descrive una serie di incontri di extraterrestri con l’umanità.

Questo documento include affermazioni di pionieristiche trasmissioni radiofoniche di Nicola Tesla nello spazio esterno verso la fine del 1800 per comunicare a lontani extraterrestri dell’esistenza dell’umanità, che li ha portati a viaggiare verso il nostro pianeta, e più tardi il presidente Eisenhower ha stabilito piene relazioni diplomatiche con questi extraterrestri, in visita nel 1954.

Il documento di 47 pagine è attualmente in fase di revisione da parte di un certo numero di ricercatori per una loro autenticazione, ma la conclusione preliminare redatta dal veterano ricercatore Stanton Friedman è che non ci sono prove di falsificazione, secondo Heather Wade di Midnight in the Desert.

Heather Wade (foto a dx) ha ricevuto i documenti la scorsa notte da una fonte attendibile. Ha subito contattato Stanton Friedman, per fargli dare un’occhiata a questi documenti, che ha detto: “Non ho mai visto nulla di simile, queste sono nuove informazione MJ12”.

Stanton Friedman è continuerà l’esame di questi documenti per l’autenticità, ma in questo momento non si è in grado di trovare alcuna la prova di falsificazione.

Allo stesso modo, il Dr. Robert Wood, un altro eminente ricercatore di documenti Majestic, ha condiviso il suo parere preliminare in un’email che conferma che “i bolli, marcature, lo stile, il contenuto, i nomi” sembrano genuini.

I documenti sono stati inviati a Wade, da una fonte informatrice anonima, che ne ha rivelato l’esistenza durante il suo spettacolo del 14 Giugno, insieme ai dettagli di background dei documenti. Wade afferma che l’informatore è a lei noto per la sua affidabilità, ma lei non ha intenzione di svelare l’identità di questa persona.



MJ-1

Ulteriori informazioni sono state fornite a Linda Moulton Howe a Earthfiles.com che confermano che ci sono in realtà due fonti, entrambe da personale militare in pensione. Wade ha in programma di intervistare Howe e altri ricercatori UFO per aiutare accertare la legittimità e l’importanza del documento.

Nel frattempo, i lettori sono invitati a leggere il documento che Wade ha reso disponibile gratuitamente sul suo sito web.

Quello che segue è una descrizione dei punti chiave contenute nel documento, e la loro importanza. Un’analisi approfondita del documento saranno fornite in seguito.



Majestic-12


Secondo la pagina di copertina, i documenti sono una “conferenza preliminare” creata da Office of Counter Intelligence, della Defense Intelligence Agency l’8 Gennaio 1989.

Il titolo completo del pacchetto conferenza è “Valutazione della Situazione/Dichiarazione di Posizione sugli Oggetto Volanti Non Identificati”, ed è indirizzata all’Ufficio del Presidente.

L’ufficiale referente è descritto come “MJ-1“, che, sulla base di precedenti storici, è il direttore della CIA.

Il direttore della CIA nel 1989 fu William Webster, ( nella foto) che ha servito come direttore dal 26 Maggio 1987 al 31 Agosto 1991.

In precedenza è stato direttore dell’FBI dalla 23 Febbraio 1978, prima di andare alla CIA sotto il presidente Reagan.

Le informazioni di Wikipedia affermano che lui è l’unica persona ad aver mai tenuto entrambe queste posizioni.

Il documento informativo si riferisce a quattro gruppi di visitatori extraterrestri che sono elencati in ordine di importanza per il nostro pianeta, e cita se sono amichevoli o no.

Ci sono quattro tipi fondamentali di EBE confermati fin’ora. Sono elencati qui in ordine decrescente le loro influenze sul nostro pianeta. 
A. Umanoidi Simili ai Terrestri 
Ci sono diverse varianti, più o meno come noi. La maggior parte di questi sono cordiali e sono la maggior parte dei nostri contatti EBE. La maggior parte ha un alto grado di capacità psichiche e tutto l’uso della scienza e l’ingegneria di natura avanzata. 
B. Piccoli Umanoidi o “Grigi” 
I Grigi, così detti per la tonalità della loro pelle, sono una sorta di drone. Essi non sono molto differenti delle formiche operaie o dalle api… Sono per lo più sotto il controllo psichico degli umanoidi simili ai Terrestri che li allevano come animali domestici (o una sorta di schiavi). Assumendo che i Grigi siano sono sotto controllo benigno, sono innocui.
C. EBE Non-Umaoidi 
Questi sono in diverse classi e provengono da mondi dove la morfologia dominante ha preso un corso evolutivo diverso. Molti di questi sono pericolosi non per le intenzioni ostili organizzate, ma perché queste creature non considerano la vita umana sacra… Finora, il contatto è stato minimo con solo una manciata di sfortunati incontri. 
D. Entità Transmorfiche 
Di tutte le forme di EBE studiate finora da Operation Majestic, questi sono i più difficili da capire o addirittura da descrivere. In sostanza, tali entità non sono “esseri” o “creature”… esistono in qualche altra dimensione o piano, che è per dire che non sono nel nostro spazio o tempo. Non usano dispositivi e non viaggiano nello spazio… In sostanza queste entità sono composte da pura energia… Si dice (da altri EBE) che sono in grado di assumere qualsiasi forma fisica, che essi “canalizzano” la loro energia… in materia. 
Nuovo Documento Majestic 12

Come la descrizione di cui sopra suggerisce, le interazioni con gli extraterrestri sono raffigurate come amichevoli, in particolare quelli che coinvolgono i soggetti simili agli umani.

Essi si sono impegnati in una serie di interazioni non ostili con l’umanità che risalgono a programmi radiofonici e di energia pionieristici di Nikola Tesla alla fine del 1800.

Il documento informativo continua:



Nicola Tesla
Nel 1899, lo scienziato elettronico Jugoslavo, Nicola Tesla, più noto per la sua scoperta della corrente alternata e un dispositivo di laboratorio che porta il suo nome (la bobina di Tesla) ha intrapreso una serie di ricerche che hanno reso questo il secolo dei Dischi Volanti. 
Tesla aveva da tempo proposto che sarebbe stato possibile trasmettere direttamente energie elettriche pure a distanza senza perdita di potenza e senza fili. Nel 1899, e con… il governo e il supporto scientifico privato, Tesla aveva scelto un sito vicino a Colorado Springs, in Colorado, per condurre un esperimento di massa e mai ripetuto…. lo scopo di Tesla era di raccogliere il campo magnetico della Terra e di utilizzarlo come un enorme trasmettitore per inviare segnali nello spazio nel tentativo di contattare chiunque potesse vivere lì. 
Tesla non aveva idea che il tipo specifico di potere che aveva generato ha attraversato lo spazio e ha causato grande scompiglio a molti anni luce di distanza. 
Nuovo Documento Majestic 12


Laboratrio Tesla Colorado Springs


Senza rendersene conto, l’uso di Tesla del campo magnetico terrestre per le trasmissioni radio dirette nello spazio aveva creato un’arma di energia dirompente.

In sostanza, la prima arma al mondo ad energia diretta, ma su scala planetaria!

L’effetto di questa operazione è stato analogo allo sviluppo del Motore a Curvatura, nell’immaginario serie di Star Trek, e l’umanità è ora sul radar Galattico per la prima volta.

Il documento informativo descrive quello che è successo in seguito agli esperimenti di Tesla:
L’intelligenza extraterrestre (EI) ha tentato di rispondere alle sue trasmissioni in forma di codice binario che abitualmente utilizzano per le comunicazioni a lungo raggio (evidentemente queste energie agiscono istantaneamente a distanza e non si limitano alla velocità della luce) chiedendo che cessasse l’invio. 
Naturalmente, Tesla non ha avuto modo di comprendere il messaggio che ha ricevuto indietro dallo spazio. Fortunatamente, la rabbia dei residenti locali a causa degli gli effetti collaterali della sua ricerca lo ha costretto a terminare gli esperimenti a Colorado Springs nello stesso anno in cui li aveva iniziati. 
Nuovo Documento Majestic 12

Significativamente, il documento informativo riconosce che le comunicazioni erano istantanee, e che la velocità della luce non è un limite assoluto, almeno per il tipo di comunicazioni utilizzate dagli alieni.

Criticamente, è stato l’esperimento di Tesla, secondo il documento informativo, che ha inaugurato l’Era dei Dischi Volanti a causa del potente effetto delle sue trasmissioni di energia usando il campo magnetico della Terra.
Questo, dunque, è stato l’inizio effettivo della cosiddetta “età dei dischi volanti” dei nostri tempi. 
Come è apparso chiaro che la nostra razza era sull’orlo di un’esplosione del progresso tecnico, gli EI hanno deciso di attuare un programma a lungo termine di contatto attentamente calcolato e apparentemente casuale con l’obiettivo finale di aumentare la nostra consapevolezza del nostro posto nella comunità galattica. 
Con l’avvento dell’era atomica, questo programma è stato aumentato includendo eventuali contatti diplomatici con molti dei governi della Terra. Lo stesso approccio di messa in scena di un apparente contatto “accidentale” è stato scelto per il suo basso impatto psicologico sulla razza umana. Questa era la situazione nel caso degli Stati Uniti d’America (es: Roswell e Aztec, file New Mexico, in questo briefing). 
Nuovo Documento Majestic 12

Il documento informativo si riferisce al famoso caso di Roswell del 1947 di un crash di un UFO e del meccanismo di sicurezza nazionale, che era stato sviluppato per indagare e mantenere un sistema di segretezza.

Mentre il Crash di Roswell è ben noto, il prossimo caso descritto nel documento non lo è.

C’è stato un “atterraggio controllato” di un disco volante il 25 Marzo 1948 a Aztec, nel New Mexico, che il documento informativo descrive:


Aztec New Mexico UFO Crash

L’atterraggio controllato si è verificato in un piccolo canyon del deserto sul pascolo privato di un agricoltore e rancher locale… a circa 12,2 miglia a nord est di Aztec New Mexico. 
La nave è stata determinata essere di circa 30 metri di diametro. All’interno della cabina superiore… la squadra ha trovato i corpi di due piccoli umanoidi di circa 1,3 metri di altezza legati in posti come quelli di una cabina di pilotaggio di un jet…
Gli extraterrestri erano morti. 
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Il documento informativo ha riportato che gli extraterrestri erano morti a causa di una perdita d’atmosfera interna causato dall’impatto con una parete rocciosa nelle vicinanze.

Il rapporto ha poi descritto la scoperta di tubi criogenici con corpi umani dall’aspetto del livello più basso, quattro dei quali sono stati rianimati con successo:
Uno sguardo più da vicino ai tubi sigillati che sembravano le porte delle asciugatrici di una lavanderia ha rivelato che erano una forma complessa di un sistema di refrigerazione. 
Due erano vuoti e dodici contenevano i corpi di quello che sembravno adulti umani e bambini piccoli e neonati, tutti congelati come se conservati come campioni… 
Alla fine il team medico è stato in grado di rianimare un adulto simile maschio umanoide e tre neonati umanoidi, tutti di circa sei mesi di età, due maschi e una femmina. Il resto dei bambini, uno più iccolo, uno dalla pelle grigia con la testa larga da OBE, perirono. 
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Il sopravvissuto adulto, secondo il documento informativo, sembrava umano, ma era chiaramente un extraterrestre che somigliava ad un umano, aveva delle differenze fisiologiche, incluso il fatto che aveva due fegati. Il documento descrive come le trattative diplomatiche sono iniziate con l’extraterrestre adulto sopravvissuto.
Dopo una frettolosa tele-conferenza con il presidente Truman, è stato spiegato al visitatore che se le sue intenzioni non si fossero dimostrate ostili e avesse collaborato in uno scambio di informazioni, gli sarebbe stato concesso lo status di diplomatico e presto rimpatriato alla propria razza quando fosse stato possibile. 
Questo ha prontamente accettato, a condizione che non gli fosse chiesto di rivelare segreti scientifici che potrebbero alterare il corso del nostro sviluppo culturale naturale. 
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Che cosa avviene dopo i dettagliati scambi diplomatici durati un anno tra il visitatore extraterrestre e l’amministrazione Truman, prima di essere restituito al suo popolo:
Complessivamente, l’EBE di Aztec visse sotto la nostra custodia protettiva nel complesso di Los Alamos per quasi un anno intero, da fine Aprile 1948 fino a Marzo del 1949. 
Dopo di che, è stato sequestrato in una casa di sicurezza privata creata dalla Army Intelligence… durante questo tempo si è incontrato con il Presidente e gli altri amministratori superiori governativi e militari, prima di essere restituito al suo popolo nel mese di Agosto del 1949. 
Ha dato gli scienziati e ai militari debriefers e una grande quantità di informazioni, per lo più non tecniche, sulla sua civiltà e sulle motivazioni che lo hanno portato sulla Terra; In totale sono state redatte 683 pagine di trascrizioni delle conversazioni registrate. 
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Il documento informativo prosegue spiegando come la tecnologia data dagli extraterrestri alle autorità militari degli Stati Uniti sarebbe stata anche data all’Unione Sovietica.

L’EBE ha visto poco danno nel permette di tenere i resti della sua nave spaziale per lo studio, dal momento che aveva capito che avrebbe portato solo a uno sviluppo graduale. 
Egli ha suggerito che il suo popolo avrebbe potuto “probabilmente lasciato caderne uno in condizioni simile in Unione Sovietica, solo per mantenere l’equilibrio” e “Siete invitati a prendervela con qualsiasi autorità superiore disposta ad ascoltarvi, se non approvate questo…” 
Nuovo Documento Majestic 12

Nel 1948, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano le sole potenze nucleari conosciuti al mondo e leader dei due più potenti blocchi politici, quindi ha senso perché sono stati specificamente aiutati in questo modo. Ancora più sorprendente è quello che hanno detto gli extraterrestri sui bambini alieni:

Al team di scienziati è stato detto che i neonati simili agli umani, erano in ogni caso destinati al nostro mondo, e siamo stati invitati a tenerli. Il 21 Agosto 1949, l’EBE di Aztec è stato restituito al suo popolo in un sito d’incontri a sud ovest di Kirtland Air Force Base… e sono stati presi accordi per una prossima riunione nella stessa posizione, per aprire relazioni diplomatiche. 
Nuovo Documento Majestic 12

Nel regalare tre simil umani dall’aspetto di neonati extraterrestri alle autorità degli Stati Uniti, l’intento evidente è che gli alieni avrebbero voluto essere allevati nella società umana ed in futuro contribuire a stabilire relazioni amichevoli tra i nostri due mondi.

Presumibilmente, la stessa cosa è successa in URSS. Nel 1989, quando il documento informativo è stato preparato, i bambini alieni avrebbero avuto circa 40 anni di età terrestri.


C’erano bambini alieni che risiedevano negli Stati Uniti Unione Sovietica, e sono stati loro un fattore per la fine della guerra fredda?

Nel 1954, il documento informativo si riferisce al viaggio del presidente Eisenhower alla Kirtland Air Force Base dove ha stabilito piene relazioni diplomatiche con extraterrestri dall’aspetto umano.

Il trattato diplomatico precedente è stato redatto dal direttore delle operazioni Majestic-12 e da un comitato congiunto di visitatori extra-terrestri e rappresentanti del Corpo Diplomatico degli Stati Uniti, come una dichiarazione di intenti. E’ stato ratificato e firmato ala Kirtland Air Force Base… il 18 Luglio 1954 dal presidente Dwight Eisenhower e B. un individuo per conto degli EBE. 
Nuovo Documento Majestic 12

Come accennato in precedenza, l’autenticazione del documento informativo è appena iniziata, ma gli esperti finora non hanno individuato alcun segno di frode.

L’importanza di questo documento è particolarmente straordinaria perché un certo numero di alti funzionari sono chiamati in causa. Se William Webster era MJ-1 al momento del briefing allora questo sarebbe altamente significativo.

Attualmente è presidente del Consiglio di Homeland Security Advisory, ed è in grado di andare sul record ufficiale circa la genuinità del documento informativo.

Se Webster non conferma o suggerisce la sua legittimità, e/o il suo coinvolgimento diretto, questo avrà un effetto potente sulle prospettive di divulgazione ufficiale.

Nella seconda parte di questa serie cercheremo di fornire un’analisi esopolitica dei contenuti del presunto documento MJ-12, di come si confronta con le informazioni divulgate da una serie di informatori sui programmi spaziali segreti, e il suo potenziale impatto sugli eventi mondiali.
Fonte tratta dal sito 

Il Pd e lo scandalo del Forteto,dove si stupravano i bambini

L’orgia cannibale è realtà, Pasolini non doveva svelarla

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Tu chiamalo, se vuoi, movente esoterico. Nasce dalla chiave di lettura “simbolica” dell’evento, quella che fa caso a dettagli in apparenza insignificanti, senza valore per la verità giudiziaria. In base a questa analisi, Pasolini sarebbe stato assassinato con le modalità del sacrificio rituale, in base alla “pena del contrappasso” enunciata da Dante Alighieri, per due ragioni sostanziali. La prima: aveva denunciato la subdola ferocia del potere mettendo alla berlina, col romanzo “Petrolio”, i mandanti dell’omicidio Mattei. E soprattutto, attraverso le atroci sequenze del suo ultimo film, “Salò”, ispirato al romanzo del marchese De Sade “Le 120 giornate di Sodoma”, aveva osato mettere in scena l’abominio di perversioni sessuali violente, fino alla morte delle giovani vittime, perpetrato da una super-casta annidata tra i massimi vertici. Non un incubo o una fantasia terribile, ma l’agghiacciante rappresentazione di una realtà indicibile, sostiene Stefania Nicoletti. Per questo Pasolini è stato ucciso, e in quel modo: con “Salò”, film strettamente collegato all’omicidio (le pellicole rubate), aveva denunciato una pratica selvaggia, di spaventosa brutalità, tragicamente ordinaria in alcuni ambienti insospettabili.
Stefania Nicoletti collabora da anni con l’avvocato Paolo Franceschetti, già legale delle “Bestie di Satana” e indagatore dei più controversi casi di cronaca, da Cogne al Mostro di Firenze. La tesi è suffragata da osservazioni inconsuete: molti delitti di cui Salò o Le 120 Giornate di Sodomaparlano i media sono fatti di sangue solo in apparenza inspiegabili; in realtà si tratta di veri e propri “sacrifici umani”, compiuti da esoteristi che agiscono al riparo di potentissime protezioni, anche istituzionali. Quello che viene esibito – le indagini inconcludenti, il capro espiatorio socialmente fragile – non è che un copione per depistare l’opinione pubblica. La verità, ripete Franceschetti, è che ogni anno, in Italia, spariscono centinaia di minori. «Dove finiscono? Molti loro nel gorgo del traffico di organi, e altrettanti – appunto – nella potentissima rete dei pedofili: gente che arriva a pagare cifre folli per gli “snuff movie”, i film dove la giovane vittima viene violentata e seviziata fino alla sua morte», come appunto nel film di Pasolini. Ed ecco allora l’altro movente, quello occulto, che si salda con la volontà di eliminare e “punire” una voce troppo coraggiosa, lo scrittore che in “Petrolio” (uscito postumo) accusò Eugenio Cefis per la morte di Mattei, il “padre” dell’Eni temutissimo alle Sette Sorelle in quanto filo-arabo.
«Spesso il movente del delitto di un personaggio scomodo non è uno solo, ma sono più moventi insieme, che non si escludono a vicenda ma anzi sono complementari, come sono complementari gli interessi e le entità che vogliono la morte di un determinato personaggio inviso al sistema», scrive Stefania Nicoletti sul blog di Franceschetti. E’ il caso, appunto, di Pasolini, sul quale si è scritto di tutto, anche di recente. Nel 2009, ad esempio, è uscito per “Chiarelettere” il libro “Profondo nero” di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, che porta avanti la tesi Eni-Cefis-Mattei e che contiene anche un’intervista a Pino Pelosi, il “ragazzo di vita” che era con Pasolini quella tragica sera, il 2 novembre 1975, all’Idroscalo di Ostia (alla pista-Eni ha dato risalto, tra gli altri, anche il blog di Beppe Grillo). Nell’agosto 2012, continua la Nicoletti, è arrivata la sentenza della Corte d’assise di Palermo sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, ucciso nel 1970 perché stava indagando sulla morte di Enrico MatteiMattei. Una sentenza, dunque, dopo 40 anni. De Mauro? Ucciso per paura che rivelasse i mandanti del sabotaggio dell’aereo di Mattei, precipitato a Bascapè sulle colline dell’Oltrepo Pavese.
«La causa scatenante della decisione di procedere senza indugio al sequestro e all’uccisione di Mauro De Mauro – scrivono i giudici – fu costituita dal pericolo incombente che egli stesse per divulgare quanto aveva scoperto sulla natura dolosa delle cause dell’incidente aereo di Bascapè, violando un segreto fino ad allora rimasto impenetrabile e così mettendo a repentaglio l’impunità degli influenti personaggi che avevano ordito il complotto ai danni di Enrico Mattei, oltre a innescare una serie di effetti a catena di devastante impatto sugli equilibri politici e sull’immagine stessa delle istituzioni». Mauro De Mauro, aggiunge la Nicoletti, stava collaborando con il regista Francesco Rosi per il film “Il caso Mattei” e scomparve nel nulla poco prima dell’incontro previsto con Rosi. Cinque anni più tardi, Pier Paolo Pasolini stava indagando sulla stessa pista e aveva scoperto le stesse cose, venendo in possesso di documenti riservati su Eugenio Cefis. E fece la stessa fine di De Mauro.
Nel dicembre 2013, poi, escono articoli di giornale che parlano di “svolta” nell’inchiesta per il delitto Pasolini. Dopo 38 anni, scrive Nicoletti, gli inquirenti si accorgono che forse c’è qualcosa che non va nella versione ufficiale e riaprono le indagini. La notizia è che ci sono dei sospetti sui complici di Pino Pelosi: nuovi elementi confermerebbero che a partecipare all’omicidio sarebbero state più persone. «Sono stati ascoltati 120 testimoni, di cui molti non erano mai stati sentiti in precedenza». In articoli come quelli pubblicati dal quotidiano “Il Tempo”, sottolinea la Nicoletti, viene rimarcato più volte che i testimoni sono proprio 120: numero ripetuto per ben tre volte nelle prime righe. «Quando lessi l’articolo, questo particolare mi suonò strano, perché avrebbero anche potuto scrivere “un centinaio” oppure “oltre cento testimoni”. Quel 120 così preciso – scrive la Nicoletti – mi ha ricordato il titolo “Salò o le 120 giornate di Sodoma”», il film “maledetto” che Pasolini aveva ultimato pochi giorni prima di essere ucciso. «È probabile che in questo articolo e nell’intera operazione sia celato qualche messaggio, dato che è La morte di Pasoliniproprio nel film in questione che si può trovare uno dei moventi dell’omicidio». In “Salò”, aggiunge Nicoletti, «Pasolini aveva raccontato ciò che accade all’interno delle organizzazioni che detengono il potere».
Nello stesso articolo del “Tempo” si parla di «reperti esaminati in passato e ora recuperati dagli investigatori, per avviare nuove analisi utilizzando tecniche scientifiche che precedentemente non esistevano». Di quali reperti si tratta? «Risulta che all’epoca dei fatti venne cancellato o manomesso tutto ciò che poteva essere utile alle indagini: non venne recintato il luogo del delitto, le prove e le tracce vennero cancellate, l’auto di Pasolini venne lasciata incustodita, in modo che chiunque avrebbero potuto mettere o togliere indizi». Dunque, conclude l’analista, «non si capisce quali “reperti” siano ancora validi e possano essere analizzati scientificamente». Un anno dopo, nel dicembre 2014, si parla ancora di “svolta” nelle indagini: le analisi del Dna sugli abiti di Pasolini rilevano tracce di altre 5 persone. Dalle macchie di sangue è stato estratto il codice genetico di altri possibili sospettati, complici quindi di Pelosi. Ma due mesi dopo, nel febbraio 2015, arriva subito un’altra notizia: il test del Dna non risolve il caso, perché il materiale biologico “non è attribuibile”, né collocabile temporalmente.
«I magistrati hanno consegnato al gip la richiesta di archiviazione. E dunque l’inchiesta sul delitto Pasolini, riaperta nel 2010, dopo tutti questi annunci di presunte “svolte”, viene di nuovo archiviata». Ma nel 2014, quando l’inchiesta è ancora aperta, Pino Pelosi continua a fare dichiarazioni e viene convocato dalla Procura di Roma per essere interrogato di nuovo. Queste sono alcune delle sue affermazioni: «Quella notte all’Idroscalo c’erano tre automobili, una motocicletta e almeno sei persone, ma non sono in grado di dire chi fossero. Oltre all’Alfa Gt di Pasolini, c’era una Fiat 1300 e un’altra Alfa identica a quella di Pier Paolo. Era buio pesto e ho visto arrivare sul posto due automobili e una motocicletta. C’erano almeno sei persone, e due individui hanno trascinato Pier Paolo fuori dall’abitacolo. In un primo momento sono riuscito ad allontanarmi, fuggendo. Da dove mi trovavo sentivo Pier Paolo gridare e chiedere aiuto, ma nulla di più. Sotto al tappetino dell’automobile di Pier Paolo, Pino Pelosi oggic’erano 3 o 4 milioni di lire. Denaro che non venne ritrovato insieme alla vettura». In più, «l’esame del radiale dell’Alfa di Pasolini, che avrebbe dovuto investirlo e schiacciarlo quando era già a terra, uccidendolo, non è stato mai effettuato».
Il pm Francesco Minisci gli domanda di chiarire alcuni aspetti relativi al possesso – all’epoca dei fatti – di una Fiat 850 Coupé. Automobile che, a detta di un testimone, sarebbe stata rubata e poi fatta circolare con targhe “buone”. E Pelosi risponde: «Dovrebbero andare a bussare alla porta della cugina di Pasolini, Graziella Chiarcossi, che denunciò il furto della macchina del regista, poi ritrovata a Fiumicino, e a quella di Ninetto Davoli che, a distanza di anni dai tragici eventi, fece distruggere l’Alfa Gt del regista». In effetti l’auto di Pasolini è stata demolita da Davoli nel 1987, come risulta anche alla motorizzazione di Roma. «Queste di Pelosi sono dichiarazioni importanti, che andrebbero quantomeno approfondite», annota Nicoletti. «Ma l’inchiesta, come abbiamo già visto, è stata archiviata». Intanto, nel settembre 2014, esce il tanto atteso film “Pasolini” di Abel Ferrara, pubblicizzato come “film verità” sull’ultimo giorno di vita e sull’omicidio, con promesse di rivelazioni clamorose. Il regista americano dichiara alla stampa di conoscere la verità sul delitto Pasolini e di rivelare il vero autore dell’omicidio, con tanto di nome e cognome. «Promesse assolutamente disattese: infatti nel film non solo non viene fatto il nome del vero assassino, ma viene messa in atto una vera e propria azione di depistaggio».
Nelle scene finali viene ricostruita la notte dell’omicidio, continua Nicoletti: «Secondo Abel Ferrara, a uccidere Pasolini non è stato Pelosi – e fin qui va bene – ma un gruppo di sbandati che lo ammazzano perché è ricco e vogliono derubarlo, e perché è omosessuale. Per tutta la sua durata, il film fa credere di voler dare un’ipotesi alternativa sulla dinamica dell’omicidio e sugli esecutori, citando anche brani del romanzo “Petrolio”. Si arriva alla fine del film con tante attese e speranze… E in effetti l’ipotesi alternativa viene data, ma essa è ancora più depistante di quella ufficiale». Esiste invece un altro film, pronto già nel 2012 ma che non è mai riuscito a trovare una distribuzione. Si intitola “Pasolini, la verità nascosta” e il regista è Federico Bruno, che ha ricostruito l’ultimo anno di vita di Pasolini: la stesura del libro “Petrolio” e i capitoli mancanti sull’Eni e sul delitto Mattei, la preparazione del film “Salò” e il furto delle bobine (i negativi), le ultime interviste alla tv francese e a Furio Colombo. «Il film smentisce la tesi ufficiale, portando nuove inedite informazioni. E lo fa davvero, non come quello di Ferrara. Per questo motivo, il film di Federico Bruno è stato boicottato e non distribuito in Italia, rifiutato da tutti, anche dai parenti di Abel FerraraPasolini; mentre invece il film depistante di Abel Ferrara è stato finanziato dallo Stato, appoggiato dagli eredi di Pasolini, e persino presentato in concorso al 71° Festival del Cinema di Venezia».
Negli ultimi mesi, continua Stefania Nicoletti, è stato annunciato un altro film, che uscirà a febbraio 2016: “La macchinazione” di David Grieco, amico e collaboratore di Pasolini, e anche autore della memoria civile al processo Pelosi. Il film racconterà gli ultimi tre mesi di vita di Pasolini. «In alcune interviste, Grieco afferma che Pasolini è stato ucciso dall’organizzazione che ha compiuto tutte le stragi italiane (che lo stesso Pasolini aveva denunciato nel suo celebre “Io so” e in altri articoli) e messo in atto la strategia della tensione, servendosi di uomini dei servizi segreti e di Gladio». Lo dichiara apertamente, Grieco, intervistato dal “Piccolo” di Trieste: «Pasolini è stato ammazzato da quelli che hanno fatto tutto quello che è stato fatto dal ’69 in poi in questo paese: le stragi, la strategia della tensione, gli omicidi politici, le bombe sui treni, la stazione di Bologna, piazza della Loggia, eccetera. L’organizzazione era molto vasta e quindi non parlo materialmente delle stesse persone. È un’organizzazione che nasce all’alba della Liberazione, quando gli americani arrivano in Italia, l’esercito tedesco è in rotta e loro già stanno pensando a come fronteggiare il nemico sovietico».
«Si crea uno Stay Behind che in Italia si chiama Gladio, organizzazione clandestina ma fino a un certo punto perchè in America è pienamente nota ed è presente in tutti i rapporti della Cia al congresso americano», continua Grieco, che spiega che Gladio «serve a fare qualsiasi cosa purché il comunismo non si espanda e non prenda piede nella parte occidentale o meridionale d’Europa. Qualunque mezzo è lecito». Leggendo queste dichiarazioni, Stefania Nicoletti si domanda: «Come mai David Grieco, amico storico di Pasolini, parla pubblicamente solo adesso? Come mai non l’ha detto prima, anziché aspettare 40 anni? Forse è il segno che “qualcuno” ha deciso che certe verità devono emergere in questo momento storico». Oltre al film che sta realizzando, Grieco ha pubblicato anche un libro: “La macchinazione. Pasolini, la verità sulla morte”, uscito da poche settimane, edito da Rizzoli. Grieco fu tra i primi a raggiungere il luogo in cui fu trovato il corpo senza vita di Pasolini, insieme David Griecoal medico legale Faustino Durante, anche se «risultava che sul luogo del delitto non fosse mai stato convocato un medico legale». Inoltre, Grieco è stato il compagno di Bruna Durante, figlia del medico legale.
Se l’infinita odissea processuale – proprio come quelle delle stragi e dei casi di cronaca “irrisolti” – naufraga in un mare di ombre, sospetti, menzogne e depistaggi, Stefania Nicoletti si concentra sul profilo “simbolico” della vicenda, sempre trascurato. «A mio parere – scrive – nella scelta del luogo e nella modalità dell’omicidio, è stata applicata più volte la legge del contrappasso». L’Idroscalo è un aeroporto (per gli idrovolanti), e Pasolini «aveva scoperto la verità sull’omicidio di Enrico Mattei, morto in un incidente aereo». Un “contrappasso per analogia”? «Anche nella messa in scena del movente sessuale possiamo trovare un contrappasso: l’hanno ammazzato nei luoghi degradati e negli ambienti violenti che aveva sempre descritto nelle sue opere. Le borgate, i ragazzi di vita, l’omosessualità. Da un lato era un ottimo modo per avere una rapida risoluzione del caso e per poi continuare ad infangarne la memoria, dall’altro fu un omicidio per analogia: ti facciamo morire come uno dei tuoi personaggi. Stessi luoghi, stesse persone, stesse modalità».
Ancora cinema: alla fine del 2013 è stata annunciata la pubblicazione di una sceneggiatura risalente al 1959 e rimasta finora inedita, “La Nebbiosa”, in cui Pasolini aveva descritto un omicidio uguale al suo. La trama: un gruppo di teppisti sequestra un omosessuale, lo conduce in uno spiazzo deserto e lo picchia a sangue fino alla morte. I giornali parlano di “visione profetica”, scrivendo che Pasolini “sapeva come sarebbe morto” e che “ha anticipato lo scenario” del suo omicidio. «In realtà, non è che sapeva come sarebbe morto, e nemmeno ha anticipato o profetizzato la sua morte», puntualizza Stefania Nicoletti. «Invece è il contrario: l’hanno ucciso come il personaggio di questa sua opera inedita ora pubblicata. E anche qui possiamo quindi trovare la legge del contrappasso». Secondo la Nicoletti, «è la stessa operazione che fecero con Rino Gaetano e la sua canzone “La ballata di Renzo”», in cui il cantante descrisse la morte di un giovane rifiutato da più ospedali e morto dissanguato nella notte, Rino Gaetanocome in effetti poi accadde all’autore di “Nun te reggae più”. «Anche nel caso di Rino Gaetano si disse che aveva profetizzato la sua morte molti anni prima, quando invece fu il contrario: lo uccisero come in quella sua canzone».
Sulla storia descritta ne “La Nebbiosa”, il quotidiano “Libero” scrive: «L’alba è vicina e i ragazzi caricano in macchina un omosessuale, lo portano in uno spiazzo isolato, lo spogliano e lo massacrano a sangue. Una scena che sconvolge perché ricorda molto da vicino proprio le modalità con cui Pasolini verrà ucciso nel 1975 al Lido di Ostia. Talmente da vicino che, se stessimo scrivendo un giallo e non un articolo, potremmo ipotizzare che chi ha ucciso Pasolini avesse letto il copione e avesse tutto l’interesse a farlo scomparire. Quasi che “La Nebbiosa” potesse contenere quei segreti sulla morte dello scrittore che nemmeno la magistratura è mai riuscita del tutto a chiarire». Preveggenza, appunto, o piuttosto esecuzione progettata sulla base del copione narrato dalla stessa vittima? Per questo Stefania Nicoletti si concentra su “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, l’ultimo film di Pasolini, uscito postumo due mesi dopo la sua morte. Il regista terminò il montaggio proprio il giorno prima di essere ucciso. Film legato a doppio filo all’omicidio: non solo perché si conclude con una strage, ma perché finì direttamente nelle indagini a causa di materiale cinematografico rubato e poi utilizzato per condizionare il regista, forse addirittura per tendergli l’agguato mortale.
E’ noto infatti l’episodio delle bobine di “Salò” rubate alla Technicolor: unico caso nella storia del cinema di furto di “pizze” con richiesta di riscatto (due miliardi di lire). Pasolini si rifiutò di pagare: disse al produttore che avrebbe ricavato un negativo da un positivo e che avrebbe fatto a meno degli originali. Poco dopo, continua Stefania Nicoletti, un personaggio oscuro della malavita romana – si dice che fosse un esponente della Banda della Magliana – andò dal regista Sergio Citti e gli disse di essere in possesso delle pellicole e di poterle restituire anche gratis se avesse organizzato un incontro con Pasolini. Fu lo stesso Citti, amico e collaboratore del regista, a raccontare l’episodio nel 2005, dichiarando anche di non essere mai stato chiamato a testimoniare (secondo il regista Federico Bruno, invece, Citti sarebbe stato ascoltato dagli inquirenti). Pasolini dapprima rifiutò l’incontro per la restituzione delle “pizze”, non fidandosi dell’ambiente da cui proveniva la proposta. Ma in un secondo Sergio Citti con Pasolini e Ninetto Davolimomento accettò, convinto da Pino Pelosi, che conosceva da qualche mese. «Pelosi fece quindi da esca – consapevole o meno – alla trappola tesa per portare Pasolini a Ostia e ucciderlo».
Il film “Salò” è ispirato al romanzo del marchese De Sade “Le 120 giornate di Sodoma”, ma Pasolini ne colloca l’ambientazione tra il 1944 e il 1945, nel Nord Italia occupato dai nazifascisti durante la Repubblica Sociale Italiana (da cui il titolo “Salò”). In una villa isolata, si riuniscono quattro rappresentanti del potere: il Duca, il Monsignore, l’Eccellenza (Giudice di Corte d’assise), e il Presidente (di una banca). I quattro Signori fanno rapire decine di ragazzi e ragazze, e nella villa infliggono loro ogni tipo di violenza e tortura psicologica, fisica e sessuale. Con il passare del tempo, i giovani perdono la dignità umana e si abbandonano al loro destino, consegnano il proprio corpo e la propria anima ai Signori. Giunti quasi al termine delle 120 giornate, in cerca di una violenza sempre più intensa, i Signori decidono di passare alla forma più estrema di “piacere”: quello assassino, uccidendo la maggior parte dei ragazzi. «È un film scioccante, crudele, terribile. Ma è più di un film… racconta la realtà. Una realtà che non si riferiva solo al periodo in cui è ambientato – afferma Stefania Nicoletti – ma che esisteva anche negli anni ’70 quando Pasolini ha scritto e girato il film, e che continua ad esistere anche oggi».
Una realtà «fatta di abusi atroci, di torture sessuali, di delitti rituali commessi da coloro che detengono il potere, i cosiddetti “insospettabili”, professionisti e persone rispettabili, i vertici del Sistema». Ne parlò anche il blog di Franceschetti nel 2011, riportando «testimonianze di sopravvissuti a un sistema di abusi simili a quelli descritti da Pasolini». Nel film “Salò”, i quattro Signori «rappresentano i rami del potere: nobiliare, ecclesiastico, giudiziario, economico-bancario». Il vero potere. «Nel film i quattro potenti assoldano dei giovani repubblichini di leva e delle SS, e li incaricano di rapire i ragazzi e portarli alla villa. Le milizie nazifasciste rappresentano sia il potere militare (ma a livelli bassi: non sono generali o comunque ufficiali) sia quello politico, che è subordinato agli altri poteri: i quattro Signori si servono dei repubblichini per raggiungere i loro scopi». Il film è suddiviso in quattro parti, che richiamano nel titolo la geografia dantesca dell’Inferno: Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue. Chi conosce il blog di Franceschetti sa quanto siano importanti Dante e la Divina Commedia per le società segrete, sia quelle originarie (iniziatico-libertarie) che quelle più recenti e deviate: «Pasolini, che conosceva bene Un'immagie dell'ultimo film di Pasoliniil sistema in cui viviamo, in questo film ha descritto proprio le organizzazioni massoniche ed esoteriche “nere” che compiono abusi e delitti rituali; e forse, con il richiamo all’Inferno, ha voluto darci un’ulteriore indicazione sulla natura di ciò che ha raccontato».
Un altro particolare che Pasolini ha preso dalla realtà, continua Stefania Nicoletti, è la modalità del rapimento: «I giovani vengono scelti in base a determinate caratteristiche, e vengono strappati dalle proprie famiglie; ma talvolta sono invece i loro stessi familiari che li vendono». Inoltre prendono parte alle sevizie anche le figlie dei quattro super-potenti, trattate come schiave. Significativo anche il fatto che, secondo il regolamento della villa, “i più piccoli atti religiosi, da parte di qualunque soggetto, verranno puniti con la morte”. Nel film come nella realtà, infatti, «all’interno di queste organizzazioni occulte viene osteggiato qualunque tipo di religiosità o di spiritualità autentica, per lasciare spazio invece a quella deviata», scrive la Nicoletti. «Chi “tradisce” il regolamento viene ucciso, come la ragazza a cui nel film viene tagliata la gola davanti a un altare religioso, e il corpo viene mostrato a tutto il gruppo come monito». Molto eloquente il discorso che il Duca pronuncia quando “accoglie” le giovani vittime nella sua villa: «Deboli creature incatenate, destinate al nostro piacere, spero non vi siate illuse di trovare qui la ridicola libertà concessa dal mondo Stefania Nicolettiesterno. Siete fuori dai confini di ogni legalità. Nessuno sulla terra sa che voi siete qui. Per tutto quanto riguarda il mondo, voi siete già morti».
Una logica che «esprime perfettamente quello che succede davvero all’interno delle organizzazioni di potenti che commettono abusi e delitti come quelli narrati». Nella sua ultima intervista televisiva, concessa a una tv francese il 31 ottobre 1975 (due giorni prima della morte), in occasione dell’uscita del film, Pasolini affermò: «Il cannibalismo? In certi ambienti è un fatto politico reale, in certi ambienti è un fatto politico metaforico». Insomma, a una lettura attenta e profonda, secondo Stefania Nicoletti «si può capire come Pasolini abbia usato l’espediente dell’ambientazione durante l’occupazione nazifascista per raccontare una realtà molto più grande e attuale». “Salò” illuminerebbe un vero e proprio inferno, retroterra di troppe sparizioni “inspiegabili”, delitti eccellenti, fatti di sangue che restano senza colpevoli. E sparizioni di centinaia di minori, in Italia e nel mondo, ogni anno. «Una realtà fatta di violenze e di abusi rituali, di delitti e di sacrifici umani. Una realtà che coinvolge i vertici del potere, ma che viene sistematicamente occultata. Qualcosa di molto pericoloso, che Pasolini non avrebbe dovuto raccontare e che ha pagato con la vita».
Fonte tratta dal sito .

Tav occulto: val Susa, attentato al “chakra sacro” europeo

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«Nessuno ne parla, ma questa aggressione è in corso da anni». Non si tratta di missili, veleni e cemento. «Vengono colpiti luoghi sacri naturali». In altre parole, è in pieno svolgimento una crociata – segreta – contro la geografia “invisibile” dei cosiddetti luoghi santi. E la prima linea del fronte sarebbe proprio la valle di Susa, investita dal progetto Tav. Che non sarebbe solo il consueto maxi-affare all’italiana. Molto peggio: un sortilegio malefico, per colpire a morte quello che è forse il più importante “chakra” terrestre europeo, il maggiore nodo energetico del continente. Per giunta situato sulla rotta che unisce, in linea retta, l’abbazia francese di Mont Saint-Michel al santuario di Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Ombelico del “canale energetico”, l’abbazia medievale valsusina della Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte. Gli architetti occulti dell’operazione-Tav? «Sono innanzitutto esoteristi». A fare una simile affermazione, decisamente fuori ordinanza, è Fausto Carotenuto: non esattamente un visionario, ma un veterano dei servizi segreti italiani, per i quali ha lavorato come analista internazionale. Non ha dubbi: quella che è cominciata in valle di Susa è un’operazione “magica”, destinata a farci del male. Un atto di guerra, deliberato, contro il “drago” di uranio e amianto che dorme nel sottosuolo alpino. Un lavoro da stregoni, più che da gangster della politica.
Parole che richiamano il coro di sgomento suscitato dall’imbarazzante cerimonia di inaugurazione del traforo del Gottardo, in Svizzera, celebrata il 1° giugno 2016 con uno strano rito di sapore tribale e sacrificale, in onore di un misterioso dio-caprone – Carotenuto: la Torino-Lione è una malvagia operazione esotericaforse simbolo dell’ancestrale paura della selva, “domata” oggi dalla tecnologia che perfora le Alpi? No, dice Carotenuto: quei tunnel sono un attentato contro le forze “spirituali” della Terra, per compromettere volontariamente la nostra possibilità di felicità. Ma l’intervento sulla valle di Susa, pubblicato su “Disinformazione”, risale a 5 anni prima della sinistra carnevalata del Gottardo. Quelle cose, Carotenuto – oggi apprezzato autore di saggi sulla spiritualità contemporanea – le scriveva nel 2011, quando sulla lotta contro il Tav Torino-Lione si stava affacciando anche il fantasma della violenza, «una trappola appositamente congegnata proprio dai fautori del progetto». Forze spirituali invisibili? Soprannaturale? «Il soprannaturale non esiste, è solo il “naturale” che non conosciamo ancora», sostiene un iniziato come il massone Gianfranco Carpeoro, esperto di simbologia. Quanto all’esoterismo, “che c’azzecca” col Tav? Se uno legge Gioele Magaldi, scopre che il vertice del potere mondiale è interamente massonico, iniziato al sapere esoterico (anche se ovviamente non lo ammetterebbe mai). E il Tav è classica operazione di potere. Anche “magica”?
Carotenuto non ha incertezze: al di là del fatto che «i valligiani hanno ragioni da vendere», perché la maxi-ferrovia «non porterà “progresso” ma distruzione, devastazione e malattie», sostiene che «ad una indagine attenta dei valori spirituali in gioco emerge tuttavia un quadro ancora più fosco, di grande emergenza: non sono in gioco solamente i soldi degli ingordi, e l’ambiente e la salute degli abitanti della val di Susa». La posta, quella vera, è un’altra ancora: «Qualcuno sta cercando di portare avanti una operazione tendente a colpire direttamente le forze interiori di una grande fetta della popolazione europea: non solo quelle dei cari e simpatici valligiani, ma quelle di tutti i piemontesi, degli abitanti di un vasto arco delle Alpi, e delle regioni che si protendono attraverso tutta la Francia verso Nord, e tutta l’Italia verso Sud». Una operazione «che parte da molto in alto nelle gerarchie delle piramidi che portano avanti le strategie oscure». All’esistenza reale di “piramidi oscure”, in cui La cupa cerimonia inaugurale del Gottardoopererebbero “Maghi Neri”, Carotenuto ha dedicato il saggio “Il mistero della situazione internazionale” (Uno Editori), che offre una spiegazione in chiave “spirituale” del malessere che sta colpendo il pianeta.
Non si parla solo di generiche “energie”, di stampo new age: l’ex stratega dell’intelligence italiana allude specificamente a vere e proprie ritualità di tipo magico, innominabili e inconfessabili, che sarebbero praticate in segreto da esponenti del massimo potere. Obiettivo: sabotare il “risveglio” della coscienza dell’umanità. A questo, dice, servirebbe anche la sgangherata progettazione della linea Torino-Lione, l’infrastruttura più incoerente e ridicola del pianeta. Ma in realtà c’è ben poco da ridere, visto che si tratta di «un qualcosa di così importante che il fronte del potere politico, finanziario, economico, dei mass media – largamente influenzato e diretto dai vertici “oscuri” – sostiene in modo insolitamente compatto e granitico, senza apprezzabili sbavature». Il che è verissimo. A nulla è valsa, finora, la sacrosanta protesta dei valsusini contro «menti oscure, schiere di mercenari del potere e del denaro, centurie di coscienze spente e freddamente calcolatrici». Anni di appelli, firmati da centinaia di tecnici universitari, per svelare che l’opera sarebbe devastante, costosissima e soprattutto inutile; e mai nessuna risposta, né da Palazzo Chigi né dal Quirinale. Come se quella futuribile infrastruttura fosse, semplicemente, un tabù. Un dogma intoccabile. Un mistero, appunto: forse per noi, ma non per “loro”, sostiene Carotenuto.
Da alcuni anni, scrive l’autore, una enorme “operazione risvegli” è in corso sulla Terra, sulla quale ovviamente i “poteri oscuri” hanno fatto calare una vera e propria congiura del silenzio. «Le forze del Male, o per meglio dire dell’Ostacolo, sono quelle – sia spirituali che terrene – che fanno di tutto per bloccare i risvegli appena iniziati», cioè l’esplosione di consapevolezza che conduce alla riscoperta dei valori umani, la solidarietà, l’amore (non come “buonismo”, ma come necessità vitale razionale). «Questo è lo sfondo della grande battaglia in corso sulla Terra: guerre, distruzioni, genocidi, terrorismo, operazioni finanziarie, aggressioni farmacologiche e alimentari, tecnologie antiumane. Sono alcune delle manifestazioni di questa lotta». E uno dei tanti scenari sui quali si svolge sarebbe quello dei “luoghi santi”, sorti – non a caso – proprio sui “nodi vitali” del La Sacra di San Michele, val Susapianeta, che secondo Carotenuto “funziona” come il corpo umano, che «è attraversato da una rete di invisibili centri vitali uniti da infiniti canali di energie: quelli che le medicine orientali usano da millenni». Canali che la medicina occidentale aveva dimenticato, «ma è ora costretta a riscoprire un po’ alla volta, se vuole smetterla di combinare disastri».
Nelle tradizioni orientali, questi centri si chiamano “chakra” e sono i vortici vitali, mentre i “nadi” sono i canali energetici che li uniscono. La Terra funziona allo stesso modo, scrive Carotenuto: «La crosta terrestre è costellata di importantissimi “chakra” e “nadi”». E aggiunge: «Gli spiriti più avanzati dell’umanità, gli “iniziati” di tutti i tempi, hanno sempre avuto la conoscenza, e spesso la visione, di questa geografia sottile, ma fondamentale, della Terra. Grotte sacre, montagne sacre, foreste sacre, laghi e fiumi sacri. E poi vari tipi di energie: positive, negative, ambivalenti». Non a caso, «lungo i canali e sui centri vitali sono sorti dolmen, menhir, cerchi di pietre, piramidi, templi, cattedrali: erano e sono luoghi speciali, che favoriscono il contatto tra gli uomini e le dimensioni superiori». Questa rete, «in gran parte dimenticata negli ultimi secoli di materialismo», si starebbe ora “riattivando”, man mano che gli uomini, “risvegliandosi”, riscoprono le particolarità di certi luoghi. «Sta già avvenendo in embrione, ma ben di più avverrà in futuro, quando sempre più uomini capiranno di avere a disposizione delle importanti reti di luoghi energetici di cui avvalersi per supportare la propria crescita spirituale».
E allora le “forze oscure”, quelle che «vogliono ostacolare l’evoluzione interiore dell’umanità», cosa hanno deciso di fare? «Sono partite per tempo a cercare in tutti i modi di “spegnere”, di devitalizzare i chakra, di sclerotizzare le arterie delle energie vitali per lo spirito». Anche così Carotenuto spiega gli «interventi di tutti i tipi» a cui stiamo assistendo, «con tonnellate di metallo, colate di cemento, prodotti sintetici “morti” e ostili, gallerie, deforestazioni, selve di antenne, viadotti, perforazioni petrolifere, spesso appositamente indirizzate per depotenziare e deformare la geografia sacra». E aggiunge: «Vengono effettuati interventi per “spegnere” cattedrali, come Chartres o Santa Maria di Collemaggio, per annullare antichi luoghi di iniziazione. Vengono colpiti luoghi sacri naturali o costruiti dagli antichi iniziati. Viene persino usato il “martello” del turismo di massa per abbattere con folle inconsce e disattente il livello vibrazionale di certi luoghi, come le piramidi, le cattedrali gotiche, o i grandi San Michele e il Dragotempli». Si tratterebbe di «una strategia composita e ben studiata». E la valle di Susa? Nella “geografia sacra del mondo”, rappresenterebbe «un punto fondamentale degli equilibri energetici europei».
Un “chakra” importantissimo, scrive l’autore, è situato all’ingresso della valle, da cui si dipartono diversi “nadi”, canali energetici che vanno a creare un asse importantissimo verso nord-ovest e verso sud-est. «Quali sono i punti “noti” di questo asse? I tre meravigliosi santuari dedicati a San Michele. In un allineamento pressoché perfetto, la Sacra di San Michele – lo splendido edificio sacro medioevale all’imboccatura della val di Susa – è al centro di una precisa direttrice che va dal santuario dedicato a Michele di Monte Sant’Angelo, sul Gargano, fino a quello sull’isola incantata di Mont Saint Michel, nel nordest della Francia». Sono tutti «luoghi sacri, luoghi di energie fortissime, che gli antichi conoscevano e usavano, e che gli uomini del “risveglio” torneranno ad usare». Non è casuale la ricorrenza del nome Michele, personificato in “arcangelo” con la cristianizzazione: il Michele della tradizione ebraico-cristiana, spiega Carotenuto, prima si chiamva Mercurio nell’antica Roma, Hermes in Grecia, Toth in Egitto. «E’ lo spirito guida dell’operazione “risvegli”», sostiene Carotenuto. Ed è ultra-presente nella fatidica valle di Susa, già bucherellata da mille infrastrutture e ora terrorizzata dallo spettro-Tav.
«La crosta terrestre ha nelle sue profondità delle forze enormi, concentrate in certi luoghi, che gli antichi conoscevano bene e chiamavano forze della Dea Madre, della Madre Terra», argomenta l’analista. «Statue femminili nere, adorate in caverne o cripte, la rappresentavano: raffigurazioni sacre di tante divinità tra cui l’egizia Iside, e poi le madonne nere cristiane, a sancire l’alleanza positiva tra uomini e queste forze». Ma gli antichi, continua lo studioso, le chiamavano anche forze del “drago”, facendo riferimento al fatto che erano forze enormi, ma “selvagge”, utilizzabili sia per il bene che per il male, a seconda delle intenzioni umane. «In epoche antiche, gruppi di iniziati ispirati dal mondo spirituale decisero che per un lungo tratto dell’evoluzione umana bisognava che certe “forze del drago” di un importante asse energetico europeo fossero equilibrate, tenute sotto controllo e rivolte al bene. E che di questo equilibrio positivo si giovassero le popolazioni europee. Questo il motivo per cui degli edifici speciali, costruiti e “attivati” in modo del tutto particolare, furono eretti sopra montagne sacre piene di “forze La strana colorazione del Musinè all'imbocco della val Susadel drago”, talvolta oscure. Santuari di Michele, che nella sua funzione tipica “tiene a bada le forze del drago”, per usarle in positivo e per lasciare liberi gli uomini di evolversi. Questo illustrano i quadri e le statue di San Michele».
Il chakra centrale della valle di Susa, prosegue Carotenuto, non è fatto solamente del monte Pirchiriano su cui svetta la Sacra, ma di una serie di altri rilievi «carichi di forze importanti», e tra questi «uno in particolare assume un ruolo centrale nella geografia sacra: il monte Musinè», che è «un luogo dalle energie fortissime, uno dei principali in Europa». Lassù, le “forze spirituali del drago” hanno originato «un sottosuolo pieno di energie enormi, selvagge, che si manifestano in conformazioni rocciose insolite e piene di materiali “forti”, nocivi se liberati», che per l’analista «sono la manifestazione di forze spirituali altrettanto nocive su altri piani». Ma il Musinè, aggiunge, «è anche un’antenna volta verso incredibili energie positive cosmiche». Da sempre il monte è teatro di apparizioni continue di «luminescenze colorate, globi luminosi», custodisce «leggende di maghi e di draghi d’oro, di riti e di graffiti misteriosi fin dall’antichità più remota». Ed è un notissimo luogo di avvistamenti “Ufo” tra i più citati, fin dai tempi pionieristici di Peter Kolosimo. Persino la vegetazione che vi cresce è differente. «E’ il punto focale che probabilmente più di ogni altro ha creato quella base energetico-spirituale che ha fatto di Torino la città esoterica per eccellenza, nel bene e nel male. Come è tipico delle “forze del drago”».
Per Carotenuto, la valle di Susa è dunque «una zona fortissima, al centro di un asse europeo spirituale fondamentale, forse il principale». Ed è stata «tenuta in equilibrio per secoli dalla spiritualità rappresentata da Michele, con le “forze del drago” domate e sepolte nel sottosuolo, in attesa della grande epoca dei “risvegli”». Da qui, secondo questa particolarissima visione, l’offensiva occulta delle “piramidi del Male”, attivate «dai livelli locali fino a quelli centrali europei». Una operazione strategica, «mirante ad alterare antichi equilibri per renderli inutilizzabili a fini positivi: scavare una enorme galleria nelle viscere della montagna sacra, per sconvolgere il “chakra” Musinè, portando alla luce forze oscure e potenti dalle profondità della Terra». Obiettivo segreto: «Liberarle dall’influsso positivo delle correnti cosmiche e della vicina presenza benefica della La resistenza civile dei No-TavSacra di San Michele. E poi affondare ulteriormente il bisturi di morte scavando un percorso di distruzione sul “nadi” che punta a Mont Saint Michel». In altre parole, in valle di Susa sarebbe in corso «il tentativo di portare un colpo al cuore della geografia sacra europea».
Un vero e proprio attentato, stando a Carotenuto, «tale da appesantire le atmosfere psichiche, creare una cappa di piombo in una vasta zona del nostro continente: il tentativo di creare un vero e proprio “infarto” nella circolazione delle energie a disposizione di tutti noi per i nostri risvegli». Questo, conclude lo studioso, spiega la volontà granitica di «tutti i terminali politici, economici, finanziari e mediatici dei “poteri oscuri”, compatti nel sostenere l’operazione anche se la popolazione locale è solidale nel respingerla». I valsusini lo fanno «per la propria salute, messa a rischio dall’uranio e dall’amianto che verranno portati in superficie, e per salvare una natura già tanto colpita nel passato». Ma forse anche perché «il cuore dei valligiani, che è inconsciamente in contatto con la realtà spirituale delle cose, sa molto meglio della mente che bisogna resistere, opporsi con fermezza ed energia all’aggressione spirituale. E che bisogna farlo in modo consono alla nuova coscienza che si risveglia e si sviluppa: con la verità e la nonviolenza. Rispondere con la verità e la nonviolenza alla menzogna manipolatoria e alla violenza del fronte compatto che vuole sacrificarli: un fronte di poveri schiavi dei “poteri oscuri”, che hanno venduto pezzi della propria coscienza in cambio di tanti o pochi spiccioli; di grandi, ma anche di piccolissime poltrone».
Fonte tratta dal sito .

Giallo, la morte di Pantani e i misteri della Rosa Rossa

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Strano suicidio, quello di Marco Pantani. Così strano da spingere la magistratura a riaprire l’inchiesta a dieci anni di distanza da quel 14 febbraio 2004. Più che un suicidio, scrive l’avvocato Paolo Franceschetti, sembra un omicidio “firmato”, con implacabile precisione, dall’ “Ordine della Rossa Rossa”. Fantomatica organizzazione segreta internazionale, secondo alcuni studiosi sarebbe una potentissima cupola eversiva di tipo esoterico, con fini di potere, dedita anche all’oscura pratica dell’omicidio rituale. «Un’ipotesi sempre scartata come irrealistica dagli inquirenti», scrive nel suo blog lo stesso Franceschetti, autore di studi sulla presunta relazione tra crimini e occultismo iniziatico, incluso il caso del cosiddetto “mostro di Firenze”. Di matrice rosacrociana, fondata sul simbolismo della Cabala e dell’ebraico antico come la londinese “Golden Dawn” rinverdita dal “mago” Aleister Crowley, secondo alcuni saggisti la “Rosa Rossa” sarebbe una sorta di super-massoneria deviata e criminale. Problema: non esiste una sola prova che questa organizzazione esista davvero. Solo indizi, benché numerosi.
Chi esegue una sentenza rituale di morte, per “punire” in modo altamente simbolico un presunto “colpevole” o addirittura perché pensa – Marco Pantanimagicamente – di “acquisire potere” dall’uccisione “satanica” di un innocente, secondo Franceschetti ricorre sistematicamente a pratiche sempre identiche: in particolare la morte per impiccagione (la corda di Giuda, traditore di Cristo), con la vittima fatta ritrovare inginocchiata, e la morte per avvelenamento (o overdose di droga). Decine di casi di cronaca, tutti contrassegnati da circostanze ricorrenti: manca sempre un movente plausibile, non si trova l’arma del delitto, i nomi delle vittime hanno spesso origine biblica, la somma dei “numeri” (data di morte, data di nascita) riconduce a numeri speciali, per la Cabala, come l’11 e i suoi multipli. Oppure il 13, il numero della morte dei tarocchi. E poi, la “firma”: Pantani fu ritrovato morto a Rimini all’hotel “Le Rose”. Accanto al corpo, un biglietto in codice dal significato criptico: “Colori, uno su tutti rosa arancio come contenta, le rose sono rosa e la rosa rossa è la più contata”.
Sul caso Pantani, sono stati scritti fiumi di parole, reportage, libri. Tra chi non ha mai creduto alla tesi del suicidio c’è un giornalista come Andrea Scanzi, che sul “Fatto Quotidiano” scrive: «Troppe incongruenze. La camera era mezza distrutta, c’era sangue sul divano, c’erano resti di cibo cinese (che Pantani odiava: perché avrebbe dovuto ordinarlo?)». Inoltre, il campione aveva chiamato per ben due volte la reception, parlando di «due persone che lo molestavano», ma l’aneddoto è stato catalogato come “semplici allucinazioni di un uomo ormai pazzo”. In più, Pantani «fu trovato blindato nella sua camera, i mobili che ne bloccavano la porta, riverso a terra, con un paio di jeans, il torso nudo, il Rolex fermo e qualche ferita sospetta (segni strani sul collo, come se fosse stato preso da dietro per immobilizzarlo, e un taglio sopra l’occhio)». Uniche tracce di cocaina, quelle ritrovate su palline di mollica di pane. Indagini superficiali: «Non esiste un verbale delle prime Andrea Scanzipersone che sono entrate all’interno della camera, non è stato isolato il Dna delle troppe persone che entrarono nella stanza».
Dettaglio macabro e particolarmente strano, il destino del cuore di Pantani: «Venne trafugato dopo l’autopsia dal medico, che lo portò a casa senza motivo (“Temevo un furto”) e lo mise nel frigo senza dirlo inizialmente a nessuno», scrive Scanzi. Prima di morire, a Rimini il ciclista aveva trascorso cinque giorni, «per nulla lucido, accompagnato da figure equivoche. Avrebbe anche festeggiato con una squadra di beach volley poco prima di morire: chi erano?». Altre domande: «Perché il cadavere aveva i suoi boxer un po’ fuori dai jeans, come se lo avessero trascinato?». Certo, aggiunge Scanzi, Pantani morì per overdose di cocaina, «ma troppi particolari lasciano pensare (anche) a una messa in scena». L’autopsia, peraltro, confermò che le tracce di Epo nel suo corpo erano minime, «segno evidente di come il ciclista non avesse mai fatto un uso costante di sostanze dopanti». E poi, tutte quelle “incongruenze”, reperibili in libri-denuncia come “Vie et mort de Marco Pantani” (Grasset, 2007) e “Era mio figlio” (Mondadori, 2008). E poi, soprattutto: «Che senso aveva quel messaggio in codice accanto al cadavere?». Colori e rose, “la rosa rossa è la più contata”.
Anche i suoi amici, ricorda Franceschetti, dissero che la morte di Pantani in quell’hotel non poteva esser stata casuale: forse Marco voleva «lasciare un messaggio a qualcuno», perché «era un uomo che non faceva nulla a caso». Meglio ancora: «Non era lui che voleva lasciare un messaggio, ma chi l’ha ucciso», chiosa l’avvocato, sempre attento ai possibili “segni invisibili”: «Probabilmente c’è un significato anche nel fatto che sia morto a San Valentino, giorno in cui tradizionalmente si regalano rose alla fidanzata». Pantani “costretto” ad andare in quel preciso albergo affinchè poi il delitto fosse “firmato”? «Ovviamente, dire che dietro un delitto c’è la “Rosa Rossa” significa poco: essendo la “Rosa Rossa” un’organizzazione internazionale, e contando centinaia di affiliati in Italia, è come dire che si tratta di un delitto di mafia o di camorra». Un’affermazione «talmente generica da Rino Gaetanoessere pressoché inutile a fini investigativi». Tuttavia, «dovrebbe essere un buon indizio perlomeno per non archiviare la cosa come suicidio».
Franceschetti considera «evidente» l’origine «massonica» degli attacchi a Pantani, citando l’anomalo incidente che, anni prima, lo vide protagonista a Torino: fu travolto da un’auto che era penetrata in un’area interdetta al traffico, lungo la discesa della collina di Superga, quella dove si schiantò l’aereo del Grande Torino. La basilica di Superga, sull’altura che domina la città, fu costruita nel 1717, «anno in cui venne ufficialmente fondata la massoneria». Basta questo, all’avvocato, per concludere che si tratta di «una firma manifesta, specie alla luce delle stranezze di quell’incidente». Tra gli “incidenti non casuali”, Franceschetti inserisce pure quello ai danni del cantante Rino Gaetano: come anticipato in modo inquietante dal testo di una sua canzone, “La ballata di Renzo”, peraltro gremita di “rose rosse”, l’artista morì a Roma nella notte del 2 giugno 1981 dopo esser stato rifiutato da 5 diversi ospedali. «Statisticamente, le probabilità che un cantante descriva la morte di qualcuno perché viene rifiutato da 5 ospedali, e che poi muoia nello stesso identico modo sono… nulle».
Molto strana, aggiunge Franceschetti, è anche la tragica fine del ciclista Valentino Fois, della stessa squadra di Pantani: anche lui muore per cause da accertare, ma alcuni giornali parlano subito di overdose, «e già questo fa venire qualche sospetto». Premessa: in Italia, muoiono per omicidio circa 2.500 persone all’anno. E altrettante finiscono suicide. Giornali e Tv si disinteressano della stragrande maggioranza di questi episodi. «Quando però su un fatto scatta l’attenzione dei media, in genere questo è un segnale che sotto c’è dell’altro. Quindi viene spontanea la domanda: perché i giornali si interessano alla morte di un ciclista poco conosciuto come Fois?». Premesso che nello sport professionistico il doping (entro certi limiti) è pressoché inevitabile, Franceschetti sospetta che Fois sia morto «per aver “tradito”, come Pantani». Ovvero, i due avrebbero «pagato con la vita la loro maggiore pulizia e onestà intellettuale rispetto al resto dell’ambiente in cui vivevano».
Secondo Franceschetti, c’è anche «non il sospetto, ma la certezza» che la verità non verrà mai a galla. Del resto, «la maggior parte delle famiglie di queste vittime non saprà mai la verità, la maggior parte muore senza che i familiari sospettino un omicidio». E racconta: «Io stesso, dopo il primo incidente che mi capitò, pensai ad un caso. E dopo il secondo pensavo che ce l’avessero con la mia collega e che avessero manomesso contemporaneamente sia la mia moto che la sua per maggior sicurezza di fare danni a lei. In altre parole, potevo morire senza sapere neanche perché, e pochi avrebbero sospettato qualcosa». E aggiunge: «Ogni volta che prendo l’auto sono consapevole che lo sterzo potrà non funzionare, che un’auto che viene in senso inverso all’improvviso potrà sbandare e venire verso di me, o magari che potrò avere un malore nell’anticamera di una Procura come è successo al capo dei vigili testimone della Thyssen Krupp». La storia italiana, aggiunge l’avvocato, è troppo gremita di “coincidenze”, depistaggi e Paolo Franceschetticollusioni: le bombe nelle piazze, Ustica, Moby Prince. «In quei casi i familiari delle vittime ormai hanno capito, ma negli altri?».
La storia infinita del “mostro di Firenze”, ad esempio, sembra il frutto di un “normale” serial killer solitario. Secondo Franceschetti, invece, tutti quegli omicidi non sono altro che precise esecuzioni rituali, settarie ed esoteriche, meticolosamente pianificate da un clan criminale protetto da amicizie potenti. «Ho telefonato ai genitori di Pantani prima di scrivere questo articolo», scriveva Franceschetti nel 2008. «Dal loro silenzio successivo al mio fax presumo che abbiano pensato che io sia un folle, magari un mitomane in cerca di pubblicità. E’ normale che lo pensino, come è normale che la maggior parte delle persone che leggeranno queste righe le prendano per un delirio». Continua Franceschetti: «Un mio amico medico legale, a cui ho raccontato le mie “scoperte”, mi ha lasciato di stucco quando mi ha detto: “Sì, Paolo, lo sapevo. Tutti quei suicidi in carcere per soffocamento con buste di plastica sono impossibili dal punto di vista medico-legale”». L’esoterismo «è un linguaggio: se non lo conosci è come camminare per le strade di una nazione straniera, vedi le scritte ma non ti dicono nulla, sembrano segni innocui e invece sono messaggi precisi». Difficile parlarne, «perché ti prendono per matto». E il guaio è che, «quando capisci il sistema», è problematico «continuare a fare la vita di sempre senza impazzire».
Fonte tratta dal sito .

La strage dei bambini, orrendo tabù avvolto dal silenzio

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Bambini da uccidere, sacrificare, persino mangiare. Mentre spariscono ogni anno centinaia di minori, in parte forse destinati anche alla potentissima rete internazionale dei pedofili, una ricercatrice come Lara Pavanetto, a margine del suo libro “Streghe o vittime?” (Filippi editore), in una riflessione sul suo blog si sofferma sul sinistro mistero che nasconde il vero destino di tanti, troppi bambini, nella storia della nostra civiltà. «Di tutti i gruppi sociali che formavano le società del passato, i bambini sono quello più misterioso», scrive. «Raramente si vedono nei documenti, mai si sentono. Un misterioso silenzio circonda la moltitudine dei neonati, bambini e adolescenti che pure hanno vissuto. I resti fossili dei popoli antichi e medievali appartengono quasi totalmente ad adulti, i bambini sembrano non aver lasciato traccia alcuna. E’ difficile sapere qualcosa sulla vita dei bambini, ancora più difficile è conoscerne qualcosa riguardo la morte. Ma spesso morte e vita erano due facce della stessa medaglia, intimamente legate; soprattutto la morte dei bambini, fino ad oggi, è e rimane un tabù che nasconde molto».
Anticamente, scrive Pavanetto, la pratica dell’abbandono era assai frequente, e spesso finiva per significare la morte del bambino: «Tuttavia questa naturale prospettiva non è mai citata né dalle fonti letterarie né da quelle storiche». E soltanto una Infanticidiovolta, nel corpus di testi giuridici che si occupano dell’abbandono, si allude alla morte degli “esposti”. «Nelle fonti letterarie questi bambini non muoiono mai, nessuno storico cita la morte di esposti e mostra preoccupazione per la loro salvezza. Nessuna fonte menziona cadaverini da seppellire. Soltanto i moralisti e gli oratori sollevano qualche dubbio sulla loro fine». Nella Bibbia, il sacrificio dei bambini agli dèi è «proibito, condannato o menzionato con disprezzo in molti passi», eppure nel Libro dei Re si menziona Moloch (un dio pagano?) che richiede l’uccisione di bambini. Idem in Geremia e forse nel Levitico. Sempre nei Re «si parla anche di sacrifici di bambini con il fuoco». I bambini «erano un dono prezioso per gli déi», ma evidentemente «non abbastanza per i genitori». Il re Moab sacrifica il primogenito sulle mura della città come segno di lutto (Re). E in un altro testo biblico, (Giudici) Iefte «uccide la sua unica figlia per adempiere un voto fatto al Signore». Sarà poi “Dio” stesso a richiedere ad Abramo (Genesi), il sacrificio estremo del figlio: Abramo è pronto a farlo, sarà solo “Dio” a fermarlo.
«Ma, nelle sacre scritture, si parla anche di genitori che mangiano i loro figli», aggiunge Lara Pavanetto, che spiega: si tratta di «un topos non isolato, che ricorre anche nella letteratura antica». C’è il Faraone, che tenta di uccidere tutti i figli maschi degli ebrei (Esodo). «Poi si aggiungono alcuni passi davvero eloquenti che parlano di forme di infanticidio più generali». Si legge nel Libro dei Re: «Sfracellerai i loro lattanti e squarcerai le loro donne incinte». E nei Salmi: «Beato chi prenderà i tuoi pargoli e li sbatterà contro la pietra». Un intellettuale come Filone, filosofo ebreo di lingua greca vissuto ad Alessandria nel primo secolo, «poneva sullo stesso piano l’infanticidio e l’abbandono, descrivendo anche i metodi abitualmente usati per sopprimere un bambino: soffocamento o annegamento». In epoca medievale, «sia gli eretici che gli stranieri sono accusati Caravaggio, il Sacrificio di Isacconelle fonti contemporanee di rapire, uccidere, violentare e addirittura mangiare i bambini: Anna Comnena affermava che i Normanni erano soliti arrostire i bambini sugli spiedi».
In diverse parti della Grecia, in epoca micenea o minoica, e in epoche ancora posteriori, in Egina, Attica, Argolide, Melos e Creta, si usava seppellire i morti in casa, in vasi di terracotta interrati nel pavimento, specie nel caso dei fanciulli, «forse per tenere gli amati resti più vicini a sé, o forse sperando che l’anima si reincarnasse ancora». In alcune zone dell’India, continua Pavanetto, questa pratica funebre riguardava soprattutto i bambini nati morti, seppelliti sotto la soglia di casa «sperando appunto che il fanciullo rinascesse in famiglia, nuovamente». Tutte queste usanze «nascono proprio dalla credenza che i morti rinascano nei fanciulli: i Taolnla, indiani, quando nasce un bambino cercano di accertare quale dei loro antenati ha fatto ritorno; così, appena nasce un bambino, subito ci si affanna nel cercare qualche somiglianza: la mamma, il papà, lo zio, i nonni, i bisnonni». In pratica, presso quella popolazione, l’idea è che il bambino venga da un “al di là” sconosciuto e misterioso, e sia dunque portatore di qualcosa di antico e misterioso, che in lui si rivela.
«Quando il bambino nasce morto – racconta Lara Pavanetto – la sua non presenza è ancora più misteriosa: gli Inuit credono che le anime dei bambini, specie di quelli nati morti, possano rendere grandi servigi ai cacciatori, sempre in pericolo di morte loro stessi». Così, proprio «per assicurarsi il loro aiuto spirituale», gli Inuit «non esitavano ad uccidere un bambino». Ma il delitto doveva rimanere segreto, facendo in modo di nascondere la vittima perché nessuno sapesse dell’infanticidio. «Così, Lara Pavanettodopo aver messo al sicuro il cadaverino, lo si faceva seccare per poi metterlo in un sacchetto che il cacciatore portava con sé quando andava in mare con la sua canoa». Lo spirito del fanciullo, avendo la vista molto acuta, la “vista dei morti”, lo avrebbe aiutato a trovare la preda e dirigere la sua lancia per non fallire un colpo. «I morti bambini aiutano: nella caccia, nella guerra». Lo confermano i Batak dell’isola di Sumatra, che avevano «bisogno proprio degli spiriti dei fanciulli, perché li precedano nei combattimenti, spianando loro la strada dagli spiriti del nemico».
Il minore, aggiunge Pavanetto, in quel caso veniva appositamente “comprato” o rapito, trascinato nella foresta lontano dal villaggio e seppellito vivo, in piedi, lasciandogli fuori solo la testa. «Per quattro giorni lo nutrivano solo con riso condito con pepe e sale, per aumentarne la sete, mentre gli chiedevano continuamente se voleva benedirli e aiutarli in guerra. Il quarto giorno gli uomini più importanti del villaggio si radunavano attorno a lui e cercavano di estorcergli la promessa di benedizione e aiuto». Appena la vittima cedeva, promettendo che il suo spirito li avrebbe protetti, «l’uomo che gli stava alle spalle gli rovesciava la testa all’indietro e gli versava piombo fuso in bocca: così il fanciullo non poteva più rimangiarsi la promessa fatta». Grazie a una morte così tremenda, lo spirito del fanciullo «diventava un demone maligno». Essendo legato alla promessa di non nuocere ai suoi assassini, avrebbe riversato la sua vendetta soltanto sul nemico. «E perché la vedetta fosse ancora più efficace, estraevano dal corpo del fanciullo delle parti del cervello, di cuore e di fegato, e con questi macabri ingredienti preparavano un unguento che poi introducevano in una bacchetta magica che era portata in battaglia alla testa delle truppe: così l’anima del fanciullo morto marciava alla loro testa contro il nemico».
Fonte tratta dal sito .

Carpeoro: pensiero magico, così il potere ci tiene prigionieri

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La manipolazione è una diretta conseguenza del potere: non c’è potere senza manipolazione. Ognuno fa quello che vogliono altri, perché è manipolato. L’errore che molti di noi commettono è quello di soffermarsi sulla manipolazione di cui ci accorgiamo, senza capire come nasce il potere. Se non si capisce come funziona il potere, non si può decodificare la manipolazione, che del potere è figlia. Nel libro “Dominio”, Francesco Saba Sardi spiega che il poterenasce quando l’uomo abbandona il nomadismo. L’uomo che non ha bisogno di conquistare, gestire, governare, coltivare e sfruttare la terra non ha neanche bisogno del potere. Quel bisogno nasce quando qualcuno diventa propritario di un territorio. E quel territorio lo governa, lo gestisce, lo difende, lo sfrutta economicamente. E come nasce, il potere? Per un passaggio obbligato: la guerra. Devo fare una guerra per conquistare un territorio, per difenderlo, per conservarlo. Prendermi la terra significa che devo fare la guerra. Per poi coltivarla e sfruttarla, questa terra, che diventa sempre più grande (non posso coltivarmela la solo), devo avere dei servi. E per avere dei servi devo aveve una religione. Alla fine, tutto questo, secondo Saba Sardi, si chiama “dominio”.
Il dominio è il rapporto tra la terra, la guerra e la religione: alla fine, configurano il potere. E’ chiaro che, per sfruttare gli altri, li devo manipolare: perché mai una persona non manipolata dovrebbe farsi sfruttare da me? Questo meccanismo si chiama Sergio Rubini nel film L'Uomo Neropensiero magico. Nel momento in cui io sono uno che conosce, io sono un “magister”. La radice “Mg”, in sanscrito, significa “conoscere”. Nel momento io cui io conosco, per espandere il mio essere e accrescere la mia consapevolezza, io sono un “magister”; nel momento in cui utilizzo questa mia conoscenza non per l’essere ma per il potere, e quindi per cambiare il comportamento degli altri, allora io sono “magus”. Si passa dal “magister” al “magus”: il “magus” è l’elemento che caratterizza il potere, e quindi è l’elemento che manipola. E’ il “magus”, il pensiero magico, la fonte della manipolazione. Il pensiero magico stabilisce un’area all’interno della quale non valgono le regole vere, quelle dell’universo; valgono le regole del “magus”, e quel territorio si chiama “cerchio magico”. Il mago faceva un gesto, tracciava un cerchio, e all’interno di quel cerchio non valevano più le regole del mondo, valevano le regole per cui aveva ragione lui, essendo lui lo strumento del potere – che poteva essere sacerdotale, regale o di qualunque altra natura.
Noi siamo talmente contaminati e impressi di pensiero magico che ne viviamo fin dalla prima infanzia. Non diciamo a nostro figlio “non fare questa cosa perché è sbagliata”, gli diciamo “non farla perché viene l’Uomo Nero”. Quello è pensiero magico, perché stabiliamo una regola diversa da quella della natura: nella natura non esiste, l’Uomo Nero. Sembra una cosa piccola, ma poi ci segna. Tutti quanti scegliamo le vie magiche: il Superenalotto che ci cambia la vita, la grande vincita, la fortuna, la sfortuna. Tutti quanti preferiamo disegnare itinerari che ci mettono in condizione di essere all’interno di cerchi magici, dove poi siamo manipolati: chi pone le regole di quel cerchio ci fa fare quello che vuole lui, senza che neanche ce ne accorgiamo. Il tonno Rio Mare, “così tenero che si taglia con un grissino”, ha dietro un’operazione magica: trasformare un difetto in una qualità. E’ magia. Un tonno non può essere tenero; se è tenero, è perché lo fanno con le frattaglie pressate. Ma è “così tenero Tonno Rio Mareche si taglia con un grissino”, e voi infatti lo comprate. Sono le manipolazioni della pubblicità, e sono operazioni magiche: io vi costringo ad accettare non le regole della natura, che imporrebbero di capire cos’è un tonno, ma le mie regole.
Quando una certa ditta ha voluto vendere un famoso biscotto, ha detto: sono biscotti che potete comprare perché non c’è l’acido tartarico. Nessuno vi spiega che in nessun biscotto c’è l’acido tartarico. Perché dovrebbe essere una qualità? Avete mai visto vostra nonna che fa i biscotti con l’acido tartarico? Eppure, passa per una qualità. L’operazione magica non è fondata su una realtà; è fondata sulla manipolazione del soggetto passivo, che vede come realtà una cosa che realtà non è. Tecnicamente si chiama: stabilire un dogma. Significa farvi vedere le cose in modo diverso, anche rispetto alla loro effettiva connotazione. Quando la Chiesa disegna l’Immacolata Concezione – la Madonna, vergine nonostante abbia concepito – fa un’operazione magica, perché non vi porta in realtà sul vero problema. Da un punto di vista medico, sappiamo che per una donna è possibile concepire rimanendo vergine; la cosa veramente difficile è rimanere vergini dopo avere partorito. Ma non c’è l’Immacolato Parto. Neanche la Chiesa arriva a mettersi in contrapposizione con regole assolute, per cui rimane il mistero: la Madonna è rimasta vergine anche dopo aver partorito? Questo, tra i dogmi della Chiesa non c’è.
Il dogma non è credere in qualcosa, è non poter discutere di qualcosa, e non accettare che ne discutano nemmeno gli altri. Nel momento in cui le Chiese sono diventate potere, hanno imposto un meccanismo dogmatico anche a chi non lo voleva. C’è gente che è finita sul rogo, per questo. In Europa, sono morte bruciate 600.000 streghe in trecento anni. Quando l’uomo possiede una fede, trattasi di religione; quando una fede possiede l’uomo, trattasi di setta. Una persona che ha una fede è libera, una persona che ha un dogma no, non è libera. Non è la religione a operare la manipolazione, ma la struttura. Non c’è scritto da nessuna parte che una Chiesa debba essere una struttura, che debba avere un tesoro, degli amministratori, dei beni, debba essere uno Stato, debba avere le Guardie Svizzere. Maometto aveva vietato all’Islam di diventare una Chiesa, aveva vietato di avere gli Imam. Gesù Cristo da nessuna parte ha detto che doveva nascere una Chiesa strutturata. Le strutture, se nascono, Ratzinger con guardie svizzerenascono per il potere, non per la fede. Alla fede non servono le strutture. Le cose buone le fanno gli fanno gli uomini, gli esseri umani, non le strutture. Le strutture – si chiamino massoneria, Chiesa, Stato – possono fare solo cose negative.
Sono le strutture a manipolare, e voi trovate mille manipolazioni di questo tipo. Il Credo è una preghiera che nasce da un’operazione politica. Concilio di Nicea, 300 e rotti dopo Cristo, grande scontro tra eresia ariana e versione ortodossa: l’eresia ariana diceva che Gesù Cristo era un uomo, la Chiesa regolare diceva che Cristo era figlio di Dio, quindi era Dio. Siccome i due vescovi che dovevano mettere a posto questo complicato problema erano compagni di merende – si chiamavano Eusebio di Nicomedia e Eusebio di Cesarea – fanno un compromesso: voi oggi recitate una preghiera che è frutto di un compromesso. “Credo in Gesù Cristo, generato, non creato”. Gli uomini generano, Dio crea. Quindi, uomo: generato, non creato. E poi aggiungono: “Della stessa sostanza del padre”, ma non specificano il padre. Cioè fanno un’operazione in base alla quale ognuno può scegliere l’interpretazione più favorevole a sé. Nessuno ve la spiega così, quella preghiera. Ve la fanno dire automaticamente, perché il dogma è importante. Come l’Auditel, che in realtà è fondato su una convenzione.
Ci sono 150 persone, in tutta Italia, che hanno una macchinetta che rivela i programmi che vedono. Il primo problema è statistico: uno mangia quattro polli, un altro non ne mangia nessuno, quindi ne mangiano due a testa. Così funziona la statistica. E poi: com’è gestita, questa cosa? Chi dovrebbe essere controllato in realtà controlla se stesso. Perché, chi sono i soci dell’Auditel? Le concessionarie. E’ come per le banche. Chi le controlla? I banchieri. In Italia chi controlla i magistrati? Altri magistrati. Da noi funziona tutto così. Il controllore dovrebbe essere avulso da ciò che deve controllare: in Italia, invece, il contollore controlla se stesso – per regola. Mentana, che sa benissimo cos’è l’Auditel, non fa nulla per l’Auditel, perché sa che molte cose sono concordate a monte. E sa anche di avere una professionalità, una simpatia, un appeal che gli consentono di evitare che gli vengano attribuite brutte figure. Il problema è: stabilire a quale cerchio magico risponde qualunque tipo di Enrico Mentanaoperazione. Perché nella nostra società non esiste nessuna operazione – di informazione, di finanza, di politica – che non risponda a un pensiero magico.
Al pensiero magico si contrappone il pensiero simbolico, quello che ti spinge a chiederti “perché”. Il pensiero magico, che è funzionale a una società consumistica, ti spinge a chiederti solo “come”, non perché. Il perché è superato, non te lo devi chiedere. Tutti devono solo chiedersi come. Nessuno si deve chiedere perché comprare qualcosa, ma solo come comprarlo, come sbattersi per mettere insieme i soldi per comprare il modello nuovo sei mesi dopo, e così via. Nei meccanismi di manipolazione, il primo obiettivo è impedire alla gente di chiedersi perché. La manipolazione avviene perché quel gradino ve lo fanno saltare. Voi vi chiedete solo come, non perché. Ed è fondamentale, nel pensiero magico: non ti devi chiedere perché diventare ricco, ma come diventarlo. Non ti devi chiedere perché una donna si dovrebbe innamorare di te: al mago, tu chiedi come una donna si possa innamorare di te. Quel perché lo dovresti chiedere a te stesso, non al mago.
L’uomo diventerebbe libero, se non ci fosse il pensiero magico, perché farebbe le domande a se stesso. Col pensiero magico non è libero, perché è costretto a fare le domande al mago. Immaginando la magia, siamo ancora legati al tipo col cappello a cono e le stelline, ma la magia è sofisticata. Bin Laden è l’Uomo Nero. Noi disegnamo scenari in base ai quali, per interi decenni, pensiamo che tutto il problema sia legato a una persona. Ci hanno spiegato che il problema dell’Italia era Sindona, poi Sindona è sparito ma i problemi sono rimasti. Poi ci hanno detto che era Gelli, ma – via Gelli – i problemi son rimasti. Poi Bin LadenCraxi, idem. Ma perché? Perché noi siamo costretti a immaginare la logica dell’Uomo Nero, che applichiamo dall’inizio. E’ connaturata in noi, col modo in cui abbiamo costruito questa società, che è costruita sul pensiero magico.
La nostra società è costruita sul mito secondo cui qualsiasi cittadino americano possa diventare presidente degli Stati Uniti. Ma anche fosse, perché un americano dovrebbe voler fare il presidente? Sarebbe felice? Sulla libertà, abbiamo costruito un dogma del piffero. La libertà non è poter fare tutto quello che vuoi. La libertà è sapere quello che veramente vuoi. Potete pensare una donna meno libera di una che voglia diventare madre? Sicuramente, dopo che fa dei figli, una donna può sembrare meno libera. Ma non è vero che sia meno libera, se l’ha scelto lei. In una democrazia si può essere meno liberi che in una monarchia. Il problema è a monte, ma non si risolve col dogma. Va risolto a livello individuale: sta nel chiedere il perché a stessi, e non il come al mago. Noi concepiamo una società dove calpestare i nostri diritti è normale, è fisiologico, perché siamo permeati di pensiero magico. Prima di combattere gli effetti, esaminiamo le cause. La manipolazione non nasce come un fungo in un prato, è il frutto di una costruzione di società: qualcuno decide che può stare meglio se gli altri stanno peggio. Ma nemmeno nel potere c’è libertà. La libertà è nell’essere, nella realizzazione di se stessi, nei modi e coi tempi di ciascuno.
Abbiamo costruito una società del pensiero magico, basata sulla velocità: se una cosa la capisci dopo, sei ritardato. Ma siamo sicuri che capire subito sia un valore? Siamo certi che chi capisce dopo non capisca meglio? Il nostro concetto di tempo non è legato a cose che abbiamo deciso noi, sono altri che hanno deciso che dobbiamo fare in fretta. E questo, perché noi non dobbiamo avere tempo per pensare, per scegliere. Sono meccanismi assolutamente magici. La prima cosa che ci dev’essere sottratta è il tempo. La seconda è la linearità del desiderio. Nei supermercati, a mezzogiorno diffondono profumo di pane per stimolarci a comprare di più. Fa tutto parte del pensiero magico: stabilisco il cerchio, che è la mia area commerciale, decido che tu devi comprare più roba e quindi utilizzo il meccanismo di manipolazione, che è l’odore del pane. Dobbiamo conoscere, non esistono scorciatoie: più cose uno conosce, più è in grado di capire all’interno di quali cerchi magici si trova, come ne può museo egiziouscire e come può evitare di entrarne in altri. Ma la conoscenza ha bisogno di tempo. E noi quanto tempo dedichiamo a conoscere?
Internet può essere una fonte di conoscenza, ma richiede tempo (e ce ne sottrae) perché ormai è diventato talmente vasto da essere dispersivo. In più, Internet elimina la conoscenza casuale. Se da Napoli vai a Milano in auto, Bologna la vedi. Se ci vai in aereo, te la perdi. Voglio il passo del Paradiso dove si parla dell’aquila? Digito, e mi compare direttamente quel passo. Senza Internet, no: te la devi leggere, la Divina Commedia. E intanto che leggi, conosci. Non bisogna fare di niente un valore assoluto. Via i paraocchi: tutto, interpretato in chiave assoluta, ci preclude delle possibilità. Se Internet ci preclude la possibilità di leggere la Divina Commedia, allora non va bene. Ognuno di noi, tanti anni fa, teneva un diario, che conservava per anni. Avete mai provato a scoprire su Facebook cos’avete scritto un anno fa? In pratica, il sistema vi si blocca: pensate a cosa vi toglie, tutto questo. Poi, per conoscere, la seconda cosa che conta, oltre al tempo, qual è? La memoria. Senza memoria non si conosce nulla. Per conoscere, archiviamo dati che poi colleghiamo. Se non archiviamo, non possiamo collegare. Cosa ci ha tolto Facebook? La memoria. Senza accesso al passato, non posso rileggere i fatti oggi ed evitare di commettere gli stessi errori di ieri.
Facebook è una delle conseguenze dell’11 Settembre. Doveva essere una mega-progetto della Cia per schedare tutti gli americani. Ma costava un sacco di soldi, perché bisognava raccogliere i dati. Al che, un cervello della Cia si è alzato e ha detto: “Ma perché i dati li dobbiamo raccogliere noi? Facciamoceli dare”. E hanno risparmiato non so quanti miliardi di dollari. Hanno trovato un nazistello, Zuckerberg, a cui hanno intestato la cosa e gli hanno detto “fai i quattrini”, e hanno schedato tutto il mondo. Perché spendere miliardi per quei dati? Meglio se faccio in modo che i dati vengano a me. E’ un pensiero magico, no? Il ricercatore è il “magister”, quello a cui piovono le cose nel piatto è il “magus”. Questa società deve vendere: è basata su una produzione posticcia, esigenze posticce, un mercato posticcio. Una società normale, agricola, rurale, non mangiava carne ogni giorno: McDonald’s sarebbe fallito. Ma anche i vegani sono schiavi del pensiero magico: disegnano Zuckerbergquello che non si può fare (tutto il mondo che diventa vegano) anziché quello che si può fare (consumi gradualmente più responsabili).
Chi pensa a soluzioni radicali esprime il pensiero magico: nessuna soluzione può essere radicale, in un cerchio diverso dal cerchio magico. Il radicalismo porta a rimanere dove si è. Se invece usciamo dal recinto, di giorno in giorno possiamo porci degli obbiettivi raggiungibili. Se di ogni cosa che facciamo ci chiediamo il perché, possiamo evitare di essere vittima di un cerchio magico. E’ successo anche alla massoneria, quando ha accettato di diventare un organismo unico e centralizzato. Un progetto di potere: pensiero magico. Non sono gli uomini che fanno progetti di potere. E’ il potere che fa progetti di uomini. Il potere è un meccanismo, non è identificabile con la persona. Nel momento in cui la società è vocata al potere, al pensiero magico, questa società – indipendentemente da Sindona, Gelli o Totò Riina – va avanti così. E’ lo schema, che si riproduce, non le persone. Puoi arrestare Provenzano, ma poi ti ritrovi Messina Denaro: la regola vale per la mafia, per la politica, per la religione, per tutte le aggregazioni umane. Ed è una società che può peggiorare. Ve l’immaginate, cent’anni fa, un camorrista che seppellisce scorie tossiche dove gioca il figlio?
Nonostante la scelta di essere delinquente, un mafioso non avrebbe mai potuto seppellire scorie nucleari dove giocano i figli. Adesso invece è immaginabile. Perché le scelte di potere sono solo peggiorative, non sono mai un’evoluzione positiva. Il massone del ‘700 è comunque meglio del massone di adesso. Perché il potere peggiora, corrompe. Abbatte valori, limiti, paletti, confini. Questa riflessione, oggi, è l’unico atto rivoluzionario che possiamo fare. La vera rivoluzione che possiamo fare è minare il sistema consumistico dalle sue radici, e le sue radici sono il potere. Nella misura in cui riusciamo a sottrarci al potere – al potere che ci vuol far comprare, al potere che ci toglie il tempo e non ci fa pensare – noi facciamo un’operazione realmente rivoluzionaria, dove non c’è bisogno di spargere del sangue. C’è bisogno però di faticare noi, di fare un percorso di conoscenza Carpeoroe di consapevolezza – faticoso, lento. Ma dobbiamo entrare nell’ottica per la quale tutto deve essere fatto per noi stessi, non per la proiezione che questa società fa di noi stessi.
La new age oggi vende la “regola dell’attrazione”, che spinge ancora una volta a mettersi al centro del mondo, ma nessuno di noi è il centro del mondo. E’ un’operazione magica, mettersi al centro del mondo – per questo il mago disegna il cerchio: lui è il centro del cerchio. Smettiamo di disegnare cerchi, e cominciamo a pensare che esiste un unico, grande cerchio di cui noi siamo parte. E cominciamo anche a immaginare che la legge vera non è quella dell’attrazione (per cui noi attraiamo o respingiamo le cose) ma è la legge della complementarità, per cui noi combaciamo con tutto il resto. Vi siete mai guardati allo specchio? Vi mostra come vi vedono gli altri. E se non mettete assieme come vi vedete voi e come vi vedono gli altri, non vedrete mai come siete veramente. Solo portando nell’ambito della conoscenza tutto quello che non conoscete, potete avere la vera dimensione del vostro essere. Siamo tessere di un mosaico (meraviglioso, peraltro) che, se stanno nei loro limiti, ci entrano perfettamente, in quel buchetto. Ed entrando in quel buchetto concorrono a una grande bellezza.
(Gianfranco Carpeoro, estratti dall’intervento al convegno “La manipolazione dell’informazione e delle coscienze” tenutosi il 20 dicembre 2014 a Ercolano, con relatori come Paolo Franceschetti e Massimo Mazzucco, pubblicato su YouTube. Giornalista e saggista, già avvocato e pubblicitario, Carpeoro è stato “sovrano gran maestro” della comunione massonica di Piazza del Gesù; studioso di esoterismo, è un grande esperto di storia antica e linguaggio simbolico).
Fonte tratta dal sito .

Il vero segreto della magia è che funziona, ma guai a dirlo

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Molte pratiche e abitudini sociali sono pratiche magiche, o derivate dalla magia, ma sono chiamate con altri nomi. La recitazione dei mantra buddhisti, operando una trasformazione interna ed esterna, è magia. La meditazione è magia. La psicanalisi, operando una trasformazione interna, per migliorare gli eventi esterni dell’individuo e renderlo più felice, è magia. La psichiatria, somministrando farmaci per alterare gli stati emotivi e mentali, fa né più né meno quello che faceva e fa tuttora l’alchimia; la psichiatria quindi è magia. L’invocazione dell’aiuto divino, ma anche l’invocazione dei santi o della Madonna, operando miracoli, è magia; e la stessa messa cattolica è un rito esoterico, non a caso molto simile ai riti praticati dalle società segrete. La preghiera è una forma di magia. Faccio ora due esempi pratici di come il mago ottenga risultati concreti sulla realtà circostante a lui.
In un caso un mago-massone mi ha raccontato che con un rito (se non ricordo male il Picatrix) aveva scommesso il lunedì che avrebbe materializzato un pranzo di pesce per 20 persone per il fine settimana. Il venerdì è venuto il proprietario di un Berlusconiristorante, a chiedergli come poteva restituirgli un favore che costui tempo fa gli aveva fatto; il giorno dopo le 20 persone hanno mangiato pesce al ristorante. Un altro mi ha raccontato che non fa un lavoro fisso; tempo fa aveva bisogno di una consistente somma di denaro perché era stato costretto a pagare dei lavori condominiali imprevisti. Dopo qualche giorno, un debitore che gli doveva del denaro e che lui non sperava più di rivedere, si è scusato del ritardo con cui aveva restituito il prestito e ci aggiunse per riconoscenza una somma in più tale da coprire tutto il debito. In uno scontro magico che avveniva tra Crowley e alcuni suoi avversari, un giorno arrivò un poliziotto a casa di Crowley a fare una perquisizione; questo era l’effetto del rito, secondo Crowley. Crowley reagi con altro rito, e al suo avversario – se non ricordo male – morirono tutti i cani. Questo è né più né meno quello che fanno i buddhisti aderenti alla scuola di Nichiren; recitano il Daimoku con delle finalità, e quando il risultato è raggiunto lo attribuiscono alla recitazione del Daimoku. Ed è sempre, né più né meno, quel che succede quando un devoto prega Padre Pio, San Gennaro o la Madonna.
È quello che insegna Louise Hay nei suoi libri come “Puoi cambiare la tua vita” (ripetendo molte volte una cosa e finendo per convincercene, arriveremo al risultato voluto), e il libro “The Secret” con la sua legge dell’attrazione. Più in generale, lo stesso problema della psicologia lo hanno tutte le scienze. Il problema è che oggi il fisico, il matematico, lo psicologo, l’astronomo, studiando a fondo un solo aspetto della realtà (che è invece sempre una e complessa) perde di vista l’unità del tutto. L’estrema specializzazione di queste materie ha fatto quindi perdere di vista l’insieme, diminuendo l’efficacia degli studi complessivi, che sono diventati aridi e spesso inutili e fini a se stessi. Soprattutto, la specializzazione e la frammentazione del sapere ha fatto perdere di vista la cosa più importante, la parte spirituale della realtà, trasformando la società in quello che possiamo Monaci buddhisticonstatare con i nostri occhi: una società materialista in cui gli individui hanno perso il senso di ciò che sono e di ciò che fanno.
Tutte le dottrine esoteriche e magiche dicono, in sostanza, la stessa cosa: l’anima è la parte più importante dell’individuo, ed è immortale; e l’uomo deve cercare di uscire dalla sua condizione materiale per elevarsi a vette spirituali. Scrive Schuré che «tutte le tradizioni religiose ed esoteriche giungono a conclusioni identiche nella sostanza ma differenti nella forma, sulle verità fondamentali e finali, seguendo tutte lo stesso schema dell’iniziazione interiore e della meditazione». Nelle tradizioni spirituali sia antiche che moderne l’anima è sempre al centro dell’interesse. Nella società occidentale, invece, dell’anima non si parla più. L’ostacolo alla crescita dell’individuo e alla sua elevazione è venuto da due fronti che hanno sferrato un attacco combinato alla spiritualità: la Chiesa cattolica e la scienza.
La Chiesa ha eseguito le seguenti operazioni: ha negato la dottrina della reincarnazione e l’anima, relegandola a un ruolo marginale e sostanzialmente inesistente (secondo la Chiesa l’anima è sì la parte più importante dell’essere umano, ma solo perché un giorno ci sarà il giudizio universale, in cui saremo giudicati per quello che abbiamo fatto in quest’unica vita; in tal modo si è quindi negato il concetto di anima come è inteso in tutte le tradizioni esoteriche, occidentali e orientali); ha messo al bando la magia e l’esoterismo; ha affermato che bisogna credere per fede, e non per esperienza diretta del divino, che si cerca assolutamente di bandire in tutti i modi. La scienza ha fatto la stessa cosa, ma con mezzi diversi: nega l’anima e Dio, spesso facendo passare chi è religioso per una persona primitiva, che è in cerca di sicurezze, al limite della superstizione; ha messo al bando la magia e l’esoterismo, elevando la scienza stessa a religione; si deride chi ha “fede”, contrapponendo la fede, cieca, Giuseppe Cambarerisuperstiziosa e ignorante, alla scienza, progredita, moderna, civile. In realtà sostituendo alla “fede” in Dio, la fede nella sua inesistenza e la fede nella scienza.
In sostanza, Chiesa cattolica e scienza sono state le due facce della stessa medaglia, apparentemente divise, ma in realtà unite da un fine comune: la distruzione dell’anima e dello spirito. Hanno inoltre inoltre fatto credere che chi è buddista, induista, mago, lo sia per “fede”, cioè per accettazione acritica e incondizionata a un qualcosa di divino, quando invece il buddista, l’induista, il mago, fanno ogni giorno esperienza del divino. Da questo punto di vista, la lotta secolare tra massoneria e Chiesa cattolica è stata anche (e lo è ancora) una lotta magica: la Chiesa ha cercato di impedire in tutti i modi la diffusione e lo sviluppo della magia in Occidente, la massoneria e i Rosacroce hanno cercato di introdurla e diffonderla. A portare prove del legame tra politica e esoterismo, tra movimenti politici della storia e influenze massoniche, rosacrociane, o di altri ordini occulti, ci hanno provato in molti. È stato quindi dimostrato che il regime nazista fu influenzato dall’esoterismo della Società Thule e che Aleister Crowley era consigliere segreto di Hitler; mentre Giuseppe Cambareri, altro esoterista, fu consigliere di Mussolini. È provato che tutti i presidenti Usa sono e sono stati massoni, e clamoroso fu quando Bush e Kerry dichiararono entrambi, in un’intervista congiunta, di appartenere alla stessa società segreta, la Skull and Bones; massoni e rosacrociani furono Mazzini, Garibaldi, Cavour (la cosiddetta carboneria altro non era che una filiazione della massoneria).
Ma il limite di questi studi è di voler sempre rimanere agganciati a prove documentali e certe, quando invece il vero segreto, come dice giustamente Fausto Carotenuto in una recente intervista al mensile “X Times”, non viene mai messo per iscritto e può solo essere intuito. Non c’è in realtà bisogno di “prove” particolari per poter affermare che i personaggi più potenti dell’economia e della politica internazionale pratichino la magia. Infatti, considerando che i personaggi più importanti della storia dell’umanità sono stati e sono tutti massoni, delle due l’una: o la massoneria è un’immensa congrega di idioti dediti a giocare a rituali vetusti e demenziali e i personaggi più importanti dell’umanità erano e sono dei trogloditi superstiziosi, mentre noi, comuni mortali razionali e amanti del pensiero scientifico, siamo dei geni, oppure tali personaggi conoscevano e Massonipraticavano la magia, e hanno (e sanno) qualcosa che noi non sappiamo; e allora alla magia e all’esoterismo va riservato un posto ben diverso rispetto a quello che gli viene riservato in genere.
Occorre anche considerare che la massoneria conta tra i suoi iscritti oltre 50.000 persone, e queste persone non sono studenti, disoccupati, barboni o nullafacenti, ma sono avvocati, magistrati, commercialisti, architetti, politici, medici, imprenditori, insomma la classe dirigente del paese. Tanto per fare un esempio, ai vertici intermedi della Rosa Rossa non c’era solo il magistrato Piero Luigi Vigna, ora defunto, ma c’è tuttora un magistrato che firma molti articoli esoterici e che leggo spesso su riviste e libri di esoterismo. Insomma, se è vero, per le cose che abbiamo detto in precedenza, che la massoneria è un’immensa organizzazione magica, di livello mondiale, ciò equivale a dire che la magia è molto più diffusa di quanto si creda, solo che la si chiama con nomi diversi. Beninteso… la maggior parte dei massoni non ha la minima idea del significato dei riti, non studia quasi nulla, e non capisce il perché di ciò che fa; così come la maggior parte dei cattolici non ha mai letto il Vangelo e la maggior parte dei buddhisti non ha mai letto un qualsiasi sutra per intero.
La maggior parte dei massoni non sa nulla di massoneria, essendosi affiliata per carrierismo, per avere favori, o semplicemente perché in certi ambienti così fan tutti. Come accade in tutte le organizzazioni, solo una minoranza si rende davvero conto di ciò che fa e ne è consapevole. Ma questo non toglie che – lo ripeto – abbiamo oltre 50.000 persone della classe dirigente italiana, affiliate a un’organizzazione magico-esoterica; il che imporrebbe agli scettici, ai materialisti, e ai fideisti della scienza, di farsi venire qualche dubbio rispetto alle certezze granitiche che nutrono. Del resto, come abbiamo ampiamente dimostrato in altri articoli, simboli massonici o esoterici (e quindi magici) sono dappertutto; la moneta da un dollaro (con la piramide massonica e la frase “novus ordo seclorum”), la moneta da uno e due euro (con le sei linee, sei stelle e ancora sei linee presenti su tutte le monete, cioè il 666) e le dodici stelle a cinque punte (la donna che venne dal mare con una corona di dodici stelle dell’Apocalisse), i simboli dei partiti, le costruzioni (penso ad esempio alla sede del Parlamento Europeo, la cui strana e incomprensibile forma è in realtà copiata pari pari dalla struttura della Torre di Babele); Berlusconi ha costruito le sue ville Gioele Magaldisecondo precisi criteri esoterici, come ha dimostrato “L’Espresso” in un articolo tempo fa e come ha spiegato Gioele Magaldi nel sito del Grande Oriente Democratico.
Questa gente, insomma, perde il suo tempo a disseminare ovunque simboli massonici, esoterici e magici. E ancora una volta delle due l’una: o questi sono dei perditempo, o forse nel loro agire c’è un significato più profondo che sfugge alla maggioranza della gente. Parlando di prove, non credo inoltre che esistano (come invece diceva Gabriella Carlizzi) dei manoscritti cifrati e segreti per decodificare il linguaggio delle società segrete, perché se esistessero prima o poi potrebbero venire distrutti o scoperti, e non sarebbe possibile mantenere una segretezza assoluta per secoli; soprattutto non sarebbe possibile che uno stesso segreto iniziatico possa essere detenuto da persone che stanno anche a distanza di migliaia di chilometri le une dalle altre e che spesso hanno necessità di comunicare in tempo reale e senza limiti fisici. Sicuramente esistono testi magici che sono stati tenuti segreti per secoli e che ora vengono spesso ristampati (le edizioni Rebis in particolare negli ultimi anni hanno pubblicato testi interessantissimi, come – almeno per i miei fini – i testi di Arthur Edward Waite; mentre Venexia editrice pubblica i testi della Fortune e di Regardie).
Sicuramente esisteranno testi, anche molto importanti, tenuti segreti alle masse. Ma i veri libri importanti, a mio parere, sono sotto gli occhi di tutti: la Bibbia (compresi gli apocrifi), i Vangeli (compresi gli apocrifi e gnostici), la Divina Commedia e altri libri sacri. Avendo le chiavi per interpretare questi libri, si ha la chiave della conoscenza esoterica. Ecco – ad esempio – il motivo per cui la massoneria festeggia San Giovanni (“Ci sono due chiese oggi: la Chiesa cattolica, di Pietro, e quella massonica, di Giovanni”, dice il Gran Maestro Di Bernardo in un’intervista a Ferruccio Pinotti), i Rosacroce hanno come figura di riferimento più importante San Giovanni, e la stessa Rosa Rossa fa sempre riferimento a San Giovanni. Nel Vangelo di Giovanni è infatti contenuta la parte più importante del messaggio esoterico di Cristo, che è riassumibile nelle sue due frasi: “voi siete dèi” e “conoscete la verità e la verità vi renderà liberi”, il che, poi, è lo stesso messaggio che c’è nella Genesi: Dio creò Giuliano Di Bernardol’uomo a sua immagine somiglianza. E tale messaggio (che si può tradurre così: con la tua volontà, tu crei la tua realtà) è identico, sia per chi opera con animo puro, sia per chi vuole utilizzare questi strumenti per il male.
Magia bianca e magia nera, infatti, si servono degli stessi strumenti; è solo il fine che è diverso, come dicono chiaramente Dion Fortune e Israel Regardie. Il grande segreto della magia è quindi il valore della forza di volontà, e la scoperta che tutto ciò che capita nella nostra vita è attirati dai nostri pensieri. Ne consegue che modificando i nostri pensieri può cambiare la nostra vita. Nell’antichità si riteneva che questo segreto non potesse essere dato alle masse o a chiunque lo volesse conoscere, per evitare che se ne potesse fare un uso distorto. I Pitagorici dicevano che dare il segreto a chiunque avrebbe comportato che il depresso/pessimista avrebbe utilizzato questa conoscenza per autoflagellarsi e accusarsi e sentirsi in colpa di tutte le disgrazie capitate alla gente intorno a lui; il malvagio se ne sarebbe servito per far del male; e la persona troppo limitata non avrebbe retto alla rivelazione, finendo per perdere il senno. Nel medioevo i Rosacroce e i Templari detenevano questo e altri segreti ma non potevano rivelarlo, perché sarebbero stati perseguitati dalla Chiesa cattolica.
Oggi però, piano piano, questo concetto sta iniziando a farsi strada (a partire dai libri di esoterismo, sempre più diffusi, per passare dai libri new age – il cui contenuto è identico a ciò che già scrivevano Plotino qualche millennio fa e Cornelio Agrippa qualche secolo fa – fino ai recenti libri come “The Secret”, il cui titolo non casuale non è altro che una volgarizzazione di alcuni segreti che sono stati sempre propri delle scienze magiche ed esoteriche). Ciò che la cultura moderna e occidentale ha voluto nasconderci e cerca tutt’oggi di nascondere, insomma, è l’importanza della forza di volontà e tutto ciò che costituisce una tecnica per migliorare se stessi. La società occidentale cerca di distruggere sistematicamente la volontà dell’individuo, impedendogli di pensare, riflettere, migliorare. Tutto il sistema in cui viviamo è un complesso apparato volto a impedire lo sviluppo delle facoltà latenti in ogni uomo. A questo risultato si arriva con una serie di mezzi. Anzitutto facendo lavorare ogni The Secretindividuo otto ore al giorno e anche più, ci si assicura che la persona non abbia tempo per evolversi, dovendo pensare soprattutto a mantenersi.
I cibi sempre peggiori, la pubblicità insistente solo sul materialismo, la completa estromissione dai media, dai film, dai telefilm, dagli spettacoli e dall’informazione in genere, di tutto ciò che è spirituale, produce l’effetto visibile a tutti: l’annichilimento delle persone, l’azzeramento delle volontà, una società di infelici, persone che non conoscono il senso della vita, che sono depresse, che hanno paura di tutto (della bocciatura, della morte propria e altrui, di essere lasciati dal partner, del proprio datore di lavoro cui si sottomettono come schiavi per paura di perdere il lavoro, di parlare in pubblico, di perdere i loro soldi, la loro casa, la loro auto) e che sono schiave docili del sistema e i cui svaghi principali sono il calcio o la discoteca, due delle cose più inutili che la mente umana abbia prodotto.
Per evitare poi che la gente si avvicini alla discipline esoteriche (e quindi migliori se stessa, approfondendo il senso della vita e della morte), il sistema provvede ad effettuare le seguenti operazioni: la magia viene presentata come una cosa da operetta, i cui testimonial principali sono Otelma, Silvan e Vanna Marchi; alcuni programmi e approfondimenti insistono molto sui maghi ciarlatani che propinano filtri d’amore a pagamento, presentando la gente che si rivolge ai maghi come dei superstiziosi ignoranti; nelle trasmissioni, sui giornali, nelle opere storiche, scientifiche e letterarie, viene volutamente omesso qualsiasi riferimento esoterico e qualsiasi riferimento ai problemi dell’anima e dello spirito; nei testi di storia viene omesso qualsiasi riferimento alla massoneria e ai Rosacroce, e alla loro importanza nella storia dell’umanità; di Dante ci insegnano che scelse San Bernardo come guida in Paradiso perché era devoto alla Madonna, e i Fedeli d’Amore ci vengono presentati come una Paolo Franceschettimanica di imbecilli che passavano il loro tempo a scrivere sonetti demenziali a donne angelicate che poi cornificavano nella loro vita privata.
E ancora: lo Yoga e le tradizioni orientali sono presentati come una sorta di fuffa new age praticata da fricchettoni con i capelli lunghi e che fumano canne (vedi ad esempio il personaggio di Verdone nel film “Un sacco bello”), oppure persone svitate e svampite senza aggancio con la realtà (il personaggio di Dharma nel telefilm “Dharma e Greg”); in casi estremi poi si arriva addirittura a dire che lo Yoga e le discipline orientali sono “sataniche”, come fanno Padre Amorth e altri cattolici fondamentalisti; in linea di massima però chi pratica discipline come la meditazione viene sempre presentato come un disadattato che fugge dalla realtà, mentre la persona “adattata” e di successo, ben agganciata alla realtà, è ovviamente quello che viaggia vestito in giacca e cravatta sulla sua Bmw. E poi si omette accuratamente di dire che Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Mozart, Beethoven, Bacone (che pare fosse colui che effettivamente scrisse le opere di Shakespeare), erano Rosacroce, quindi maghi ed esoteristi, come lo erano Mazzini, Cavour e altri meno nobili personaggi, per evitare che la gente si faccia domande. Possiamo quindi dire che il grande segreto della magia è che essa funziona, e che chi detiene il potere nella nostra società ha fatto credere alla gente che essa non solo non funzioni, ma sia una scienza da ciarlatani, da persone superstiziose e arretrate, e che una persona, per essere evoluta, debba fare riferimento alla “scienza” e solo alla scienza. Un altro segreto è che i personaggi politici, da Borghezio ad Andreotti, Berlusconi o Monti, la utilizzano come strumento quotidiano, mentre a noi ci propinano al massimo il mago Otelma e Silvan.
Fonte tratta dal sito .

CHE COS’E’ L’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO.

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ESCLUSIVA … IN PRIMO PIANO
DI GABRIELLA CARLIZZI
L’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO: CHE COS’E’, CHI VI PUO’ ESSERE INIZIATO, DOVE AVVENGONO I RECLUTAMENTI E CON QUALI MODALITA’, COME OPERANO, DOVE STA’ LA CENTRALE, QUANTI DECENTRAMENTI VI SONO NEL MONDO, COME DIALOGANO GLI ADEPTI, COME FORMANO I CODICI UTILI PER L’ATTUAZIONE DEL CONTROLLO MENTALE A DISTANZA E L’ESECUZIOE DI DELITTI O IL CONSEGUIMENTO DI DIFFERENTI FINALITA’.
QUALCHE ESEMPIO PRATICO.
GLI STRUMENTI DELLA GIUSTIZIA.
CHE COS’E’ L’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO.
Partiamo innanzitutto da un dato storico, così come risulta nella letteratura ufficiale.
Esiste veramente l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato?
Si, questo Ordine esiste e assunse fin dalla sua origine, caratteristiche proprie, e tali da non poter essere di fatto considerato come una emanazione di altri Ordini massonici esoterici, nonostante sembrò derivare dal più ampio contesto della Magia della Gold Dawn, confondendosi al fine di depistare, con i Rosacroce.
Depistare chi e da che cosa?
Questo Ordine esoterico, sarà successivamente definito come il più crudele per i suoi rituali segreti, tutti impostati sul sacrificio umano, e sulla cosiddetta medicina alternativa in tema di malattia mentale e malattia sessuale.

Il fondatore e protagonista di questo Ordine fu Arthur Edward Waite, mago,massone ed esoterista dei nostri tempi, giacchè visse fino al 1942.
Costui proveniva da una formazione Rosicruciana, ma entrò in un insanabile conflitto quando con determinazione, non solo aprì l’Ordine Indipendente e Rettificato alle donne, ma stabilì per gli adepti uomini che l’iniziazione esoterica doveva necessariamente essere un tutt’uno con l’iniziazione massonica, e su tale elemento, cui seguì un aspro scontro, Waite uscì dalla Golden Dawn e nel 1903 costituì l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato, ponendo per gli uomini che ne avrebbero fatto parte l’obbligatorietà di essere massoni.
Questo Ordine, attraverso molte “rettifiche”, nel tempo diventerà quella Schola Esoterica criminale, che noi definiamo comunemente “Rosa Rossa”.
Lo scontro tra Waite e alcuni dirigenti della Golden Dawn vide episodi addirittura cruenti, qualcuno fu ucciso, e i motivi di questa “guerra” erano riconducibili al sospetto che Waite nell’uscire dalla Golden Dawn si fosse appropriato dei manuali segreti della magia cerimoniale, tradendo così le pratiche degli adepti con il rischio di vanificare l’efficacia dei riti stessi che è tale solo se segreta e riservata ai celebranti.
Nessun adepto sarebbe entrato mai nei misteri della Golden Dawn, e coloro che li ereditavano a causa della morte di uno o più di uno dei dirigenti, avrebbero dovuto prestare giuramento di fedeltà, pena la loro stessa uccisione.
Waite fu abilissimo dunque nel gestire lo scontro, convincendo i suoi avversari che la fondazione di un nuovo Ordine altro non era che una esigenza di maggiore indipendenza, ma che comunque le sue radici restavano Rosicruciane e nella Golden Dawn.
La pericolosità di Waite si nascondeva invece nel suo pensiero, quando iniziò a maturare il limite della cosiddetta magia-cerimoniale rispetto ad una magia di tipo “mistico”
Dunque l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato si configurerà grazie anche alla presenza delle donne in una “falsa e ingannevole”affiliazione massonico esoterica con spiccate caratteristiche mistiche e cristianeggianti.
Solo apparentemente Waite, onde placare l’ira dei capi della Golden Dawn continuava ad utilizzare la Cabala e i Tarocchi, ma erano strumenti già archiviati dal suo pensiero che diveniva nel tempo pericolosissimo per quanto sfuggente, mutevole nella pratica, molto simile ad un caleidoscopio.
In tal modo Waite con il suo nuovo Ordine abbracciava una vastissima area di fedeli e aspiranti adepti, sia per la presenza delle donne sia perché l’ affiliazione alla sua Schola esoterica non determinava alcun conflitto di tipo religioso per i cattolici e i cristiani desiderosi di meglio approfondire perfino i misteri della loro fede.
Addirittura nelle pratiche di Waite paramenti e rituali erano assai simili alla liturgia cattolica, ottenendo uno straordinario successo, definito un “Grande” un “Magnifico Ritualista”.
Sempre attento, tuttavia, onde non tradire la sua realtà se si fosse trovato in presenza di un appartenente alla Golden Dawn, a mettere in bella mostra i Tarocchi, elemento da cui si era invece definitivamente distaccato.
In definitiva potremmo definire Waite, nel campo dell’occulto e della Massoneria, un uomo dalla doppia vita, e solo così scampò ad una morte violenta.
Intanto, la dottrina dell’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato grazie proprio alla apparente serenità e religiosità dei concetti teorici, si estendeva soprattutto in Italia, divenendo così uno “specchietto per le allodole”, giacchè nessuno immaginava che proprio in quella tendenza mistica e cristianeggiante si sarebbe trovata la “giustificazione” del “sacrificio umano” in nome di una ragione superiore, si sarebbe riusciti a decolpevolizzare a livello coscienziale la “manovalanza” che per garantirsi l’iniziazione nell’Ordine avrebbe dovuto accettare di compiere delitti di ogni genere.
Quando Waite nel 1942 morirà, già le sue dottrine avevano contagiato e invaso le aree di aderenti all’occultismo più in generale, specialmente in Italia, ma in particolar modo a Firenze per i rituali più specificamente esoterici, e a Perugia ove tutto confluiva nella Massoneria, una Massoneria dedita all’occultismo mediante le pratiche terapeutiche riservate ad adepti le cui malattie non ottenevano alcun beneficio dalla medicina tradizionale.
Per circa venticinque anni, dopo la morte di Waite vi fu una grande e voluta confusione nella lotta tra gruppi che pur modificando qualcosa si ritenevano i prosecutori del Maestro.
Perfino negli Stati Uniti, ove Waite nacque e in Inghilterra ove si trasferì con la mamma rimasta vedova, rivendicarono la paternità del suo pensiero esoterico, e furono proprio i due primi Templi dell’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato , americano ed inglese, a dare vita a più di una Schola Esoterica destinata alla immortalità di una dottrina apparentemente innocua ma dalle finalità pericolosissime.
Questo Ordine riusciva a mimetizzarsi infiltrandosi all’interno dei vari gruppi magici esoterici e delle logge massoniche, così da essere irriconoscibile nella sua vera identità, ogni qual volta al proprio interno per questioni di rivalità e di potere si attuavano efferati delitti.
A Firenze, città magica, assai più di quel che si dice di Torino, la “Rosa Rossa” entrò e si camuffò all’interno di sette segrete, e più tardi anche nel ben noto Cerchio Firenze 77, fino a ristabilire la propria origine e identità anche all’interno dell’insegnamento lasciato dal Conte Umberto Amedeo Alberti di Catenaia, (Erim) cui anche Wait ne era un estimatore dei suoi insegnamenti, tutti categoricamente impostati su rituali cruenti, veri sacrifici umani comprensivi della asportazione di parti anatomiche alle vittime, feticci che divenivano l’Ostia nel corso di una celebrazione simile alla celebrazione eucaristica della religione cattolica.
A Perugia, un famosissimo medico che non interruppe mai la professione, era in realtà un Gran Maestro dell’ordine Ermetico, e studiò a fondo le dottrine e i rituali di Waite e di Alberti di Catenaia, fino ad essere egli stesso l’autore dei Manuali di Magia Sessuale.
A lui si rivolgevano persone della “Perugia-bene”, con problemi prevalentemente sessuali. Il medico, professor Brunelli (come mago si faceva chiamare Nebo), presso il suo studio curava e disponeva con strumenti esoterici il soggetto per una iniziazione all’interno dell’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato, onde passare alla terapia pratica che sarebbe stata attuata nel Tempio in prossimità di Firenze.

CHI PUO’ ESSERE INIZIATO ALL’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO.
Possiamo oggi dire, anche sulla base delle risultanze delle indagini svolte su questa organizzazione, che sono ammessi all’Iniziazione solo personaggi molto facoltosi, di elevato grado di cultura, con un quoziente intellettivo vicino alla genialità, persone che hanno superato la soglia dei cosiddetti comuni mortali ma che al di là di qualunque codice istituzionale o morale concepiscono l’attuazione di un male per un fine considerato di bene, nell’interesse o dell’adepto o della Schola Esoterica.
La componente comune degli aspiranti deve essere necessariamente un problema psico-fisico-sessuale, poiché questo elemento consente ai dirigenti della Schola di tenere “agganciato” l’adepto a qualunque ricatto nel caso si presentino problemi di natura giudiziaria o scandalistica.
L’aspirante viene di solito presentato da due personalità tra il settimo e il nono livello della Schola, una struttura piramidale che contempla dieci livelli.
Possono essere affiliati medici, letterati, economisti, bancari, cariche istituzionali di grande rilievo, artisti, scienziati.
Se si appartiene già ad una Loggia massonica, l’aspirante deve mettersi “in sonno”, e chiedere di essere ammesso alla Loggia massonica coperta della Schola, una Loggia italo-americana, con frange inglesi e francesi.
Attenzione.
Molti esperti e autori famosi di libri sulla magia, l’esoterismo e la massoneria, sono in realtà adepti di questa Schola, e nelle trattazioni svolgono un attento lavoro di depistaggio in modo che nessuno possa mai avvicinarsi o conoscere i segreti dei rituali e dei codici.

DOVE AVVENGONO I RECLUTAMENTI E CON QUALI MODALITA’.
Un interesse primario dei dirigenti di questa Schola Esoterica internazionale, è garantirne la continuità nel tempo, e a tale scopo molti adepti vengono distribuiti nel mondo con il compito di “reclutare” soggetti idonei a questa realtà.
Gli addetti al “reclutamento” sono nella maggior parte dei casi docenti universitari, uomini anche di potere nell’universo della cultura e che godono di fama e di stima.
Persone che per esigenze professionali girano il mondo e sempre presenti sui mass media.
Le discipline universitarie ove si preferisce individuare le “reclute”, sono la Filosofia, la Psicologia, la Scienza della Comunicazione, la Teologia, la Psichiatria.
Tale scelta non è casuale, in quanto queste discipline per la Schola Esoterica hanno una doppia importanza: una di merito, per gli insegnamenti connessi, l’altra perché in tutte queste Facoltà è prevista la somministrazione di test.
E’ questo un aspetto molto inquietante, e per il quale io stessa ho presentato una articolata relazione al Ministro competente in Italia, ma anche in sede di Commissione Europea.
Infatti, i giovani studenti cui viene somministrato un qualunque test, pensano che sia normale all’interno del corso di studi prescelto, ma non hanno alcuna esperienza sulla natura di quel test, non sanno riconoscerne all’interno gli elementi capaci di modificare e manipolare il proprio pensiero, sono pertanto ignari di essere sottoposti ad un vero e proprio lavaggio del cervello.
I sintomi sono uguali per tutti.
Stato confusionale, demotivazione a quel tipo di studi, ricorso all’aiuto di un docente.
Ed ecco che lo studente è in trappola, si affida totalmente al “Maestro”, perde gradualmente la coscienza del sé, e senza accorgersene entra a far parte di realtà che lo fanno sentire importante, gli conferiscono un ruolo, lo facilitano nel superamento degli esami, gli spianano, per così dire, la strada verso mete da cui non potrà tornare indietro.
Abbiamo ad esempio una nota organizzazione che prevede lo scambio di studenti tra un Paese e l’altro, ebbene questa organizzazione fu ispirata per gli scopi della “Rosa Rossa”.

COME OPERANO GLI ADEPTI DELL’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO.
Per capire come operano gli adepti di grado dirigenziale della Schola Esoterica, è necessario conoscere quali sono i loro obiettivi.
Riflettendo sulle Facoltà universitarie prescelte per i reclutamenti, non è difficile individuare gli obiettivi più sensibili cui la “Rosa Rossa” intende direzionare il proprio operato.
Infatti, la “Rosa Rossa” essendo anche un Ordine massonico non può prescindere dal controllo delle aree di potere, quali i Governi, l’Economia mondiale, la Comunicazione e i Mass media, ma anche la Medicina, sia quella che “pilotando i virus” regola il mercato delle multinazionali, sia quella che suggerisce (Psichiatria) metodi di lavaggio dei cervelli attraverso la Pubblicità di prodotti ben studiati.
Un esempio già trattato da Pamio, sono alcuni dentifrici con elevata dose di fluoro, sostanza che riduce i riflessi attentivi del cervello.
Il “modus operandi” per le finalità legate al Potere in assoluto, ricalca in gran parte il sistema piduista: reclutamento, addestramento, inserimenti nel posto giusto al momento giusto.
Requisito fondamentale per tutti gli adepti, è l’essere ricattabili per una qualunque ragione o esperienza di vita.
Ciò garantisce la Schola da possibili “tradimenti”.
Il tradimento nella “Rosa Rossa” viene considerato al pari di quello che usiamo definire “Alto Tradimento”, in quanto gli adepti sono militari nell’ambito di una organizzazione similabile alle “Forze Armate”, nel vero senso del termine.
Per le finalità “terapeutiche”, la “Rosa Rossa”, una volta iniziato l’adepto, questi viene convocato dai dirigenti del Tempio cui fa riferimento, e inviato ad esporre le proprie difficoltà psico-fisiche o problematiche nei rapporti relazionali all’interno del “piccolo gruppo”, cioè la famiglia, madre, padre, figlio, marito , moglie ecc.
A seconda del grado di patologia, i dirigenti della “Rosa Rossa” propongono la “terapia” che consiste nel disporre un rito personalizzato, o una serie di riti.
Ma per la celebrazione del rito, occorrono quasi sempre degli “ingredienti” che deve procurare l’adepto, anche per dimostrare la propria convinzione a ricorrere a questa sorta di “medicina alternativa”.
Gli “ingredienti” devono necessariamente provenire da un crimine.
Quali possono essere questi ingredienti?
Ve ne sono di tre tipi.
Il frutto di una rapina, denaro, gioielli, droga.
Il rapimenti di un bambino.
Parti anatomiche asportate da persone uccise.
L’adepto assume pertanto il mandato utile alla propria “guarigione” o meglio “sospensione del male”.
Deve riferire luogo, tempo e modalità dell’esecuzione del mandato, in modo che un delegato dei dirigenti della Schola, possa documentare tutto, e imprigionare così ad vitam l’adepto mediante l’arma del ricatto.
Una volta consegnato ai dirigenti della Schola Esoterica l’ingrediente , all’adepto viene chiesto il versamento della metà del compenso stabilito per la terapia.
L’altra metà sarà versata quando si dichiarerà “guarito” il poveretto o la poveretta, che in realtà crederà solamente di essere “guarito”, dopo un lungo rituale di ipnosi che cancellerà la memoria e la cognizione della malattia stessa.
Vale a dire che se ad esempio il soggetto è un uomo impotente, pur restando tale, non vivrà più la malattia come un problema, perderà la cognizione del problema stesso.
Idem se una donna è sterile, e via dicendo.
Quando la problematica ha radici antiche, che si collocano tra l’infanzia e l’adolescenza, e sono relative al rapporto madre-figlio o uomo-donna, la terapia richiede quasi sempre un sacrificio umano con caratteristiche simboliche specifiche per il problema dell’adepto.

DOVE STA LA CENTRALE DELL’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO, E QUANTI SONO I DECENTRAMENTI NEL MONDO.
La centrale per motivi di origine legati alla nascita del fondatore di questa Schola Esoterica, Waite, si trova appunto negli Stati Uniti, con ben ventuno Templi, e la sua prima succursale è a Londra, con undici Templi in tutta l’Inghilterra.
Viene poi la Francia, con cinque Templi, di cui il più attivo è a Perpignan.
Di seguito l’Italia, con quattro Templi, la Germania con tre Templi, il Brasile con due Templi, l’Egitto con due Templi.
In ogni Tempio vi sono i corsi di formazione per il potenziamento dei poteri della mente.

COME DIALOGANO GLI ADEPTI
La disciplina di base dei corsi di formazione è l’ “Ascolto del silenzio”.
L’adepto imparerà a riconoscere le vibrazioni magnetiche che sono nell’aria, e allenerà l’udito a modulare queste vibrazioni, o onde, codificandone dei suoni che utilizzerà poi come le note di uno strumento musicale.
Questa disciplina è complementare al potenziamento dei poteri della mente, in quanto una volta “catturato” il pentagramma è l’impulso del cervello che trasmette al destinatario del “messaggio” una determinata vibrazione, insomma il destinatario sa che lo stanno chiamando.
A sua volta, secondo la propria specificità professionale, risponderà in “codice” servendosi degli strumenti a lui congeniali, usuali.
Ad esempio se è un giornalista, utilizzerà i codici che la Schola prevede nell’ambito del giornalismo relativamente ad alcune testate internazionali.

COME FORMANO I CODICI UTILI PER L’ATTUAZIONE DEL CONTROLLO MENTALE A DISTANZA E L’ESECUZIOE DI DELITTI O IL CONSEGUIMENTO DI DIFFERENTI FINALITA’.
L’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato, in conformità con la sua denominazione, rettifica, cioè modifica i codici continuamente, di volta in volta, onde non consentire che vengano decriptati facilmente.
Naturalmente dispongono di una serie di codici, tutti differenti tra di loro, e che gli adepti devono conoscere necessariamente.
Il dialogo in codice avviene suo mass media, nella pubblicità, nei brani musicali, nella narrativa, nella rappresentazione cinematografica e televisiva, nella collocazione in un determinato tempo del codice, nelle banconote universali.
Pertanto, quando si decide che è necessario un delitto, una strage, un attentato, su questi strumenti veicolano i messaggi in codice in modo che tutti gli adepti mettano in funzione ciascuno i “poteri della mente”.
Avviene dunque una concentrazione paurosa di magnetismo che anche da più parti del mondo, direziona le onde verso l’obiettivo da controllare.
E’ anche vero che tale obiettivo umano deve contenere a sua volte un codice rispondente a ciò che si vuole ottenere.
A tal fine, si contatta la Centrale primaria, ove esiste un “cervellone” che immagazzina milioni di dati.
Si richiamano pertanto dal “cervellone” i dati conformi alla esigenza del momento.
Ad esempio un nome che richiami la giustizia, un numero simbolico, una data contenente a sua volta un simbolismo legato alla dottrina della Schola Esoterica, e così via.
Il “cervellone” cerca nella propria banca dati e tira fuori uno o più soggetti realmente esistenti che senza saperlo contengono il codice perfetto che “giustifica” l’esigenza di un determinato crimine.

QUALCHE ESEMPIO PRATICO.
Questo capitolo, affinchè la mia trattazione non appaia precostituita con esempi scelti ad hoc, è aperto a tutti gli eventuali casi che i lettori proporranno per una analisi attinente alla mia esposizione.
Mi limito solo a ricordare che sotto il dominio della “Rosa Rossa” rientrano stragi di Stato, attentati, delitti efferati, Governi dal potere assoluto e non relativo, ma è anche vero, che in tale globale ambito, è necessario un responsabile discernimento prima di firmare un qualunque evento “Rosa Rossa”.

GLI STRUMENTI DELLA GIUSTIZIA
In molti Paesi del mondo, gli operatori della Giustizia sono attenti a un gran numero di eventi, considerandoli anche sotto questo profilo, nuovo per la scienza della investigazione, per quanto antico nel tempo.
Io stessa, già da molti anni, sono consultata da apparati preposti alla ricerca della verità, per la decriptazione di taluni “Messaggi” che compaiono su riviste, periodici, o anche “romanzi” che non sono romanzi, ma solo veicoli di avvertimenti e ricatti.
In tutto questo, nulla c’entra la “veggenza” o la “sensitività”, questa realtà, dal momento in cui fu presa in seria considerazione nell’ambito dei delitti del Mostro di Firenze, è una realtà scientifica, con riscontri oggettivi, e frutto di “trappole” o infiltrazioni in particolari ambienti.
Se gli inquirenti l’hanno presa in seri considerazione, è perché non è entrata in gioco nemmeno lontanamente la valutazione della mia credibilità, ma sui loro tavoli sono finite centinaia di registrazioni, audiovisive, e documenti, di fronte ai quali , il problema di una testimone più o meno credibile, non si è mai posto.
Mi risulta che siano stati organizzati dai Ministeri preposti, centri operativi impegnati a comprendere questo nuovo tipo di analisi del crimine, e pertanto penso che si sia fatto un grande passo avanti.
Lo Stato, se vuole, può ancora esserci.
Fonte tratta dal sito .

I delitti della Rosa Rossa

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LA “ROSA ROSSA” TRA REALTA’ E TANTE CONGETTURE FUORVIANTI...
AVVENTURARSI IN TEMATICHE SERIE E DRAMMATICHE, PRIVI DEGLI STRUMENTI SCIENTIFICI E CARISMATICI, PUO’ ALIMENTARE CONFUSIONE, DISCREDITO, ALLARMISMO SOCIALE, E RIVELARSI UNO STRUMENTO DI DEPISTAGGIO DAL VERO PROBLEMA...
ARTICOLO CORRELATO:
L’ORDINE DELLA ROSA ROSSA E DELLA CROCE D’ORO INDIPENDENTE E RETTIFICATO: CHE COS’E’, CHI VI PUO’ ESSERE INIZIATO, DOVE AVVENGONO I RECLUTAMENTI E CON QUALI MODALITA’, COME OPERANO, DOVE STA’ LA CENTRALE, QUANTI DECENTRAMENTI VI SONO NEL MONDO, COME DIALOGANO GLI ADEPTI, COME FORMANO I CODICI UTILI PER L’ATTUAZIONE DEL CONTROLLO MENTALE A DISTANZA E L’ESECUZIOE DI DELITTI O IL CONSEGUIMENTO DI DIFFERENTI FINALITA’.
QUALCHE ESEMPIO PRATICO.
GLI STRUMENTI DELLA GIUSTIZIA.

Sento il dovere morale di precisare alcuni aspetti relativamente ad una realtà di cui per la prima volta parlai io nel 2001, o comunque da quella data l’argomento divenne di pubblico dominio, e anche di grande interesse sia da parte dei media che da parte di organi della magistratura e degli apparati investigativi.
Le mie ricerche sui delitti attribuiti al cosiddetto Mostro di Firenze, mi portarono alla individuazione dell’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato, un Ordine Massonico da non confondere con i Rosacroce e nemmeno con la Magia della Goden Dawn, e tanto meno con la Cabala o i Tarocchi.
Naturalmente mi riferisco alla esatta denominazione ed identità di tale Ordine, anche perché parlare genericamente di “Rosa Rossa” può indurre erroneamente ad associazioni di idee o di movimenti riconducibili a dottrine massoniche o esoteriche, che si originano da diverse realtà storiche.
L’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato, come tale ha una identità propria, e chi ne fa parte si comporta secondo precise regole, con metodi criptati in codici dinamici e non stabili, e soprattutto deve avere particolari requisiti anche sul piano del paranormale e del magnetismo intellettivo onde operare spesso attraverso i poteri della mente.
Ora ne consegue che coloro che si impegnano per capire la struttura operativa di questa organizzazione criminale a tutti gli effetti, non possono farlo in modo dilettantistico, né sperimentando qua e là una indagine dietrologica, assumendo come analisi un evento già accaduto e cercandone nei numeri, nei nomi, nelle date, o in altri elementi i soli riferimenti che appaiono riconducibili alla cosiddetta “Rosa Rossa”.
Se così fosse, sarebbe un gioco da bambini, poiché troveremmo la “Rosa Rossa” ovunque, in un perverso meccanismo di autosuggestione e condizionamenti reciproci anche molto pericolosi, oltre che allontanarci sempre di più dal cuore di questa realtà.
L’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato va combattuto e soprattutto è urgente e necessario prevenire gli eventi che questa organizzazione intende porre in essere, e dunque a tale scopo è indispensabile conoscere le chiavi, sono diverse, per la decriptazione dei codici mediante i quali gli adepti comunicano tra di loro.
E nemmeno tale conoscenza è sufficiente, in quanto per entrare in una realtà che trova la propria origine in cellule esoteriche, è necessario godere di un elevato livello di sensitività, magnetismo e carisma.
Se analizziamo un determinato fatto, in un’ottica di elementare ricerca numerologica, ad esempio, troveremo sempre significati interessanti riconducibili ora alla cabala ora ad altri strumenti manualistici, e in una dinamica di sillogismi giungeremmo sicuramente al risultato che ci siamo prefissati, trovando l’impronta della “Rosa Rossa”.
E così potrebbe essere per una infinità di fatti, senza nemmeno sfiorare la realtà di questa organizzazione.
La “Rosa Rossa” ha caratteristiche simili ad un caleidoscopio, e catturarne la presenza in un determinato evento è difficilissimo, ripeto non tutti possono riuscirci se privi di doti personali e geneticamente insite in particolari soggetti.
Anche se si conoscesse tutta la dottrina scientifica e dei codici segreti di questa organizzazione, ma si fosse privi dei requisiti paranormali, e che certo non dipendono da niente altro che da madre natura, si rischierebbe di attribuire alla “Rosa Rossa” tutto ciò che di drammatico o doloroso o di politico, o giudiziario entra a far parte della quotidianità.
Fondamentale è l’appartenenza e quindi l’intima conoscenza della religione cristiana, in quanto tutti gli aderenti alla “Rosa Rossa” sono soggetti che si dichiarano cristiani o pseudo cristiani manipolando la dottrina a proprio uso e consumo.
E’ sicuramente utilissimo apprendere quanto di scientifico è criptato in questa organizzazione, e ci consente di vivere cercando di guardare oltre ciò che appare, tuttavia avventurarsi in affermazioni pesanti e che sfiorano il ridicolo, può prima o poi ritorcersi contro chi irresponsabilmente coinvolge una pubblica opinione inconsapevole e impreparata a discernere nel merito di una realtà tanto misteriosa e complessa.
Oggi tutti fanno un gran parlare di “Rosa Rossa”, e sembra quasi un argomento competitivo, tra chi facendo due più due giustifica quattro morti in un incidente stradale, o chi, evidentemente non documentato, dichiara con nomi e cognomi, che Tizio e Caio sono morti perché parlarono di “Rosa Rossa”, o anche si sentenzia che processualmente questa organizzazione non è punibile, quando in realtà vi è un gran numero di magistrati e investigatori impegnati a riconoscere in taluni eventi l’identità della “Rosa Rossa”, con l’aiuto di esperti che operano in assoluto riserbo.
Io stessa da anni ormai, quasi ogni giorno, dopo aver decriptato dalla lettura di tutti i giornali o altri mezzi di comunicazione, messaggi a mio avviso meritevoli di attenzione, invio alle sedi competenti un fax con valore di verbale contenente i riferimenti dettagliati della mia ricerca.
E questo, ripeto, avviene quasi ogni giorno, in modo corretto, responsabile, e stando bene attenta a non creare allarmismo sociale.
E bene fanno coloro che mantengono tale riserbo, sia per non “avvertire” la “Rosa Rossa” nei suo appartenenti, molti già identificati, di talune strategie, sia per non determinare nei singoli o nelle collettività alcun condizionamento anche involontario, come si verifica sempre più spesso con la lettura dell’oroscopo, a riprova che si vive in un tempo all’insegna della insicurezza e della paura del futuro.
Inoltre, in tematiche tanto delicate, è bene tenere presente che se si viene sconfessati su una sola affermazione, facilmente crolla tutto ciò che dichiariamo, e si perde di credibilità, facendo in tal modo un gran favore alla “Rosa Rossa”.
Tanto per fare qualche esempio, ho letto che si ipotizza che il giornalista Gennaro De Stefano, morì dopo aver parlato sul settimanale Gente, per cui lavorava, della “Rosa Rossa”.
Ebbene, ipotesi più fantasiosa di questa non la si può immaginare.
Il mio amico e collega Gennaro, per molti anni ha combattuto contro un cancro di cui si accorse quando già era al quarto grado di malignità.
E’ stato un eroe, e ha dato tanta forza a milioni di persone afflitte da questo male, partecipando a trasmissioni in cui nonostante i segni della sofferenza, mostrava la propria voglia di vivere.
Quando gli fu diagnosticato il carcinoma, per i medici aveva due mesi di vita, ma lui volle operarsi e sottoporsi a terapie massacranti, un intervento dopo l’altro, e così sono trascorsi quasi otto anni, fino a quando mi salutò il giorno prima di andarsene, e salutò anche i tanti lettori del suo sito web.
“Gabriè, mi disse, stavolta non ce la faccio… peccato…”
Ed io: “Gennaro, so che non ci credi, ma io pregherò per te…”
Gennaro era ateo e non credeva a nulla di ciò chè è oltre il confine del raziocinio, e quando gli toccò scrivere di “Rosa Rossa”, in un articolo di duro attacco contro Michele Giuttari, si limitò al diritto-dovere di cronaca, ma se ne guardò bene dall’addentrarsi in un argomento per lui quasi ridicolo.
La verità è che Gennaro De Stefano si ammalò molti anni prima di accorgersene, e quando fu coinvolto in una intimidazione giudiziaria pesantissima, e tale da fargli provare anche l’esperienza del carcere, per poi essere riabilitato grazie alla confessione di un agente di polizia, quando però la sua vita era ormai segnata nello spirito e nella salute.
Ma quale “Rosa Rossa”?
Altra voce che gira tra i “cacciatori della Rosa Rossa”, riguarda la morte dell’antropologa Cecilia Gatto Trocchi.
Personalmente non ho mai creduto al suicidio.
Eravamo molto amiche, e lavoravamo insieme su un filone dell’inchiesta sul Mostro di Firenze.
Cecilia era una donna fortissima, coraggiosa, e nemmeno dopo la tragica morte del figlio, si era data per vinta.
Nemica acerrima della Massoneria, del tutto incredula sull’efficacia di azioni esoteriche o magiche, anzi ripeteva in continuazione: “Sono tutte truffe, la magia, l’esoterismo, sono argomenti di copertura per truffare soldi e ottenere sotto soggezione il potere”.
Cecilia era anche una esponente del Cicap, e spesso discutevamo quando io insistevo per farle osservare sotto un profilo esoterico taluni eventi e analogie.
Lei si metteva a ridere, non credeva al paranormale nel modo più assoluto, anzi mi disse che se fossi riuscita a dimostrare l’efficacia di una sola azione paranormale, il Cicap aveva messo un premio di cinquecento milioni, e mi invitò ad una dimostrazione.
Naturalmente rifiutai…
Le ragioni del mio rifiuto furono di carattere morale e religioso.
Cecilia dunque non combatteva la “Rosa Rossa” per il semplice fatto che non ci credeva.
Tuttavia, si era fatta molti nemici, uno in particolare, specie da quando lei aveva confidato di essere scampata per miracolo ad una mostruosa violenza da parte di chi si definì “il Sultano”.
Costui, personaggio famoso della cultura, la incontrava quasi ogni giorno, quando accompagnava una parente presso lo psichiatra che aveva lo studio nello stesso stabile della Gatto Trocchi.
Non si può escludere che il “folle” abbia atteso Cecilia nel pianerottolo, l’abbia condotta all’ultimo piano e poi scaraventata giù dalla tromba delle scale.
In fondo, risulta in una denuncia, che tentò di uccidere in questo modo la ex moglie.
Ma quale “Rosa Rossa”?
Ripeto, convincersi e convincere che la “Rosa Rossa” è onnipresente è come affermarne la inesistenza, per poi dichiararne la imprendibilità nell’ambito giudiziario.
A cosa serve arrampicarsi sugli specchi?
E’ invece a mio avviso vero che il delitto di Cogne sia riconducibile ad una induzione mediante il controllo mentale a distanza, e quindi ad una azione psichica della “Rosa Rossa”, così come è vero che proprio mediante il possesso di strumenti validi io parlai di questo delitto ben dieci giorni prima che si verificasse e ne parlai con la magistratura.
Solo successivamente, quando purtroppo Samuele era stato gia massacrato, la stampa rese pubblica questa mia “previsione”, anzi “Il Giornale d’Italia” mi dedicò un servizio di ben sei pagine, nonostante le “minacce” dell’avvocato Taormina che voleva far chiudere la testata , negando perfino il mio incontro con Stefano Lorenzi e il padre della Franzoni al Park Hotel di Monteacuto, fatto che lo stesso Lorenzi, invece dovette confermare.
L’incontro era stato interamente registrato.
Come pure, passando ad eventi recentissimi, risulta da alcune mie dichiarazioni scritte e pubbliche che mi ero accorta di strani messaggi in codice, tali da temere una sequenza di tragedie aereo, treni, navi, così come effettivamente si è verificato.
E questo tipo di decripatazioni ha un senso e il fatto di anticipare circostanze non ancora accadute sicuramente per gli inquirenti impegnati a capire questa realtà è elemento di credibilità e di serio interesse.
Al contrario tutto ciò che è frutto di una ricostruzione postuma, può essere fuorviante e dannoso per i più suggestionabili.
Ho ritenuto doveroso precisare taluni aspetti di questa argomentazione, onde evitare che quanto ho pubblicato relativamente alla mia conoscenza dell’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato potesse confondersi con teorie di altri, pur sempre rispettabili, ma che non mi sento di condividere.
Fonte tratta dal sito .

IL VERO SEGRETO DELLA “ROSA ROSSA"...

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IL VERO SEGRETO DELLA “ROSA ROSSA"...
“…ATTENDENDO LA PROSSIMA QUERELA CHE QUESTA VOLTA ARRIVERA’ SENZ’ALTRO, SPERANDO CHE IL CAOS CHE SEGUIRA’ A QUESTO ARTICOLO SERVA A FARE CHIAREZZA E SCOPRIRE NUOVI ELEMENTI SU QUESTA ORGANIZZAZIONE E SULLA SOCIETA’ IN CUI VIVIAMO, E SUI SUOI MECCANISMI.
MA QUESTA VOLTA, FORSE, E’ VENUTO IL MOMENTO DI PORTARE LA ROSA ROSSA IN TRIBUNALE, COME MI DISSE GABRIELLA NEL NOSTRO INCONTRO”.
Così un avvocato, alcuni giorni fa concludeva un lungo articolo cui non solo seguì la auspicata querela con richieste di provvedimenti sia probatori che preventivi, ma le fu chiuso il Forum, ed egli stesso, condizionato dalle mie insistenti richieste di non consentire agli utenti del Blog di Google di cui si serve, di offendere la mia reputazione, diciamo pure “esasperato” dalla mia determinazione, ha deciso di disabilitare i commenti.
Tuttavia, sembra che non abbia alcuna intenzione di archiviare due articoli dallo stesso firmati, (almeno fino ad oggi) articoli che, come ripeto, sono ormai oggetto di una pesantissima e articolata querela, ove la non rimozione del “corpo del reato”, forse costituirà l’aggravante in quanto “permanente”.
Molti si chiedono il perché un avvocato, consapevole delle conseguenze, si sia consegnato nella mani della Giustizia, col rischio non solo di una condanna penale, di cui dovrà rendere conto al proprio Ordine professionale, ma in termini di risarcimento del danno, o l’avvocato è ricco sfondato, e non sembrerebbe, o è in attesa di recuperi crediti per conto di qualche cliente che aspetta di incassare milioni di euro, oppure è una persona che vede ovunque lo spettro della “Rosa Rossa”, al punto di cercare protezione in “casa Giustizia”, poco importa se nella veste di colpevole o innocente.
Già, ma che cos’è questa fantomatica “Rosa Rossa”, di cui si parla ormai dal 2001, troppo ed ovunque, e quasi sempre a sproposito?
Perché fa tanta paura, e perché nonostante se ne percepisca il pericolo, siamo in tanti a volerla individuare, a voler dare un volto o tanti volti a questa organizzazione, a volerla addirittura portare in tribunale, se mai fosse possibile?
Effettivamente da più parti mi si accredita una sorta di “paternità” nell’ essere stata la prima persona a parlarne apertamente.
E nel 2001 ne parlarono di conseguenza con titoli a caratteri cubitali tutti i giornali, naturalmente facendo il mio nome.
Da quel giorno, io divenni il punto di riferimento di personaggi, i più strani o stravaganti, interessati, curiosi, depistatori, o quanti altri istintivamente speravano di trovare una risposta a tanti eventi rimasti nel mistero, delitti insoluti, crimini efferati, devianze istituzionali finalizzate al potere, insomma nell’immaginario collettivo la “Rosa Rossa” diveniva un impalpabile “Mostro” capace anche di fare le scarpe alla Mafia, alla Magia, alla Massoneria.
E così, tutti a comprare libri di magia, esoterismo, antichi ordini massonici, numerologia, cabala, tarocchi, una corsa morbosa alla caccia dell’impalpabile, mentre il Mostro di Firenze se la rideva a crepapelle, anzi ancor oggi si diverte nella sua mente malata e spesso è proprio lui o i suoi fans a lasciare in giro, qua e là, le impronte capaci di “terrorizzare” chi della “Rosa Rossa” ha paura, chi si è incastrato in un meccanismo contorto dal quale non riesce a liberarsi.
In tanta confusione ci si dimentica di chiedersi il perché Gabriella Carlizzi abbia parlato di “Rosa Rossa” e perché effettivamente suo tramite questo “fiore” nel 2001 entrò in tribunale e finì sul banco degli “incriminati”, all’epoca non ancora “imputati”.
I fatti, al di là dell’ignoranza o delle congetture, attestano che Gabriella Carlizzi, parlò per la prima volta di “Rosa Rossa” davanti al dottor Michele Giuttari e al magistrato Paolo Canessa, nella primavera del 2001, sottoscrivendo verbali con precisi riferimenti a persone e fatti determinati.
E la decisone di sottoporre alla valutazione degli inquirenti la “Rosa Rossa” quale simbolo criptico dell’esistenza di una organizzazione segreta, eventualmente responsabile di una serie di delitti, tra cui anche quelli attribuiti al cosiddetto “Mostro di Firenze”, questa decisione si collocava in un quadro giudiziario circostanziato e di stretta competenza della magistratura titolare delle indagini sui duplici delitti delle “dolci colline di sangue.”
Quali furono dunque le circostanze e i fatti che mi indussero un giorno a chiedere al dottor Giuttari: “Dottore, ha mai sentito parlare di “Rosa Rossa”? “.
L’investigatore fece un cenno negativo con la testa, e mentre si appuntava su un foglietto di carta questo riferimento, mi chiese cosa fosse.
Allora io, in presenza di un testimone che mi aveva accompagnato, aggiunsi:”Faccia una ricerca… magari tra antichi ordini massonici, poi quando la prossima volta sarò interrogata, spiegherò tutto a verbale.”
E così, il primo verbale sulla “Rosa Rossa” fu da me sottoscritto il 30 maggio del 2001.
E cosa raccontai in quel verbale che durò ben undici ore di seguito, per proseguire il giorno seguente?
Tutti ricordano che io fui tirata dentro nelle vicende relative al “Mostro di Firenze” , quando nel 1995 si presentò da me una donna, Anna Maria Ragni, accusando un noto scrittore di essere lui l’autore dei duplici delitti per i quali da poco tempo Pacciani era stato condannato in primo grado ad una pena di quattordici ergastoli, assolto solo per il duplice delitto del 1968.
La Ragni, oltre ad una corposa elencazione di circostanze che a suo dire avallavano la sua tesi, raccontò della reazione sconcertante che ebbe lo scrittore, quando lei gli lasciò fuori della porta di casa, una rosa rossa.
A dire della Ragni, costui le telefonò urlando: “Tu sei pazza, tu non sai cosa hai fatto, questa è una cosa pericolosissima, ora io dovrò scappare, nessuno mi troverà più..”.
L’episodio fu pubblicato anche in una intervista che la Ragni rilasciò in esclusiva al settimanale “Visto” a firma di Giangavino Sulas.
Io lì per lì non feci molto caso all’episodio, pensai che l’aver lasciato una rosa rossa ad un uomo circondato di donne, poteva aver creato problemi di imbarazzo o gelosia da parte di qualcuna che conviveva con lo scrittore.
Quando si giunse al processo, lo scrittore pretese che lo si svolgesse a porte chiuse, e anche questa richiesta apparve strana, atteso che tutti i giornali avevano riempito pagine e pagine: “Calunniato il noto scrittore….”, e dunque ascoltai con molta attenzione la deposizione della Ragni e quella del calunniato.
Effettivamente la Ragni ripetè con grande coinvolgimento l’episodio della rosa rossa, e anche lo scrittore, nel confermarlo totalmente, rivolto al Giudice così si espresse: “Lei capisce signor Giudice, come questo episodio ha messo in pericolo la mia vita? Io sono ora nel mirino dei persecutori occulti…”
Il Giudice se lo guardò, ma ebbi l’impressione che non capisse molto, e lo scrittore incalzava: “Una rosa rossa sullo zerbino di casa mia, io ho rischiato di essere ucciso….”.
E tanto si agitava che il Giudice, lo invitò più volte a calmarsi, ricordandogli perfino che lui era la parte offesa e non l’imputato.
Quanto sto affermando risulta dagli atti del processo interamente registrato e sbobinato.
Il processo si concluse con la condanna della Ragni ad un anno e otto mesi per patteggiamento e la mia condanna a due anni.
Io ricorsi in Appello, e il reato fu derubricato da calunnia a diffamazione, e la pena ridotta ad un anno e sei mesi.
Ricorsi ancora il Cassazione dove la mia sentenza di condanna fu cassata per assenza di dolo.
Questi i fatti processuali.
Nel frattempo io non smisi mai di chiedermi cosa poteva esserci dietro quella rosa rossa al punto da ottenere una simile reazione da parte dello scrittore.
Fu un susseguirsi di strani eventi, tutti di natura esoterica.
Un giorno si presentò da me un fotoreporter, Angelo Rinelli, il quale per un episodio di cronaca rosa che aveva chiamato in ballo Sgarbi, aveva conosciuto molto da vicino la famosa Villa e le due proprietarie.
Costui iniziò a parlarmi di ciò che aveva visto, immagini, fotografie, arazzi, dipinti, tutti a sfondo esoterico e tutto con una protagonista, un fiore: una rosa rossa.
Il 22 novembre del 1995, mi recai a Firenze presso la Squadra Mobile e sottoscrissi un dettagliato verbale su quanto avevo saputo dal Rinelli, fornendo agli inquirenti la reperibilità del testimone.
Verrò a sapere dopo qualche anno che costui non era stato mai convocato.
Tra le tante cose il Rinelli mi parlò di un affresco presente all’interno della Villa e che lui aveva ben fotografato insieme da altri dipinti tutti con la rosa rossa, e questo affresco sarò lo stesso che io pubblicherò nel 2002 sulla copertina del mio libro “Gli Affari Riservati del Mostro di Firenze”.
Rinelli mi spiegò bene il significato di quell’affresco, mi fece notare il ritratto di un noto Gran Maestro, una rosa rossa e un cuore diafano al cui interno figurano due volti, un uomo e una donna, una coppia.
Fu per me un lampo, ricordarmi l’episodio della rosa rossa raccontato dalla Ragni, e quando feci notare al Rinelli questa strana coincidenza mi sentii rispondere: “Sei sicura che sia una coincidenza?
Forse tu non sai che lo scrittore e la…. sono in rapporti molto stretti… bè si.. potrebbero aver convissuto…”.
A quel punto mi convincevo che la rosa rossa doveva avere un significato occulto in un linguaggio e in un ambito ancora più misterioso.
Tra dicembre del 1995 e gennaio del 1996, fui ascoltata come persona informata sui fatti, ben tre volta dal Procuratore Vigna in persona, e presenti il Sostituto Canessa e una volta anche l’Aggiunto Fleury.
Ricordo che Giuttari si era da poco insediato come Capo della Squadra Mobile di Firenze e delegato alle indagini sul “Mostro”.
Mi sembrò strano che ai tre interrogatori non fu mai chiamato ad assistere Giuttari.
In ogni caso, le domande si concentrarono in particolare sull’aspetto esoterico, e si parlò anche di Gustavo Rol.
Tanto che io chiesi poi all’avvocato Fioravanti: “ Pietro, ma perché il Procuratore Vigna è tanto interessato all’aspetto esoterico? In fondo Pacciani è stato condannato per tutti e sette i duplici delitti…”
Fioravanti mi rispose: “Sai Gabriella, proprio nel processo Pacciani venne fuori l’argomento esoterico, perché sembra che durante una perquisizione gli trovarono uno scritto di Gustavo Rol…Ma fui subito messo a tacere dal Pubblico Ministero Canessa:”
Ed io: “Scusa Pietro, ma solo adesso mi dici una cosa così importante? Eppure lo scrittore ha dedicato due libri a Gustavo Rol, dal quale fu iniziato alle pratiche esoteriche…”
Fioravanti: “Non te l’ho detto perché volevo sapere fin dove saresti arrivata… ti ricordi l’episodio della rosa rossa che raccontò la Ragni? Li hai mai visti tu i disegni di Pacciani?... “
Durante quei tre interrogatori fui colpita anche da altri due eventi.
Uno riguardava una domanda che il Procuratore Vigna mi fece, prendendo il microfono dato che veniva tutto registrato e rivolto a me: “Parla Piero Luigi Vigna. Signora Carlizzi, le chiedo, chi è il Mostro di Firenze?”
Io guardai Fioravanti che era seduto accanto a me, poi guardai il Procuratore, a dire il vero confusa, Pacciani da poco era stato condannato a quattordici ergastoli come “Mostro di Firenze”, aspettai qualche secondo poi risposi: “Bè pensavo che lo sapeste … Comunque la mia opinione è che si tratti di una organizzazione di tipo piramidale e poliedrica, con interessi differenti…”
“Bene, rispose Vigna, sulle basi delle sue esposizioni anche documentate, continueremo ad indagare.”
L’altro evento, era relativo al momento in cui l’interrogatorio si concentrò sulla famosa Villa.
Il Procuratore si alzò e mi disse di aspettare perché avrebbe voluto presentarmi un suo collega.
Tornò insieme all’Aggiunto Fleury…
“Sai, la signora sostiene che in quella Villa, a quanto le avrebbe riferito un testimone, che naturalmente ascolteremo, si insomma accadrebbero strani fatti…”
Fleury, sembrò scettico.
Nel 2002 Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera pubblicò un lungo articolo nel quale svelava che il padre dell’Aggiunto Fleury era tra i degenti-ospiti di quella Villa.
Subito dopo i tre interrogatori mi procurai le immagini dei famosi disegni di Pacciani.
Effettivamente il contadino di Mercatale, aveva criptato in quei disegni ciò che temeva di svelare.
In molti compariva una rosa rossa, in uno in particolare si vedeva una mano di donna uscire dal sottosuolo di giardino che teneva stretta una coppia di boccioli di rosa rossa.
Il polso della donna appariva con velluto e merletto, come di un abbigliamento “nobile”
In realtà Pacciani aveva lavorato sempre in Ville di nobili.
Contattai con una trappola anche un pittore esoterista, amico di Pacciani che risultò essere l’ultima persona con cui il Vampa parlò al telefono prima di morire.
Costui, Celso B. dipinse un quadro che raffigurava Pacciani su una Croce con dietro una grande rosa rossa.
Gli chiesi, registrandolo, di spiegarmi quel dipinto, e mi confermò che si trattava di una rappresentazione esoterica, anzi aggiunse: “Io dipingo la Rosa Rossa Esoterica”.
Avevo anche saputo dall’avvocato Bezicheri di Bologna, che lo conosceva, che il pittore aveva in casa sua un dipinto di un altro artista anche ben quotato, un certo Bovi, dipinto sul quale Bezicheri così si espresse: “Non capisco gli inquirenti che sono andanti a perquisire la casa di Celso, l’unico quadro che dovevano acquisire, l’hanno lasciato lì. E poi dicono che indagano sulla “Rosa Rossa”…”
Riferendosi appunto al quadro di Bovi.
Ecco dunque un altro tassello e anello di congiunzione tra la “Rosa Rossa” e Pacciani, il quale certo si è portato nella tomba tante verità.
Stimolata da questa serie di elementi iniziai ad effettuare molte ricerche nella letteratura specifica sulla Massoneria e sull’Esoterismo, trovando moltissimo materiale, anche se non trovai nulla che collegasse queste società segrete a fatti e circostanze precise come i duplici delitti del Mostro.
E anche leggendo tutti i libri che sono stati scritti su questo caso giudiziario, molti dei quali ipotizzarono anche prima di me, una matrice esoterica, non vi era nulla di più che teorie personali, anche interessanti, ipotesi su ricostruzioni mirate a dimostrare un disegno magico- esoterico o anche satanista, ma come ripeto, pur fornendo tali letture molti spunti investigativi, per gli inquirenti non erano sufficienti per indagare su una ipotetica organizzazione di questo tipo.
Mi documentai sui Rosacrociani e su tutti i movimenti e Ordini massonici derivanti da loro, in una serie infinita di spaccature al loro stesso interno, iniziai a cercare dei codici criptati nei mass media, nelle pubblicità, nelle banconote, e a dire il vero, spesso ricavavo delle risposte anche impressionanti, ma mi rendevo conto che nelle sedi giudiziarie o una dottrina o religione la si aggancia a fatti e circostanze precise di competenza degli inquirenti, oppure le mie ricostruzioni pur interessanti erano monche dell’aggancio necessario ad una indagine.
In più, io ero collocata in una inchiesta che portava già un nome, “il Mostro di Firenze”, e di certo non potevo parlare di null’altro che fosse utile a chi era delegato ad indagare sui duplici delitti del Mostro e sull’omicidio di Francesco Narducci.
Avrei potuto sì, sviluppare questa materia scrivendo tanti libri, partecipando a dibattiti, ma tutti nell’ambito della cultura, della conoscenza, in generale.
Qualcun altro tuttavia, molto prima di me ci era arrivato, e forse sapendo e non ipotizzando, ma avendo le prove di un nesso tra i delitti del Mostro e “una misteriosa rosa rossa”.
Fu quando lessi “Coniglio il martedì” di Aurelio Mattei, che mi convinsi che la “rosa rossa” che indusse la Ragni a provocare l’ira dello scrittore accusato dalla stessa di essere il Mostro, quella rosa rossa doveva realmente essere stata almeno una componente di quei delitti e chissà di quanti altri.
Infatti nel suo libro, Aurelio Mattei, nel descrivere sotto forma di “romanzo” i duplici delitti, aggiungeva: “Nulla di particolare, se non una rosa rossa nel cellophan sul pube della ragazza…”.
Senza dilungarmi, tirai una trappola al Mattei, e scoprii che lavorava presso lo studio del criminologo Francesco Bruno.
Corsi da Giuttari, gli misi sotto gli occhi il libro, ma mi sentii intimare che dovevo smetterla di portare “romanzi”.
Quella volta puntai i piedi, pretesi un verbale con acquisizione del libro e dichiarai che quel libro non era un romanzo, ma vi era criptata la componente esoterica di quei delitti.
Per “atto dovuto” Francesco Bruno e Aurelio Mattei furono perquisiti, e molto materiale sequestrato.
Non furono iscritti nel registro degli indagati, e anche Mattei risultò essere un alto funzionario del Sisde.

Domando al piombo:
perché ti sei lasciato
fondere in pallottola?
Ti sei forse scordato degli alchimisti
Hai perso qualsiasi speranza
di diventare oro?
Nessuno mi risponde.
Pallottola. Piombo. Con nomi
del genere
il sonno è lungo e profondo
C.S.
Il clamore della perquisizione a carico di Francesco Bruno, fece di me un punto di riferimento di una moltitudine di personaggi, a volte gente con l’intento di depistare, altre volte uomini in divisa o cariche dello Stato, ma sempre restii a presentarsi alla Magistratura.
Si riaprì così il caso Narducci, e sempre per “atto dovuto” si dispose la riesumazione della salma.
Ancora una volta, collegamenti con i delitti del Mostro, ancora una volta pratiche esoteriche e Massoneria, ancora una volta la Villa, ancora una volta “rose rosse”, diciannove, senza fiore recapitate alla vedova dopo la scomparse del medico.
I giornali intanto iniziarono il depistaggio di interpretazione, e così gli ipotetici e illustri mandanti, furono chiamati “setta”.
Solo una giornalista de La Repubblica, approfondì la vicenda e la chiamò “Schola esoterica”.
Fui avvicinata da poteri massonici di vertice, e chi si mostrò intenzionato a “collaborare” con gli inquirenti, a Firenze non fu ascoltato.
A Perugia invece il Magistrato dispose indagini approfondite in certe direzioni, ma è anche vero che quando venivano interrogati esponenti della Massoneria, gli investigatori fiorentini presenti, si addormentavano e mai una volta hanno fatto al deponente massone “in sonno” una domanda.
Quello che oggi posso concludere è che parlare di “Rosa Rossa”, se non lo si aggancia a fatti di interesse giudiziario, può risultare inutile se non depistante.
Per la Legge ci vuole un reato, chi lo ha commesso come esecutore e chi eventualmente lo ha ordinato come mandante, e ci vuole l’arma del delitto, e ci vogliono testimoni, e ci vogliono prove scientifiche.
Le vari dottrine, benché criminali, non interessano in sede giudiziaria.
Il Satanismo ad esempio non è perseguibile come tale, se poi l’autore di un crimine appartiene a quella religione, si dirà come “aggettivo” da aggiungere al nome dell’assassino, “satanista”.
Personalmente, per una serie di circostanze non oggetto di Blog o Forum , ma oggetto di verbali responsabilmente sottoscritti, oggi posso dire che la “Rosa Rossa” l’ho portata davvero sul banco degli imputati.
Ma al processo, ormai alle porte, prima di tutto gli imputati dovranno difendersi dalle accuse che sono loro contestate.
Chi uccise, quanti, come, dove, con quali armi, chi occultò le prove, e perché.
Per motivi, a tutt’oggi intuibili ma non provabili, a chi voleva è stato impedito di chiedere a determinate persone: “Cosa ci facevate con i feticci che il Mostro e i suoi complici asportavano alle vittime?”
A Perugia in questa direzione fu posto, con metodi di Antistato un invalicabile “ALT!”
Ma qual è il vero segreto della “Rosa Rossa”, il segreto che la rende imprendibile, sempre mutevole, confusa tra infinite organizzazioni che pure vengono denominate “Rosa Rossa”?
Vi ricordate il “Nome della Rosa” di Umberto Eco?
Ebbene in quel film il messaggio fu ben chiaro: chiunque dei ricercatori tra i testi antichi si avvicinava a scoprire il nome, dunque ad identificare la “Rosa” rimaneva fulminato un attimo prima.
E nel libro, uscito in concomitanza con il duplice delitto del 6 giugno del 1981, il primo delitto nel quale alla vittima fu asportato il pube, dunque il primo feticcio che utilizzarono i sacerdoti dell’Ordine della Rosa Rossa Indipendente e Rettificato, in quel libro, dopo il romanzo vi è un’appendice, il cui l’autore dice: “Fin qui, vi abbiamo dimostrato che i libri si parlano tra di loro, ora una buona indagine poliziesca deve dimostrare che i colpevoli siamo noi”.
Ma i libri possono essere indagati, incriminati, condannati?
No…. In forza di quella che noi stessi reclamiamo come “libertà di stampa”!
E dunque le ricerche della Carlizzi in tema di “Rosa Rossa” a chi sono servite?
Alla Giustizia sicuramente, nel senso che per la prima volta ci si è posti il problema dell’Oltre, della presenza dell’Oltre anche dietro volti e nomi in carne ed ossa, e questo è veramente un grande passo avanti.
Le mie ricerche sono servite anche alla collettività, nel senso che gran parte della gente oggi di fronte a certi eventi non si ferma a ciò che appare, ma cerca ciò che può essere occultato nei fatti, senza per questo cadere nella dietrologia.
Sicuramente osserviamo di più, siamo più attenti, più scettici e pronti a non prendere tutto come il Vangelo, ma anche in questo senso, le deduzioni o conclusioni cui giungiamo, in questa materia non potranno mai vantare una verità oggettiva, ma sempre relativa a chi ne ricerca un barlume di oggettività.
Le sensazioni personali, le casualità, le letture sotto diversi profili, restano interpretazioni e niente di più, tutte più meno discutibili, ma la Giustizia non se ne può servire.
E questo è il segreto e la consapevolezza dei senza volto e senza nome della cosiddetta “Rosa Rossa”. Personalmente non avrei mai sottoscritto alcun verbale davanti all’A.G. in tema di “Rosa Rossa” se non fosse stato riconducibile a determinati crimini, in questo caso i delitti del Mostro.
Voler cercare in ogni evento a tutti i costi la “Rosa Rossa”, può veramente fare il gioco di chi la rappresenta, perché tutto ciò che viviamo si presta volendo ad una lettura esoterica, e si cade anche nella superstizione, a volte nel ridicolo, basterebbe argomentare sulla coincidenza tra il tempo in cui per la prima volta verbalizzai sulla “Rosa Rossa” e il medesimo tempo in cui una serie numerosa di Partiti politici aggiunsero al proprio simbolo una rosa rossa….
Può essere divertente, curioso, a volte interessante, ma lo Stato ha il dovere di assicurare alla Giustizia gli assassini, quelli che godono di una carta d’identità.
Non molto tempo fa, ricordo in un processo un imputato che si mise a discernere su una realtà esoterica di stampo massonico, assai simile alla “Rosa Rossa”.
Costui, (T.d.A), appartenente ad una famiglia di giuristi di generazione in generazione, espertissimo di codici, dal Mossad, ad altri, dopo aver parlato per ore, dimostrato analogie e coincidenze veramente inquietanti, si ritrovò con una disposizione di perizia psichiatrica a suo carico, che si concluse con la semi infermità mentale, determinata da sindromi ossessive.
Ad ogni evento riconduceva numeri, date, ricorrenze, e quanto altro lo aveva posto in una condizione tale di schiavitù psicologica, al punto da rovinarsi la vita, la professione e la credibilità.
La “Rosa Rossa” è una realtà, ma grazie a Dio non è la protagonista del libero arbitrio dell’uomo, e quando attiva meccanismi come il plagio, il controllo mentale a distanza, è pur vero che se riesce nei propri intenti è perché trova un terreno già fertile, manipolabile, suggestionabile, infarcito di filosofie che spesso tendono a dissociare il pensiero dall’anima fino a perdere il controllo della propria mente, dei riflessi attentivi e cadere in quella cultura del sospetto che ci fa vedere ovunque mostri e rose rosse…
Fonte tratta dal sito .

MOSTRO DI FIRENZE: “UN’INDAGINE ESTREMA DEL COMMISSARIO LUPO BELACQUA

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MOSTRO DI FIRENZE: “UN’INDAGINE ESTREMA DEL COMMISSARIO LUPO BELACQUA”, ULTIMO THRILLER DI MARIO SPEZI.
UN LIBRO CHE PARLA… MA A POCHI, AI SOLI CHE HANNO VISSUTO E CONTINUANO A VIVERE DALL’INTERNO L’INCHIESTA INFINITA SUI DUPLICI DELITTI DELLE “COPPIETTE”…
AI “PROFANI”, IL NARRATORE, OFFRE UN AFFASCINANTE ENIGMA, A VOLTE INQUIETANTE, A VOLTE DIVERTENTE, MA SICURAMENTE DALLO STILE BEN STUDIATO …. UN TEST UTILE PER GLI “STRIZZACERVELLI”…
C’è da chiedersi quanto tempo Mario Spezi abbia impiegato per elaborare un cosiddetto “romanzo” che risulta essere una difficile prova per gli appassionati di rebus, di enigmi, e nemmeno tutti, ma solo quelli che hanno frequentato l’Università di Mostrologia, e si sono specializzati in “Mostro di Firenze”.
In ogni caso, il narratore ha mostrato in questo giallo, l’abilità del “genio”, e per questo vale la pena di commentare l’opera, anche al fine di tracciare una “guida alla lettura” di “Un’indagine estrema del Commissario Lupo Belacqua.
In questo caso, prima di entrare nel merito della trama vera e propria, è necessario sottolineare alcune nostre osservazioni.
Infatti, l’autore, fa precedere il racconto da una citazione:
“CON TUTTO CHE QUESTO CHE IO TI FO NON SI POSSA
ASSAI PROPIAMENTE VENDETTA CHIAMARE, MA PIU’ TOSTO
GASTIGAMENTO”
(Boccaccio, Decamerone,
Ottava giornata novella settima)
In calce al testo leggiamo:
“Questo romanzo è liberamente ispirato a fatti di cronaca. L’ideazione e lo sviluppo della storia e dei personaggi sono frutto della fantasia dell’autore”
Dunque l’ignaro lettore dovrebbe dedurre che la trama si articola intorno a fatti realmente accaduti, mentre nomi, luoghi, e circostanze dovrebbero essere inventati, appunto come quando nella narrativa ci si tutela con la classica formula “ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistite o esistenti è puramente casuale”.
Dunque nomi frutto della fantasia dell’autore e non riconducibili a nessuno che esista nella realtà, se non per puro caso…
Tuttavia, Mario Spezi, nella presentazione del suo thriller, pubblicata sul suo sito web, dopo aver sintetizzato la trama conclude:
“Il doppio finale che attende il lettore è così spiazzante da lasciare interdetti. E forse farà infuriare qualcuno. Ma così è la vita. “
La domanda è d’obbligo. “Perché mai un romanzo dovrebbe fare infuriare qualcuno?”
E d’altra parte la citazione del Boccaccio, scelta non a caso dall’autore, appare abbastanza eloquente.
Dunque anche in questo “labirinto letterario” si rende necessario individuare il “messaggio” forse criptato in una storia apparentemente avvincente ma con precisi destinatari.
Ma chi è Lupo Belacqua?
Un Commissario e Capo della Squadra Mobile di Firenze.
In che anni è ambientato il romanzo?
Spezi ci dà una traccia.
Infatti parla di “euro”, parla di un mese di “agosto”, ma soprattutto parla della larva Calliphora… Dunque siamo nell’estate del 2002.
Infatti proprio in quell’estate Mario Spezi, approfittando della presentazione del libro di Cecioni e Monastra “Il Mostro di Firenze” , evento che si tenne alle Giubbe Rosse , noto circolo letterario della città dell’arte, il “mostrologo” annunciò di avere in mano uno scoop mondiale e tale da far saltare tutte le indagini sui duplici delitti del Mostro, e smascherare gli inquirenti che a suo dire, le avrebbero depistate negli anni.
Invitava pertanto i presenti a seguire per il lunedì successivo la trasmissione “Chi l’ha visto?” durante la quale avrebbe fatto il botto con il suo “scoop”.
Ma di che si trattava?
A sentire Spezi, la prova era inconfutabile e scientifica, aveva perfino un nome, era una testimone “eccellente”…
Ma chi?
Come, non conoscete la larva Calliphora?....
Ora, è opportuno ricordare il motivo per cui Spezi insieme al regista di “Chi l’ha visto?” , Pino Rinaldi, organizzarono quello che non riuscì, né come scoop, né tanto meno servì a distruggere decenni di indagini, e men che se ne dica a convincere il competente Tribunale di Genova ad accogliere le ripetute istanze presentate dal difensore di Vanni, ed ora anche difensore di Mario Spezi, per la revisione della sentenza definitiva che vide condannati i “compagni di merenda”.
Calliphora, mosca era, e mosca rimase… anzi la mosca dei morti.
Ma che doveva dimostrare questa larva?
In sintesi, Spezi e chi per lui, sostenevano che l’ultimo duplice delitto, quello della coppia dei francesi, il Mostro non lo commise l’8 settembre del 1985, bensì almeno ventiquattro ore prima.
E se così fosse stato, allora Pacciani avrebbe avuto un alibi di ferro, e di conseguenza la “confessione” del “pentito” Lotti sarebbe stata in qualche modo “estorta” dagli stessi inquirenti, in cambio di una “sistemazione” più decorosa del reo-confesso.
Ora ci si chiederà: dove sta il collegamento tra la “Calliphora” di cui parla Mario Spezi nel suo thriller, e la Calliphora che il “mostrologo” chiamò a testimone nel duplice delitto degli Scopeti?
Il collegamento è proprio in questa machiavellica opera letteraria, quando l’autore, dopo aver precisato che i riferimenti della narrazione sono frutto della sua fantasia, fa finta di dimenticarsene, e pubblica nomi e cognomi reali e ben collocabili in fatti e circostanze dettagliate.
Ed ecco che a pagina 50 e seguenti dell’intrigante thriller leggiamo due nomi che ci sembra di aver già sentito: gli illustri professori anatomo-patologi ed etmologi, Introna ed Altamura.
Ma come non doveva essere un romanzo?
Introna ed Altamura, non furono gli scienziati che espletarono per Spezi&Company la perizia sulla Calliphora ritrovata sui cadaveri dei due poveri francesi uccisi dal Mostro?
Certo che si, furono proprio loro, ed ecco che senza nemmeno ricorrere a nomi di fantasia, Spezi ce li vuole ricordare nel “romanzo” con le loro vere identità.
A questo punto la lettura si fa sempre più interessante: e come non cedere alla curiosità di andare a verificare anche la reale esistenza di altri illustri nomi citati nel libro?
Impossibile non rimanere sconcertati, impossibile non chiedersi il movente che abbia spinto l’autore a rischiare tanto, ad esporsi in prima persona a querele da parte di chi può ben pagarsi parcelle astronomiche di avvocati, quei “Principi del Foro” che sono capaci di ottenere risarcimenti per decine e decine di migliaia di euro.
A meno che, tra l’autore del thriller e i personaggi illustri, realmente esistenti, cui Spezi attribuisce ruoli anche criminali, oltre che di gay e lesbiche, non ci sia stato preventivamente e chissà per quali oscure vicende, un tacito “accordo”.
Ricatti? …..
Chiamate in correo?.....
Difficile immaginarlo, fatto sta che più lo si legge e più il “romanzo” appare realtà.
Una delle famiglie protagoniste della storia sono i gioiellieri Giannelli, tra le più prestigiose e antiche gioiellerie fiorentine.
E come tali sono presentati nel thriller, con l’aggiunta che la figlia Lorenza, amante della bella Leah Ross, organizza con quest’ultima l’omicidio del proprio marito, al quale le due lesbiche intendono scippare l’esigua somma di un milione di euro, frutto di una mercanzia di diamanti.
A sua volta, il genero del vecchio Giannelli, ucciderà invece con un colpo di scena la moglie Lorenza, figlia appunto del Giannelli.
Dunque una famiglia di assassini, depravati dediti ad affari sporchi nel mercato dei diamanti.
E così il lettore che credeva di leggere una storia ispirata a fatti reali con nomi di fantasia, si ritrova dinanzi a nomi veri e di chiara fama, protagonisti di fatti….
Qui, il rebus, perché a dar retta all’autore il racconto si ispira a fatti di cronaca….
Vedremo come reagiranno i signori Giannelli dopo la lettura di questo articolo, semmai dimenticassero di leggere il libro ignorando di essere stati “prescelti”, come obiettivo di ciò che non saremo noi a stabilire…
E che dire di quel povero Cecchini, il macellaio dei Vip, ove fanno salotto i turisti ma anche tutta la nobiltà delle colline fiorentine, nella frequentatissima Macelleria di Panzano nel Chianti?
Costui ha anche un sito web, e ci si accorgerà che oltre al nome, la descrizione del personaggio è perfetta e riconoscibile nella fotografia che compare nella “rete”.
Si potrebbe pensare ad una pubblicità concordata, ma considerando il ruolo che Spezi attribuisce al macellaio nel suo “romanzo”, appare più facile ipotizzare un qualche “messaggio in codice”, senza dimenticare la descrizione del coltello.
Il Cecchini dunque adescherebbe le giovanissime e nobili fanciulle, conosciute in occasione di qualche festa per cui prepara i piatti tipici del luogo, e poi tirate in trappola con misteriose email, dal mittente suggestivo e categoricamente “magico”, misterioro…
Pan666…
E bravo il Cecchini, chissà se si è letto in questa veste e chissà magari quanta gente che conosce bene l’uso del “romanzo” da parte di certi narratori, se ne guarderà bene da oggi in poi a farsi vedere in quella macelleria…
Ancora una volta nomi reali… e i fatti?
Stando all’autore dovrebbero essere fatti di cronaca…
E così di seguito per tutte le 215 pagine, un nome dopo l’altro, un delitto dopo l’altro, il tutto annodato intorno al principale protagonista della storia: Lupo Belacqua.
E qui viene il bello… anzi è il caso di dire che l’autore nel coniare il nome del Commissario, Capo della Squadra Mobile di Firenze nel 2002 (ricostruendo gli eventi citati nel thriller), ha toccato il livello della genialità.
Un vero rompicapo, anche se un indizio Mario Spezi, da generoso qual è lo ha lasciato per i lettori “di buona volontà”.
E vediamo di sviluppare un ragionamento e seguire il nostro filo d’Arianna.
Intanto, come abbiamo evidenziato, l’autore cita Boccacccio, e manda a dire a qualcuno che questo “romanzo” è da considerarsi un “gastigamento”.
Andando poi alla pagina 163, leggiamo:
“C’è un libro….che contiene tutti gli altri libri, tutti. E’ l’unico che valeva la pena di essere scritto. Se hai letto quello, hai letto tutti i libri del mondo. Gli altri, compresa la “Divina Commedia” e “Topolino”, sono solo divagazioni in attesa della risposta, che non viene mai, alla domanda posta dal primo…”
E’ Lupo Belacqua che parla, e il libro che secondo lui conterrebbe tutti i libri del mondo è il Libro di Giobbe, nella Bibbia.
Attenti però…
L’autore mette in evidenza con tanto di virgolette, la “Divina Commedia” e “Topolino”, dunque un richiamo per il lettore, almeno così lo abbiamo interpretato.
Pertanto pensiamo che in questi due “elementi” potrebbe essere criptato il nome di Lupo Belacqua, e di conseguenza il perché lo si sia attribuito al Commissario…
Sarà pure una casualità, ma “Belacqua” lo troviamo realmente nel IV° Canto del Purgatorio della Divina Commedia con i seguenti versi:
“Là ci traemmo; e ivi eran persone
che si stavano a l'ombra dietro al sasso
come l'uom per negghienza a star si pone.
E un di lor, che mi sembiava lasso,
sedeva e abbracciava le ginocchia,
tenendo 'l viso giù tra esse basso.
«O dolce segnor mio», diss'io, «adocchia
colui che mostra sé più negligente
che se pigrizia fosse sua serocchia».
Allor si volse a noi e puose mente,
movendo 'l viso pur su per la coscia,
e disse: «Or va tu sù, che se' valente!».
Conobbi allor chi era, e quella angoscia
che m'avacciava un poco ancor la lena,
non m'impedì l'andare a lui; e poscia
ch'a lui fu' giunto, alzò la testa a pena,
dicendo: «Hai ben veduto come 'l sole
da l'omero sinistro il carro mena?».
Li atti suoi pigri e le corte parole
mosser le labbra mie un poco a riso;
poi cominciai: «Belacqua, a me non dole
di te omai; ma dimmi: perché assiso
quiritto se'? attendi tu iscorta,
o pur lo modo usato t'ha' ripriso?».
Ed elli: «O frate, andar in sù che porta?
ché non mi lascerebbe ire a' martìri
l'angel di Dio che siede in su la porta.
Prima convien che tanto il ciel m'aggiri
di fuor da essa, quanto fece in vita,
perch'io 'ndugiai al fine i buon sospiri,
se orazione in prima non m'aita
che surga sù di cuor che in grazia viva;
l'altra che val, che 'n ciel non è udita?».“
I versi di Dante dipingono con straordinaria esattezza la descrizione che Spezi fa del Commissario Belacqua, o meglio di una parte della sua doppia personalità, poiché vi è nel personaggio un volto nascosto, quello stesso volto che alla fine del “romanzo” indurrà il Capo della Mobile di Firenze a propendere per una scelta “estrema”… la corruzione, in mancanza delle prove capaci di dimostrare la verità cui pure era giunto, aiutato dall’ispiratore Klemm e dal suo pur capace intuito investigativo.
L’altra faccia del Commissario sarà forse criptata nel nome, Lupo ?
In effetti l’autore del “romanzo” cita tra virgolette “Topolino”: e chi non ricorda a questo punto lo storico “Pluto”?
E ancora una volta ci ritroviamo sulle tracce di Dante, non più in Purgatorio, ma nel VII° Canto dell’Inferno, quando Pluto cerca di sbarrare la strada al “visitatore” e questi gli risponde:
“Taci, maledetto Lupo!
Consuma dentro te con la tua rabbia.
Non è senza cagion l’andare al cupo:
vuolsi ne l’alto là dove Michele
fè la vendetta del superbo strupo”
Che dire, se non applaudire alla genialità del narratore Mario Spezi?
Qualcuno si chiederà il perché nel “romanzo” l’autore appiccica addosso al Commissario Lupo Belacqua un dialetto da romanaccio….
Sorridiamo, mentre la risposta ci viene spontanea:
“Almeno in questo, Mario Spezi, ha usato la fantasia… purchè dialetto sia!”

Descrizione foto:

1. Copertina del libro di Mario Spezi "Un'indagine estrema del commissario Lupo Belacqua"; 

2. La casina delle fate; 

3. La ex fabbrica di palottole e dinamite Nobel;

4. La facciata della gioielleria Gianelli;

5. L'insegna dell'Antica Macelleria Cecchini.
Fonte tratta dal sito .
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